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 Cera per ingrassaggio arco 
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Salve a tutti,
tornando alla ricetta di Oddr, vi informo che se "grattuggiate" la cera con una grattugia, un cucchiaino, una lama di coltello, essa si scioglie da sola nel solvente senza il bisogno di riscaldamento, nel giro di un'oretta o due.
I tempi possono variare poichè le cere possono variare da produttore a produttore.
Un saluto da Raff


02/09/2012, 1:14
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Iscritto il: 17/12/2010, 17:48
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Concordo con Giorgio. Il fatto è che non tutti abbiamo la possibilità di "sperimentare" in casa propria con pentolini, miscugli e misture. Io ad esempio quando ho provato a far sciogliere pura cera d'api aggiungendo poi olio di lino ne è uscito un casino bestiale in cucina, quindi ho detto stop.
Ecco perchè anch'io, dopo aver quasi rovinato un'arco a furia di spalmarlo con olio di lino cotto, su suggerimento di varie persone ho ripiegato sullo strutto. Economico, non odora (io lo conservo fuori frigo) e viene ottimamente assorbito dagli archi. Punto.
Secondo Raff non è filologico? Va bene, tuo punto di vista. Ma il problema degli eserciti medievali non viene di certo risolto pensando che si portassero dietro musture di cera d'api e colofonia. Anche di quelle ce ne sarebbero volute kg e kg, anche se in realtà per "ingrassare" un'arco basta un dito di grasso e non di più (tirandolo con la mano si scioglie e riesce ad ungere quanto basta tutto l'arco)

Secondo me la soluzione della protezione degli archi durante le campagne di guerra è molto più semplice. Qualsiasi composto vegetale/animale che trovavano durante le marce veniva utilizzato a tale scopo.

Ho avuto notizia da un personaggio della mia zona che ha condotto studi sull'arceria, che da uno scritto medievale da lui rintracciato lo scrittore diceva che il grasso migliore per gli archi era quello che si trova intorno ai reni degli animali. Appena riceverò copia dello studio in questione vi saprò dir di più.


02/09/2012, 21:14
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Cita:
Concordo con Giorgio. Il fatto è che non tutti abbiamo la possibilità di "sperimentare" in casa propria con pentolini, miscugli e misture. Io ad esempio quando ho provato a far sciogliere pura cera d'api aggiungendo poi olio di lino ne è uscito un casino bestiale in cucina, quindi ho detto stop.


anche io sono un casinista in cucina. Ma per preparare il mio intruglio, ho lavorato con la tecnica del "bagnomaria" utilizzando da subito il vasetto di vetro che avrebbe poi contenuto il risultato finale. Mi è andata liscia e mia moglie non si sarebbe accorta di nulla se non fosse per l'odore/profumo che è rimasto in giro per casa. Precedentemente avevo cercato di sciogliere la cera con il microonde (metodo non dei più felici, filologicamente parlando) ma il risultato non era soddisfacente: la cera si scioglieva troppo lentamente e male...

comunque l'ho detto più sopra: in passato utilizzavo il grasso dello speck e andava benissimo lo stesso.
Penso che, al di là di ogni discorso filologico (mi sembra che cera e grasso animale siano filologici tutti e due), un arciere di oggi come di ieri si arrangiava con quello che "passava il convento"...


03/09/2012, 7:40
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per quel che conta vi dico anche la mia esperienza. all'inizio, i miei primi archi non li trattavo. poi quando pioveva si imbevevano di acqua e si sollevavano le fibre diventando un po "ruvidi". così ho pensato di farmi dare del grasso di maiale da un parente che li macellava, grasso da macello con ancora tracce di sangue ecc. li ingrassavo e quando c'era il sole li esponevo perchè pensavo che potesse penetrare meglio. dopo qualche tempo si formava una patina che li rendeva impermeabili alla pioggia. ora non ho più a disposizione grasso da macello e così uso lo strutto che tanto mi sembra lo stesso. sulla penetrazione osservando un arco rotto mi sembra che non vada oltre ad uno strato superficiale molto sottile. credo che la storia che il legno vada tenuto "morbido" col grasso sia senza un fondamento, almeno per quello che ho potuto vedere ad occhio nudo. sicuramente isola dalla pioggia (che è quello che mi interessa di più), forse un po anche dal freddo (non saprei con precisione) per il resto non mi interessa ... mi basta così.

ciao!


03/09/2012, 8:33
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Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
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Ciao Tvllia,
Tvllia ha scritto:
....o ad esempio quando ho provato a far sciogliere pura cera d'api aggiungendo poi olio di lino ne è uscito un casino bestiale in cucina, quindi ho detto stop....

La prossima volta che vorrai tentare, ma presumo che non ci sarà più occasione, scalda moderatamente prima l'olio -non deve friggere!- poi aggiungi la cera. In questo modo eviterai che la cera assuma una temperatura pericolosa, prossima all'auto innesco della fiamma, coi pericoli che ne possano derivare ed emissione di fumi puzzolenti.
Tvllia ha scritto:
....viene ottimamente assorbito dagli archi. Punto.....

Grazie per la puntualizzazione, ma vedi ….una protezione per il legno non dovrebbe penetrare all'interno dello stesso, se ne viene assorbito lascia parzialmente sguarnita la superficie. Un'ottima protezione deve formare uno “strato” protettivo sul legno non dentro di esso.
Tvllia ha scritto:
....Secondo Raff non è filologico? Va bene, tuo punto di vista.....

La filologia non potrà mai essere un punto di vista personale con le opzioni del caso.
Vedi.... se vogliamo essere precisi io ho solo fatto notare che l'uso di un componente – lo strutto- è di dubbio, molto dubbio uso da parte dell'arciere nel periodo medievale e di sicuro non usato prima.
Se non era usato, è filologico tentare di convincere, con l'esempio che lo usi personalmente, che vada bene per l'arco medievale? Se la tua risposta e sì, dovresti accettare anche una corda in fibre sintetiche o un longbow in rattan o robinia.
Tvllia ha scritto:
....Ma il problema degli eserciti medievali non viene di certo risolto pensando che si portassero dietro musture di cera d'api e colofonia. Anche di quelle ce ne sarebbero volute kg e kg, anche se in realtà per "ingrassare" un'arco basta un dito di grasso e non di più....

Bè... vedi, l'esempio che le compagnie di arcieri si portassero dietro tutto l'occorrente per l'arco, di cui ho fatto una disamina qualche post fa, è anche avvalorata dal fatto che corde ed archi di scorta ne avessero a disposizione, anzi si narra che gli arcieri portassero la corda di scorta individuale sotto al copricapo durante le battaglie e non nella sacca al fianco. Sul fatto che basti un dito di grasso è solo una convinzione tua, o meglio dettata da altri che sostengono che l'arco vada ingrassato dopo ogni uso; se la componente protettiva era a base di altri componenti e non di strutto, lo strato protettivo era molto più durevole e non occorreva “ingrassare” ad ogni azione o meglio ogni volta che si tirava fuori l'arco dalla custodia in tessuto ed allora bastava una piccola quantità nella sacca portata al fianco.
Tvllia ha scritto:
.....lo scrittore diceva che il grasso migliore per gli archi era quello che si trova intorno ai reni degli animali....

Quel grasso particolare è stato da sempre usato per impermealizzare pellami e per la lubrificazione di parti in movimento: gli assiri, gli egiziani, i celti e poi i romani lo usavano, ad esempio, per gli assali dei carri, per gli alberi dei mulini, per i cardini di portoni e porte, ecc. Il suo uso è continuato fino alla scoperta dei lubrificanti derivati dal petrolio. Le locomotive a vapore dell'ottocento erano lubrificate con misture derivate dal quel grasso.
Si chiama sego, è immangiabile e l'ho già citato qualche post fa.
Ho tentato di farvi ragionare sull'uso non probabile dello strutto, (storicamente non esisteva come prodotto a sé e sopratutto quando lo si produceva al momento, friggendo del lardo o grasso animale, era per alimentarsi) ma vedo che il vostro punto di vista non cambia.
La soluzione al quesito è presente da lungo tempo sul nostro "piccolo forum".
Vi consiglio di leggere quanto postato dal nostro irritabile ma allo stesso tempo buon Marco ed ottimo bibliotecario, qui: viewtopic.php?f=26&t=823&p=14064&hilit=sego#p14064
IL LONGBOW MEDIOEVALE INGLESE
di Robert E. Kaiser, M.A.
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta all’interno del Journal of the Society of Archer-Antiquaries, volume 23, 1980


Da cui riporto:
…...Una volta che l’arco era stato costruito, avrebbe svolto un lungo servizio con poca manutenzione. Smythe ci dice che gli arcieri della Guerra dei Cent’anni usavano una mistura di “cera, resina e sego di buana qualità” lucidando con questa l’arco per proteggerlo da ”tutti i tipi di intemperie, il caldo, il gelo e l’umidità”. (45) Ascham dice che gli arcieri avevano custodie per l’arco, non di cuoio ma di tela grossa di canapa o lana per proteggere gli archi dagli elementi. (46)
Le corde dell’arco erano fatte con due materiali: nel 16° secolo le corde erano fatte con “buona canapa... (ma, precedentemente le corde venivano fatte con)... lino di buona qualità o seta." (47) Per conservare la corda dell’arco rinascimentale veniva usata colla impermeabile; veniva inoltre rinforzata avvolgendo strettamente con filo sottile. (48) Le corde venivano fissate alle tacche costruite con osso o corno. (49)...
..
Cera resina e sego danno una finitura che si aggrappa solidamente al legno, è sempre flessibile, compatta, impermeabile, durevole ed impedisce ai raggi ultravioletti del sole di arrivare al legno.
Chiedo scusa per la mia testardaggine.
Un saluto da Raff


03/09/2012, 13:52
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Località: Brescia
ciao a tutti.
Io ho trovato una proporzione ideale (per me) per il mio intruglio a base di cera d'api, strutto e trementina che mi permette di usarlo come fosse una saponetta.
Non mi chiedete le proporzioni, non ve le so dire perché il prodotto finale l'ho ottenuto continuando ad aggiungere cera d'api ad un primo impasto troppo molle, di cui non ho controllato il peso dei tre prodotti.
Ho messo il tutto nel microonde e mi si è sciolto benissimo.
Non sporca le mani più di tanto, lo strofino per bene sull'arco e poi frego velocemente con le mai provocando calore che mi permette di distribuirlo abbastanza uniformemente. Finisco mettendo l'arco al sole che completa lo scioglimento e il conseguente assorbimento superficiale da parte del legno. Dopo averlo lasciato per alcune ore al sole passo uno straccio che assorbe l'eccesso di prodotto ed ho pronto il mio arco ingrassato e cerato. Al tatto risulta asciutto e non scivoloso.
Premetto che questo trattamento lo faccio non più di un paio di volte l'anno perché vedo che col calore leggermente fiorisce quello che era stato assorbito.
Non sarà molto filologico come dice giustamente l'amico Raff ma funziona......... e questo penso che in fondo sia quello che interessa a noi che ci costruiamo gli archi, o no?
ciao da Paolo


03/09/2012, 14:00
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Iscritto il: 27/09/2010, 16:00
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Località: Medio Olona
Non vorrei innescare ulteriori malumori, ma credo che tra sego e strutto, la differenza, a livello di composizione, sia minima.
Diversa è invece la reperibilità, visto che non tutti hanno l'amico macellaio, ma un vasetto di strutto lo si recupera senza sforzo nel discount sotto casa.
Ovviamente non parlo di filologicità e non voglio neppure entrare nel discorso, altrimenti il rischio è quello di ... perdere la voglia.
Aggiungo che l'anno scorso ho fatto un piccolo esperimento, facendo liquefare cera d'api e miscelandola con strutto; il risultato era un panetto di cera più morbida, facilmente passabile su corde e archi, ma senza rilevanti differenze con i singoli materiali di cui era composta. Non significa nulla, naturalmente, ma volevo specificare che almeno un esperimento è stato fatto.
Morale: a ciascuno il grasso suo :lol:


03/09/2012, 14:06
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Iscritto il: 13/12/2010, 18:13
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Località: Genova - Prata Veituriorum
cito wikipedia...
http://it.wikipedia.org/wiki/Sego
"Il sego è un grasso di equini, ovini ma soprattutto di bovini.

La sua composizione chimica è vicina a quella dello strutto ma con maggior quantità di acidi grassi saturi. A differenza di quest'ultimo, può essere conservato relativamente a lungo senza refrigerazione, a patto che sia in un contenitore ermetico che ne prevenga il contatto con l'aria.

È usato in saponeria come antischiumante e nell'industria alimentare per alcuni tipi di margarine e surrogati del burro; fino alla fine del diciannovesimo secolo era usato per fabbricare candele e per la preparazione di campioni anatomici."

Che dire... evviva il maiale, che ha il grasso meno acido ;)

Ma, soprattutto... siamo sicuri che un tot di secoli fa chi scriveva facesse certa e sicura distinzione???
Ciao
Luca


03/09/2012, 14:39
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
ciao Raff, in effetti prima dello strutto e dopo la "sungia" di mio cugino che non ho più, usavo il lardo ma il Manx mi diceva che contiene sale e non va bene e che è meglio lo strutto. in ogni caso con un prodotto o con l'altro non ho notato differenza. lo uso solo per comodità perchè si trova più facilmente. avevo provato anche la cera da sola ma non mi sono trovato bene.

ciao!


03/09/2012, 22:45
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Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
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Località: tra l'oglio ed il chiese
Salve a tutti,
Nitopi ha scritto:
cito wikipedia...
http://it.wikipedia.org/wiki/Sego
"Il sego è un grasso di equini, ovini ma soprattutto di bovini.....
.....È usato in saponeria come antischiumante e nell'industria alimentare per alcuni tipi di margarine e surrogati del burro; fino alla fine del diciannovesimo secolo era usato per fabbricare candele e per la preparazione di campioni anatomici....."

Il link che hai riportato è solo una bozza molto incompleta e come tale può essere molto fuorviante.
Oggigiorno si chiama sego anche il grasso di pesce, idrogenato o no che sia.
Viene usato per una moltitudine di usi, tra i quali, oltre a quelli citati nella bozza di wikipedia, è usato come integratore o componente base nell'alimentazione di animali quali i suini, i cani, i polli, ( scatenò, insieme alle farine animali, l'epidemia di mucca pazza nei ruminanti, se ricordate bene); viene anche usato nella produzione del biogas da digestione anaerobica, come combustibile per caldaie a vapore, come carburante (preriscaldato a 90-100°) per la produzione di energia elettrica con motori a ciclo otto; denaturato e raffinato entra come componente base per creme di bellezza, creme medicinali e altro.
Prima dell'avvento del petrolio e suoi derivati l'unica materia grassa per lubrificare era il sego e quello intestinale era il migliore poichè non presentava carnicci vari. Si presta ad essere trasformato, termicamente e chimicamente, per ottenere un grasso con più "leggerezza".
Nitopi ha scritto:
.....Ma, soprattutto... siamo sicuri che un tot di secoli fa chi scriveva facesse certa e sicura distinzione???
Ciao
Luca

Sicuramente erano più seri di molti scrittori moderni, anche perchè lo scritto rimaneva in uso per lungo tempo, al contrario di oggi. Guarda, ad esempio la prima che mi viene in mente, quante falsità son state scritte sull'arco di holmengaard e fatte notare sia da Brizzi che da Jeval.

Comunque la mia non voleva essere, lo ripeto, una recriminazione sull'uso personale vostro dello strutto; sul proprio arco ognuno può usare la sostanza che meglio crede, ma allo stesso tempo ricordare a tutti che il suo uso non è nè filologico nè efficace.
@ Maghin, la cera da sola non può andar bene: normalmente la sua solidità non gli permette di entrare nei pori del legno e nel periodo invernale, quand'essa assume una rigidità eccessiva per il freddo, flettendo l'arco essa crepa producendo fessure che vanificano lo strato impermeabile. Ha bisogno di un "solvente" che la renda più morbida ma che allo stesso tempo sia atta a penetrare nei pori e formare lo strato protettivo. Gorthan ha sperimentato bene aggiungendo lo strutto, ma anche un olio sarebbe andato bene; tutto sta nel trovare la giusta "miscela"
Un saluto da Raff


06/09/2012, 3:00
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