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 Arco per un amico 
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Località: tra l'oglio ed il chiese
1942LINO ha scritto:
................
Grazie Raff,
la tua esposizione e' piu' che esaustiva riguardo alla piegatura del tasso ( credo non solo quello ), io ho operato come da te segnalato sull'argomento: il foglio di alluminio non l'ho arrotolato tutto attorno al tronchetto, ma con esso ho formato una sorta di :: pensilina , che lasciasse sfuggire si' parte del vapore ma in modo molto limitato; praticamente il legno ha ricevuto vapore sia da sotto che da sopra e, ti assicuro era molto umido e bollente quando l'ho radrizzato.....

Sarà stato molto umido e bollente esternamente ma... sei sicuro che lo stesso livello di temperatura abbia raggiunto l'interno del legno?

1942LINO ha scritto:
La mia perplessita' nasceva dall'uso della pistola ad arica calda.
Ho letto che si usa per far penetrare il grasso nel legno e che serve anch'essa per radrizzarlo in quanto gia' il calore dovrebbe essere sufficiente: Da cio' la mia perplessita' in cui segnalo il timore di bruciare il legno, infatti mi sono mosso in modo molto guardingo al riguardo.....

Il grasso non è in grado di penetrare nel legno compatto se non per qualche decimo di mm se spalmato lungo le fibre. Se spalmato di testa può penetrare per qualche cm. Questo anche dopo anni di esposizione agli olii o grassi vari.
Detto questo potrai dedurre tu stesso che l'azione della pistola ad aria calda (300° su 1° posizione) produce un rapidissimo riscaldamento del grasso, il quale produce a sua volta, riscaldandosi, un effetto bagnato sul legno. Nel giro di 20 secondi tale effetto visivo sparisce dando l'impressione che esso sia stato completamente assorbito dal legno ma così non è. Prova a sezionare quel legno e vedrai dove è arrivato il grasso.
Durante l'azione di riscaldamento, la penetrazione del grasso all'interno del legno è anche ostacolata dall'inevitabile produzione di vapore da parte del legno (anche il legno stagionato ha la sua percentuale di umidità) che fuoriuscendo "spinge via" il grasso. Aggiungi che l'aria a 300° investento il grasso ne provoca anche l'evaporazione di una parte, (sì anche i grassi più densi e le cere evaporano, anche a temperature ambiente). Questo per spiegarti che il grasso non va tutto nel legno come affermano in molti.
L'azione dell'aria calda della pistola sul legno è molto violenta, mai fermarsi o rallentare troppo altrimenti il legno si tosta; la soluzione di rimanere più distante sarebbe utile; i più, quando vedono che il legno comincia a cambiare colore lo giudicano pronto alla piega, ma in realtà così non è e la piega faticosamente ottenuta ritorna inesorabilmente.

1942LINO ha scritto:
Dal tuo ultimo intervento leggo che anche in questo caso , piu' che utile , e' necessario avvolgere il legno in una salvietta, ( perplessita': quella pistola fonde tutto. Operare formando una sorta di cono con foglio d'alluminio ?), a questo punto penso che questa sia la soluzione da verificare, anche perche' trattenere l'acqua in un cono rovesciato che non puoi sigillare con elastici od altro , che si fonderebbero , : forse con del filo di rame? :(

Niente fili di rame e niente cono, ma se vorrai provare nessuno te lo vieta. Se riguardi le mie foto noterai che il foglio di alluminio è fermato in basso, per evitare la fuoriuscita dell'acqua, con del nastro isolante ben stretto: non fonde perchè è fuori zona rispetto alla zona da scaldare.
Il tovagliolo di carta o striscia di salvietta è necessario poichè imbibendosi fa da riserva di acqua e l'alluminio ripiegato in tre forma la parete che riceve il calore, trasmettendolo all'acqua; inoltre, e e questo è importane, va a formare la barriera vapore per il vapore che si sviluppa all'interno che sarà "respinto" sul legno, e siccome il vapore è un ottimo mezzo di trasporto del calore, ci facilita il riscaldamento.
1942LINO ha scritto:
Cari amici, un'ultima domanda, ma quando si dice che per rendere piu' resiliente ( reattivo ) un arco e' necessario dare " una tostatina " al ventre dello stesso; non significa forse di cercare di indurirlo con il calore ( come fanno gli aborigeni con la punta delle frecce )?

La tostatura serve ad aumentare la resistenza alla compressione di un legno; in pratica lo indurisce. Tostando il ventre di un arco si va ad aumentarne la sua resistenza alla compressione onde evitare che esso ceda formando le cosidette "crisalidi".
1942LINO ha scritto:
Anzi diro' di piu' i tronchetti da me prelevati in origine si presentavano discretamente diritti ora , dopo oltre un anno di stagionatura presentano curve , nonostante li abbia bloccati con morse nelle dime: A questo punto vale la pena perdere mesi e mesi a tentar di stagionare e raddrizzare un legno che, in qualsiasi maniera tu lo tratti, fa di testa sua.?

Se hai ingrassato le teste e la corteccia è integra quel tasso non è ancora stagionato; ti ci vorrà ancora qualche annetto prima di usarlo.
Hai comunque a disposizione l'opzione di sbozzare anche se storto, ingrassare e mettere in dima. La stagionatura ti dura di meno.
Un saluto da Raff


10/09/2012, 1:41
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