La storia delle impugnature non è slegata da quella dell'arco e alla sua evoluzione (o involuzione) sportiva.
A torto ci chiameremmo arcieri tradizionali se proprio noi disconoscessimo la tradizione da cui proveniamo.
Al contrario di quanto forse molti fra di noi ritengono, noi siamo legati al tiro... olimpionico.
E, tanto per cambiare, all'Inghilterra, patria di questo è di tanti altri sport.
Perché sia chiaro, noi dell'arco lungo non centriamo granché con l'Arcieria Tradizionale come oggi si intende, che proviene da una sorta di tiro istintivo di matrice americana che non ha che un secolo scarso di vita.
I nostri archi non avevano impugnatura perché crescevano con noi.
Il bambino aveva un arco da bambino e, mano mano che la sua mano cresceva, cresceva anche il suo arco.
Nel resto del suo tempo, quel bimbo impugnava vanga, zappa e aratro e certo non aveva la mano delicata come quella del sottoscritto, aduso alla tastiera del computer. Quella mano dell'impugnatura non sapeva che farsene.
Impugnava un arco giusto per lui con una bella mano piena di callosità.
L'arco non è rifinito, liscio e lucido e la sezione a D, beh non è sagomata da gente che conosce l'alfabeto.
A vent'anni, forse prima, si era in grado di padroneggiare anche archi tali da poter essere usati in battaglia e la caccia di piccoli animali (i più grandi erano proprietà del feudo) era ormai una piacevole consuetudine.
Ma l'arco-bastone, come lo chiama Magin, richiedeva dedizione e allenamento costante.
Pochi gli arcieri sufficientemente dotati da finirire nel professionismo militAre e grande la necessità di leva.
La polvere da sparo riusciva a creare un surrogato, meno preciso ma funzionale, in pochi mesi e l'arco venne messo da parte per il fucile.
Non da tutti.
Qualcuno dei più dotati, penso che esso potesse sopravvivere per il puro divertimento di colpire il bersaglio.
Uno di loro e Roger Ascham.
Stava iniziando la metamorfosi dell'impugnatura (e dell'arco).
Gli archi dovevano diventare oggetti in grado di fornire precisione.
Potere d'arrresto e capacità di uccidere non servivano più.
Dunque perché non assottigliarli?
Meno potenti, essi potevano anche tirare frecce più leggere e uguali tra loro, certamente potevano essere più flessibili e maneggevoli. Anche il brace poteva alzarsi, per diminuire le vibrazioni.
Cominciarono così gli archi-stuzzicadenti: flessibili, precisi, per certi versi forse persino più veloci.
Ma ballavano in mano.
Tuttavia il concetto di impugnatura ergonomica e di riser erano ancora molto lontani.
Le prime impugnature non furono in pelle, ma in stoffa. In realtà qualsiasi materiale capace di dare spessore assorbendo il sudore (quindi antiscivolo) era adatto.
Il velluto offriva un'ottima presa ed un che di eleganza. La nobiltà inglese opta per lui.
Forse è proprio il più gettonato, a giudicare dai reperti dell'epoca nelle collezioni dei più fortunati di noi.
Ma intanto si cominciava a capire che per diminuire ulteriormente le vibrazioni era necessario far lavorare meglio i flettenti, lasciando una impugnatura stabile. Le impugnature non erano più solo coperte di materiali in grado di favorire la presa, gli archi cambiavano geometria e cominciavano a dotarsi di accessori che garantivano costanza con minore sforzo.
Cominciano i primi spilli che permettono di valutare l'alzo con precisione. L'arco è ancora vagamente un longbow, ma un medievale non l'avrebbe riconosciuto.
L'arco comincio' anche a stratificarsi, grazie a colle più resistenti, ad avere maggior stabilità e durevolezza nel tempo.
Proprio in questa versione il longbow, che curiosamente prende poi il nome di gallese, sopravvive in forma davvero Tradizionale (sezione a D) fino ai nostri giorni. Talvolta con impugnatura in pelle.
Dall'epoca vittoriana si arriva all'ottocento.
La tecnica ormai è lontanissima, per conseguenza, visto che lo scopo è quello di fare punti al bersaglio concentrico.
Ora si può aprire l'arco con un solo braccio e tirare in completa apnea.
L'arco è diventato un giocattolo.
Le coperture dell'impugnatura diventano grip anatomiche e lentamente il legno esce di scena, lasciando il posto a materiali di sintesi. Le geometrie ricurve garantiscono maggiori prestazioni.
Siamo ormai al dopoguerra e l'arco è diventato quello olimpico tecnologico.
Ed è qui che qualcuno pensa che è bello ritornare ai bei tempi andati.
Ecco nascere il longbow moderno (in realtà un flatbow monolitico oggi sempre più corto e ricurvo, per accentuarne le prestazioni) con impugnatura rigorosamente in pelle.
Più tradizionale di così!!!
Il cinema fa il resto.
Dunque che cosa è più tradizionale, se dovessimo decidere di costruire una replica di un arco medievale di una bella impugnatura in pelle, capace di difendere il legno dal sudore, dandoci il giusto spessore alla mano?!?
Nulla da eccepire.
È così, con poca poesia e tanta praticità, che nasce la storica moderna impugnatura in pelle.
Ma sarei pronto a scommettere che un arciere medievale che dovesse risuscitare oggi, ad un arco stuzzicadenti metterebbe una bella impugnatura in nastro gommato. Allora, all'occorrenza, probabilmente la pelle sarebbe stata la più facile da reperire.
E noi?!?
Seguiamo il regolamento di turno, che così non si sbaglia.