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Riproviamoci con.. l' olmo
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Autore:  jeval [ 20/01/2016, 9:36 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Riproviamoci con.. l' olmo

Fai trucioli , piano piano magari con una rasiera affilata , perché avrai sezioni che piegano poco rispetto ad altre .
E ricordati di esercitare l'arco fra una fase e l'altra , non sempre gli effetti di una raschiettata sono immediatamente evidenti , se non lo fai rischi in un secondo momento di trovarti "molle" la sezione che credevi rigida , e a quel punto devi ricominciare da capo e allora si che perdi libre .

p.s.
La risposta del flettenti può cambiare cambiando l'allungo e l'equilibratura può aver bisogno di aggiustamente sucessivi .
Il mantra è: "togli legno dove piega poco e non toccare dove piega di più" ,
magari , se hai fortuna arrivi a 28" con 60# invece di 50# e con una equilibratura quasi perfetta
a quel punto abbassare il libraggio non è un problema , sarebbe un problema se tu ci arrivassi con 35#
ma anche il quel caso qualcosa si può fare , pero speriamo che non sia necessario parlarne 8-)

Autore:  Kranio [ 20/01/2016, 13:13 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Riproviamoci con.. l' olmo

Tutto molto chiaro jeval grazie. ;)
Allora è meglio se aspetto ancora qualche tempo prima di incordarlo e lavorarlo sul tillerstick, intanto lo lascio riposare, controllo il peso ed inizio la sbozzatura di un altra essenza.
Tanto per non stare fermo. :mrgreen:

Autore:  Kranio [ 23/01/2016, 13:35 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Riproviamoci con.. l' olmo

Nuova sessione.
Come suggerito da jeval, ho pesato per 3 giorni di fila il mio olmetto, e magia magia, nessun calo neanche di un grammo, quindi ho deciso di continuare a lavorarlo ancora un pò. Ho rimostrato il lavoro a questa persona che mi segue (e gli ho anche parlato di sagittando, magari avete una nuova recluta, sicuramente un miglior acquisto del sottoscritto :mrgreen: ) e ci ha messo un pò le mani sopra. Con un pò di lavoro e suoi consigli abbiamo appianato tutti gli spigoli presenti nell arco con raspa e coltello, dai flettenti all'impugnatura, ed un po lavorato il ventre per permettere all' arco di piegarsi di più, infine messi gli incavi per la corda nei puntali.

Veniamo al sodo:

Lavorandolo sono emersi un paio di buchi all interno dell'impugnatura, non mi sembrano profondi e per la zona dove sono usciti, non mi preoccupo.

Allegato:
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Altro lato
Allegato:
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Autore:  Kranio [ 23/01/2016, 13:38 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Riproviamoci con.. l' olmo

Allegato:
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Appena ho un attimo di tempo fabbricherò la corda bastarda, ed insieme al maestro settimana prossima lo incordiamo per fare un tillering serio, speriamo :mrgreen:

Autore:  magin [ 25/01/2016, 19:06 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Riproviamoci con.. l' olmo

ciao Kranio, dalle figure l'arco sembra già finito e equilibrare i flettenti ora mi sembra un po tardi ...
ciao

Autore:  Kranio [ 26/01/2016, 18:22 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Riproviamoci con.. l' olmo

bè ancora non piega tantissimo, penso e spero che ci sia ancora materiale da togliere... vedremo presto. :?

Autore:  magin [ 27/01/2016, 20:27 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Riproviamoci con.. l' olmo

forse è solo un effetto ottico ma sembra che vicino all'impugnatura ci sia già poco materiale. Dipende poi naturalmente da che libraggio vuoi raggiungere. Succede con tutti i legni ma a chi ha lavorato l'olmo spesso capita che una volta incordato risulta più molle del previsto. Per questo io parto dall'inizio, durante la costruzione a cercare di mantenere i flettenti equilibrati e non farlo solo alla fine (è più facile da fare che da spiegare). Vediamo e speriamo che vada bene. ciao!

Autore:  Kranio [ 30/01/2016, 17:51 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Riproviamoci con.. l' olmo

Grazie dell intervento magin. Vi aggiorno quanto è successo.
Sono andato a trovare il maestro, abbiamo guardato la situazione e visto che materiale da togliere ancora ci stava in quanto ancora non piegava molto, e cosi ho asportato altro materiale. Successivamente costruita una corda bastarda, l ho incordato ad un brace di circa 4",ma haimè...
una sezione verso la metà di un flettente si è tipo deformata seguendo immediatamente la corda. La colpa è da attribuirsi a me per 2 ragioni:
1) presuppongo che nonostante le mie illusioni e buoni propositi il legno non fosse ancora secco quanto doveva.
2) piegando singolarmente il flettente anche una decina di volte il problema non si era mai manifestato, anzi la flessione sembrava armoniosa dall'inizio dell'impugnatura fino al puntale, ma appena è andato un attimino sotto stress con la corda ha ceduto subito il legno. Forse usando la corda bastarda prima come suggerito da voi avrei evitato il disastro.
In ogni caso il maestro ha detto che sarebbe comunque successo anche agendo in altri modi a causa della giovinezza del legno.
Abbiamo provato a tagliare un attimo un flettente ma, la deformazione si presenta proprio al centro quindi è stato poco utile.
Ho deciso che lo metterò sullo scaletto a riposare almeno 6 mesi, quando sarà pronto metterò mano al tiller un altra volta abbassando decisamente il libraggio e quando tutto sarà apposto lo cederò alla mia donna :roll: cosi non avrà scuse per non ricominciare a tirare.

quindi per adesso: Rimandato a settembre!

Nel frattempo il mio buon maestro mi ha ceduto dalla sua "gran riserva" una bellissima doga di robinia stagionata 5 anni....quindi non starò con le mani in mano, soprattutto ora che sono in ferie. 8-)

Nel frattempo ringrazio tutti della pazienza.

Autore:  magin [ 30/01/2016, 18:58 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Riproviamoci con.. l' olmo

ciao Kranio, no non è che questi guai succedono perchè il legno non è stagionato abbastanza. Ho costruito archi di olmo poco stagionati. Bisogna solo farli più spessi. Certo seguiranno forse un po più la corda ma quando diventano secchi poi recuperano di prestazioni. Il vero problema come ti dicevo sopra credo sia nella metodologia di costruzione. La gran parte delle rotture se ci pensate succede quando li si mettono sul tiller proprio perchè si aspetta alla fine ad equilibrarli invece di procedere per gradi. Anche per questo non uso mai farli con l'albero di equilibratura ma li controllo ad occhio man mano che asporto materiale. Ma come dicevo è più facile (e sicuro) da fare che spiegare.
ciao

Autore:  jeval [ 30/01/2016, 20:06 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Riproviamoci con.. l' olmo

magin ha scritto:
Il vero problema come ti dicevo sopra credo sia nella metodologia di costruzione. La gran parte delle rotture se ci pensate succede quando li si mettono sul tiller proprio perchè si aspetta alla fine ad equilibrarli invece di procedere per gradi.
.......................... Ma come dicevo è più facile (e sicuro) da fare che spiegare.
ciao

Come non quotarti magin ( anche se io procedo con una metodologia completamente diversa dalla tua )

@kranio: la vera sfida che ci lancia il legno è quella di confrontarci con un materiale che non è omogeneo , cambia da pianta a pianta, cambia fra doghe ricavata dalla stessa pianta e cambia all'interno della stessa doga ( basta un rametto , anche se abortito , basta anche una gemma mai nata ( ma c'è_c'è stato un accumulo di linfa in quel cm. di legno e questo lo rende diverso dai due cm. adiacenti :( )

@magin: cominciamo a pensare di aprire una discussione in "attrezzi e tecniche di lavorazione" per descrivere ognuno il proprio modo di procedere ? ( magari documentato da qualche foto )
Intanto mi porto avanti coi lavori e provo ad accennare al mio modo di procedere :
io il tiller ( statico , inteso come una stecca di legno con tacche da 4 a 30 pollici , ma anche dinamico , inteso come lo stesso accrocchio ma attaccato al muro con dietro un foglio ci compensato/masonite quadrettato, niente tacche ma un dinamometro ( pesavalige cinese da pochi euri ) con un'altro accrocchio per il tensionamento fatto da due bozzelli da vela per diminure la fatica ) lo uso tantissimo e da subito ( beh , quasi subito : appena la doga sbozzata comincia a flettere di un paio di pollici a pavimento.
Però invece di tagliare gli alloggiamenti per la corda uso una corda bastarda con due cappucci di cuoio
( tenuta lasca all'inizio , 3-4 pollici più lunga del futuro arco , e sto attento a che i puntali non si muovano più pochi pollici ( anche qui ha ragione magin, più facile da fare che da spiegare )
e inizio tendendo a 4~5 pollici , ed inizio ad equilibrare da lì !
poi accorci la corda bastarda e quando arrivo a qualche pollice oltre i 5-6 del brace l'arco è equilibrato
, ma con un potenziale carico a 28" maggiore di 80#
Però a questo punto è relativamente facile abbassare il carico , mantendo l'equilibrio fra i flettenti .

Una cosa essenziale in questo procedimento è esercitare l'arco ogni volta che si toglie legno .
anche per i motivi elencati sopra non sembre glieffetti si vedono immediatamente , una ventina di trazioni fra una truciolata e l'altra permettono al legno di assestarsi .

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