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 Sfregare l'arco prima dell'uso 
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Iscritto il: 01/02/2014, 18:41
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Località: Genova
Ciao a tutti,
scusate se la domanda forse è un po' stupida, ma purtroppo sono parecchio ignorante sull'argomento :(
Ho sentito che in genere l'arco storico ha bisogno di essere "rislcaldato" sfregando i flettenti prima dell'uso, in modo da dilatare le fibre ed evitare traumi al legno durante l'utilizzo..

Leggendo sul forum però ho trovato (search.php?keywords=sfregati+prima+dell%27uso+&terms=all&author=&sc=1&sf=all&sk=t&sd=d&sr=posts&st=0&ch=300&t=0&submit=Cerca) opinioni che parrebbero discordare con questa affermazione.. Qualcuno saprebbe delucidarmi sulla questione? Grazie molte :)

Viro


05/02/2014, 14:46
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
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ciao Viro,
sinceramente non lo faccio mai ... non credo possa essere utile (almeno per archi spessi) ma ci vuole il Raff che queste cose le sa bene.
ci sono in giro tante cose strane e senza fondamento come ad esempio il fatto che il grasso "nutre" il legno. il grasso non penetra ma fa al massimo solo una patina impermeabile alla pioggia (non all'umidità comunque) ... come fa a "nutrire" il legno?
ciao


05/02/2014, 19:37
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Iscritto il: 13/12/2010, 18:13
Messaggi: 2428
Località: Genova - Prata Veituriorum
se pensi a qyuanto è spesso l'arco... hai voglia a sfregare ;)
Poittosto..... le prime trazioni lentissime e parziali.... per verificare che tutto funzioni e dare il tempo alle fibre di ri-assestarsi... (hanno chi più chi meno una certa isteresi)

Ciao
Luca


05/02/2014, 21:43
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Iscritto il: 01/02/2014, 18:41
Messaggi: 190
Località: Genova
Ho capito, grazie :)


05/02/2014, 22:17
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
per i violini ho sentito dire qualcosa del genere , non so se sia applicabile agli archi però.

per scaldare i flettenti non c'è niente di meglio che un po di trazioni prima di aprirlo al massimo allungo .

sul nutrire è chiaro che non va preso alla lettera , non si può negare che l'olio o la cera o il grasso faccia luccicare il legno.

l'ossigeno poi tende ad ossidare tutto , avere una pellicola che si ossida a posto del legno potrebbe prolungare la vita dell'arco , per non parlare dell'azione anti fungina di alcuni acidi grassi.

il legno di tasso poi mi pare di aver letto contenga olio percui ingrassarlo può anche risultare superfluo.
p.s.
se dico qualche cavolata ogni tanto correggetemi.


06/02/2014, 16:50
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
Cita:
il legno di tasso poi mi pare di aver letto contenga olio percui ingrassarlo può anche risultare superfluo.


ciao Bac,
io ho notato questo:
quando li finisco (tasso) li ingrasso e diventano più lucidi e belli. Dopo un po si forma una patina che fa scivolar via le gocce di pioggia. quando la patina è formata non li ingrasso più o magari se sono passati anni dall'ultima volta che li ho usati se esco con la pioggia.
Se invece non li ingrasso, quando piove le gocce sollevano le fibre superficiali e l'arco diventa a pois.
una volta avevo provato con la cera d'api ma non andava bene da sola ... saltava via e si sporcava

ciao


06/02/2014, 17:14
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Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
Messaggi: 2037
Località: tra l'oglio ed il chiese
Salve a tutti,
il soffregare l'arco per "riscaldarlo" non porta a niente di reale; per sua caratteristica il legno, quando è stagionato, è un ottimo isolante termico e tentarne il riscaldamento con tale azione porterebbe solo a lucidarne la sua superficie.
L'arco teme in particolar modo il freddo semplicemente perchè quando la temperatura si abbassa l'umidità presente nell'aria diminuisce anche di molto ed è questa, negli archi troppo sollecitati, una delle cause della rottura del dorso. Un "riscaldamento" dell'arco, come suggerisce anche Luca, può aiutare a superare l'empasse ma aiuterebbe di più conservare l'arco in un ambiente a 20° e con un tasso di umidità del 50-60% (vedi tabella con spiegazioni qui: viewtopic.php?f=11&t=1539&p=24984&hilit=tabella+umidit%C3%A0#p24984 )
Quando d'inverno lo si trasporta in auto, occhio alle bocchette del riscaldamento: corriamo il rischio di aver un flettente troppo caldo ed uno freddo!
Il legno, non protetto, si deteriora sia per l'azione dell'umidità (batteri muffe e funghi), sia per l'azione dei raggi ultravioletti che letteralmente portano la sua superficie a polverizzarsi, come si può vedere, caso limite, nelle staccionate in legno non verniciate.
Il proteggerlo con una materia grassa ha i suoi benefici, ad esempio contro la pioggia diretta, ma nulla può contro le variazioni di umidità perchè lascia traspirare il legno. Del resto, di questo spiacevole ed insufficiente effetto, se ne erano già accorti in antico tanto da usare resine, cere e bitumi vari anche mescolati insieme; i romani, patiti del color rosso arrivarono ad usare, per proteggere i manufatti in legno quali carri, portoni, finestre e giavellotti, un preparato a base di olio di lino cotto assieme al cinabro (altamente velenoso) ottenendo così una vernice rossa, siccativa, a loro piacevole ma che era impermeabile.
Da mie prove effettuate, un protettivo per il legno di facile composizione anche a casa, si ottiene mescolando resina di pino, cera d'api e grasso animale denso, mescolati a caldo: fondere prima la resina di pino, aggiungere il grasso e per ultimo la cera mescolando in continuazione; attenzione: scaldare poco perchè c'è il pericolo che schiumi o si autoincendi e la cera si "altera". Tolta dal fuoco aggiungere stando lontano dal fornello, un pò di trementina, quanto basta al fine di ottenere una "pasta" morbida quando è fredda.
Le dosi: 30+30+30+10 in percento nell'ordine citato sopra.
Al posto dell'incenso va benissimo la colofonia; la cera deve essere quella d'api; il grasso deve essere corposo e denso, ottimo quello attorno ai rognoni di bue o di mucca, ma anche la vasellina filante è ottima.
In pratica si ottiene qualcosa di molto somigliante al famoso lucido per scarponi di una volta, quello che una volta si usava in caserma... che rendeva gli scarponi impermeabili e sempre asciutti.
Spalmare soffregando con uno straccetto sul legno, lasciar riposare un giorno e ripetere l'operazione.
Una protezione migliore la dà la gommalacca data a pennello, oppure, per i non filologici, le vernici poliuteraniche anche trasparenti.
Un saluto da Raff.


08/02/2014, 1:04
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