la robinia in genere è molto veloce in chiusura e questo arco non tradisce le pretese,

ancora non l'ho spinto al massimo perchè deve farsi qualche mesetto di stagionatura.

sicuramente è un arco molto efficace che può tranquillamente superare i 200 metri.

Hal Herrin nel 3 capitolo di TBB2 riporta due tipologie di archi Cerokee
Uno sui 60" da 45# a 55# usato per la caccia e uno sui 70" da 60# a 80# usato nei tempi passati per la guerra
( ricordo che i villaggi Cherokee erano fortificati e circondati da palizzate in legno al di sopra delle quali correvano camminamenti tali e quali alle fortificazioni medioevali europee ) e al giorno nostri per uno sport chiamato cornstalk ( due bersagli da 90x 90 cm costruiti di fusti di granoturco pressati posti alle estremita' di un campo di tiro la cui lunghezza varia da 90 a 140 mt , si segnano i punti delle frecce a segno considerando anche la profondità con cui sono infisse .
per entrambi la sezione e rettangolare , flette anche l'impugnatura che e' la parte più massiccia dell'arco ed e' larga da 1 3/8" a 1 9/16" e spessa da 9/16 a 5/8
mentre i tips sono larghi da 7/8 a 1 1/16 .
rastremazione continua su larghezza e spessore .
Le nocche sono a diamante .
Sempre Herrin asserisce che le forme sono immutate da sempre e l'unica differenza e' quella dell'essenza , un tempo era preferita la robinia mentre ora la maclura .

tipo questo qua, rettangolare, sui 66" attribuito ai Creek ,

poi c'è l'acquerello di john White del 1585 ma da li si capisce poco sulla sezione

altro aspetto è la contaminazione che potrebbero aver subito dai coloni europei

visto che sono venuti in contatto molto presto.



più che cherokee bisognerebbe dire tutta la costa orientale.

Concordo ,dal Canada fino al Texas del sud passando per la Carolina la Georgia la Florida e la Luisiana .
In quanto alla contaminazione non mi preoccuperei troppo , gli acquerelli di John White sono dell'ultimo quarto del 1500 di coloni da quelle parti ce n'erano ancora pochi .

http://it.wikipedia.org/wiki/Erik_il_Rosso

alcune vicende precolombiane però danno adito a tante ipotesi avvalorate anche da scambi più che culturali , nel dna islandese ci sono tracce dei nativi americani.

magari qualche indiano ha potuto osservare da vicino dei vikinghi usare l'arco.

Probabile , però da quello che ne so Eric il rosso visse intorno all'anno mille e arrivò in Groenlandia .
Ammettendo che non non sia stato il primo e che i suoi antenati siano arrivati in America prima di lui saranno approdati dalle parti del Canada
L'insediamento di "L'Anse aux Meadows" sull'isola di Terranova è vichingo ma data al XI secolo .
Ci sono evidenze storiche che quattromila km. più a sud usavano archi lunghi 66" già nel X secolo , un po' troppo lontano nello spazio e un po' troppo vicino nel tempo per presupporre influenze culturali .
( curiosi che siete portate pazienza fino alla prossima settimana e vi racconto qualcosa in merito )

Bruno, potresti essere un ottimo giallista: sei molto capace far rimanere col fiato sospeso. Non potresti anticipare la seconda puntata? . Ciao, Mirco

Detto così, con noncuranza in fondo ad un post, ha il potere di suscitare la curiosità anche nei morti.
Aspettiamo la settimana prossima.
Raff

la descrizione su cui mi sono basato nascondeva un insidia , quando si parla di arco a D è probabile che non fosse un riferimento alla sezione ma alla forma dell'arco incordato.

quindi un arco cherokee ha forma a D e sezione a rettangolo a spigoli vivi con libbraggi fino a 80 e visto il colore scuro è probabile che sia fatto esclusivamente con il durame di robinia .

l'arco che ho realizzato io invece ha forma a D e sezione a D come i longbow di tasso.

insomma l'idea cherokee è diventata legna da camino .
la causa: era storto , ho provato a raddrizzarlo in molti modi, calore , legature su dima per un paio di mesi, niente , storto era e storto tornava.

la robinia la prossima volta andrà scelta con più cura , da bandire assolutamente i nodi.







non finisce qui!