Mi piace molto il maestro all'inizio che detta ordini e tira in giacca e cravatta. Personalmente lo trovo molto più "rievocativo" della gente in "costume".

https://www.youtube.com/watch?v=O5kvF-g9FXs

Bel video, indubbiamente.

Non siamo ancora pronti, Magin.
Personalmente, condivido con te il fatto che è il contenuto che fa l'arciere.
Che tale contenuto non solo sia preponderante, ma che sia facilmente comprensibile anche ad un pubblico di non addetti ai lavori.
Qui da noi, tale contenuto non c'è ancora.
Non nel pubblico, negli arcieri.
Siamo noi che lo stiamo creando questo contenuto.
Anche in questo forum.
Per farlo, per il momento, dobbiamo passare ancora per la forma esteriore.
Solo rinunciando ai rattan, alle scarpe da tennis e alle cocche di plastica, possiamo cominciare a studiare, a capire, a praticare una arcieria diversa, meno schiava delle pur piacevoli derive ludiche, sportive, rievocative, ....
Fatti gli arcieri, quelli come questo maestro, potremo anche tirare con le infradito di gomma.
Arcieri che abbiano chiaro che tirare con l'arco è una questione di vita o di morte.
Un concetto ancora lontanissimo per la maggior parte di noi.

Quindi, per dirla con il gladiatore, "Non ancora".
Non siamo ancora pronti.
Almeno, questa è la mia opinione.

Però quanto dici mi fa un grande piacere.

Ciao Oliviero, si capisco cosa dici e sono anche daccordo. Vengo anch'io dal mondo della rievocazione e ho fatto tutti i passaggi a cui accenni. In questo caso ho semplicemente espresso la prima impressione che mi ha fatto vedere quel video. Credo che vedere il maestro vestito così aumenti il valore rievocativo per ragioni che non saprei esprimere esattamente ma nel vederlo è come se stessi vedendo un maestro di altri tempi "reincarnato" o la continuazione oggi di quello che era ed è sempre stato. E' la prova (per me almeno) che se è una condizione interiore l'effetto non cambia, anche senza forma esteriore, anzi ne è accresciuto, mentre se è solo esteriore l'effetto può anche essere contrario (sto parlando di effetto "rievocativo"). ciao

La rievocazione non c'entra.
Meglio, non c'entra più.
Ora ti metto in guardia, le parole che seguono sono per la maggior parte di noi farneticazioni di un folle.

Hai usato delle parole molto precise, quando dici "come se vedessi un maestro di altri tempi reincarnato o la continuazione oggi di quel che è sempre stato". Descrivi una cosa molto importante e precisa.
Quest'uomo ha fatto suo un gesto.
Lo ha appreso e poi lo ha fuso col suo corpo, trascendendo la forma.
Ma anche il tempo e lo spazio che separano, ad esempio, lui dal bersaglio.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile se in quel gesto non vi fosse una riminiscenza del passato.
Qualcosa con cui egli si è inconsciamente ricongiunto.
Questa è la vera Tradizione.
Questo è ciò che ci si tramanda da maestro ad allievo.
Questo è ciò che ci lega col passato e che disegna il futuro.
Questo è il tiro con l'arco tradizionale.
(...ma sono stato folgorato da un'altra bella definizione che tu desti altrove, questa è "la ricongiunzione con gli antenati").

Tutto ciò non è il frutto di un ragionamento. Si tratta piuttosto, come ben dici, di una percezione.
Se posso permettermi di precisare meglio, di un'emozione percepita.

E cosa veicola emozioni?!?
L'Arte.

Come vedi, siamo entrati in un tiro con l'arco nuovo.
Parente di nessuno dei precedenti.
Forse moderno come nessuno.
Che nel passato non esisteva. O, per lo meno, non per il fine con cui si pratica oggi: l'emozione.
Ma che di esso è il vero e giusto erede.

Stiamo parlando di un tiro con l'arco che è una forma d'Arte.
Quando ciò accade, tutti gli altri elementi, che pur concorrono all'espressione di quest'arte, finiscono per divenire un epifenomeno.
Essi si fondono magicamente e armoniosamente nell'insieme.
Ed ecco che quella cravatta, di colpo, diventa adeguata come un nudo di Michelangelo dentro una chiesa.

Questo è il tiro con l'arco che vogliamo praticare.
Per quali vie siamo giunti qui, a questo punto poco importa.
Così come poco importa tutto ciò che fino a ieri ci era sembrato essenziale e che ora si dissolve, lasciando spazio solo all'essenziale.
Una doga di tasso, una semplice freccia in legno.
Forse neanche quelli.

ciao magin
considerando il fatto che i turchi non hanno mai interrotto la tradizione sono d'accordo: è molto più rievocativo di un anglosassone ad agincourt