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 Trattamento superficiale alla propolis per archi 
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Iscritto il: 08/07/2010, 20:21
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Ciao a tutti,
nuova formula per fornire i vostri archi di un trattamento superficiale oltre l'eccellenza, se trovate un apicoltore disposto a farvi un pezzo di favore.
Allora:
Ingredienti.- tintura di propoli (150 g), cera d'api (75 g), olio di lino (275 g)
si scioglie la cera nell'olio di lino riscaldato a bagnomaria, quindi si aggiunge a freddo la tintura di propoli. Naturalmente per questo tipo di impiego la tintura di propoli può essere preparata con alcool etilico denaturato al posto di quello puro, inoltre per risparmiare anziché usare propolis di "prima" ottenuto dalle griglie, si può usare anche quello "da raschiamento" dell'arnia depurando un pò le impurità.
Considerate che per la mia pagaia viewtopic.php?f=28&t=1913&hilit=Pagaia ho usato con ottimi risultati olio di lino, cera, resina di conifere e trementina, misura simile a quella che vi propongo in topic, ora :
la composizione della propolis finora scoperta è la seguente: resine e balsami 50-55%, cera 25-35%, olio essenziale 0,5%, polline 5%, altre sostanze 5% ; aggiungete poi le proprietà della propolis in questo caso sui possibili parassiti e funghi che potrebbero molestare i vostri archi ;)
Pare sia la ricetta usata da un certo " Stradivari" per i suoi meravigliosi violini.
Io per ora vado avanti con grasso di maiale, ma se qualche Sagittante maniaco volesse far suonare la nota della corda del suo arco come uno Stradivari, sono lieto di avergli fornito la ricetta e leggerò con piacere le sue considerazioni.


25/09/2015, 22:46
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Iscritto il: 12/06/2016, 8:06
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Non mi ricordavo di questo vecchio post.
Beh, ricetta raffinata ma, tutto sommato, credo eccessiva.

Un violino è un oggetto molto diverso da un arco.
Occorre certamente utilizzare una sostanza più fluida.
In primo luogo, perché è protetto da gommalacca, che va penetrata.
Secondariamente, perché uno strato troppo persistente finirebbe per frenare le vibrazioni (che sono il suo scopo primario).
In terzo luogo, l'investimento in sostanza più pregiate è certamente ripagato dal fatto che esso si tramanda nei secoli.
Aumentando di valore.

Un bell'arco in tasso, se viene usato spesso anche se correttamente, prima o poi segue la corda.
Anni, non secoli.
Comincia a perdere di potenza e, giustamente visto l'uso piuttosto violento a cui lo sottoponiamo, chiede onorato pensionamento. Quelli che ti hanno servito più fedelmente, talvolta li conservi ma è un fatto sentimentale.
Magari ti hanno fatto vincere qualche gara.

Sugli archi non è affatto negativo uno strato protettivo corposo.
Vale il melius abundare quam deficere.
Pioggia (oggi più acida di un tempo), sudore delle mani (soprattutto se non usi una protezione in pelle per la mano dell'arco) e urti più o meno violenti ne fanno beneficiare alquanto.
Se guardi un arco incerato dopo che ha combattuto sotto la pioggia, capisci subito cosa intendo.
Un solido strato di cera nuova toglie subito le piccole macchie bianche che la pioggia ha favorito.

Sai perché i violini si tengono in un panno di seta?
Per lo stesso motivo per cui i bachi la producono. La seta riesce a tenere fuori intrusi, come tarli e affini.
Inoltre isola perfettamente dall'umidità e dagli sbalzi di temperatura.
Chi di noi non usa custodie di seta per i propri archi, Usando magari una più popolare lana, lino o cotone, aggiunga un strato protettivo in più, che non guasta.

Grasso o cera?
Proteggono bene entrambi.
La natura, in fondo, li ha creati per quello.
Anche se il primo fa anche da scorta alimentare.

Entrambi possono essere scaldati fino a diventare liquidi, se si vuole dargli un po più di penetrazione nelle fibre del legno (senza arrivare alla finezza del l'olio di lino). L'arco ne sarà grato perché la maggior penetrazione aggiunge un blando effetto nutritivo alle fibre del legno.
Blando. Perché comunque, con il passare degli anni, il legno tende inevitabilmente a seccare e alle fibre non superficiali non si riesce ad arrivare.
All'inizio del trattamento l'arco si lamenta un po', e lo trovi più duretto del solito.
Ma come un buon amico, poi capisce che hai operato per il suo bene.
Ti perdona e torna il compagnone di sempre.

Personalmente preferisco la cera.
Mi piace il profumo.
Quando esagero un po' non ho lo sgradevole odore di rancido e anche la custodia si unge e si sporca meno.
Col passare del tempo, la custodia finisce per diventare un po' impermeabile per "effetto barbour" e mi piace pensare che era proprio in questo modo che gli eserciti di un tempo riuscivano a proteggere le loro preziose doghe lavorate durante le lunghe marce forzate cui erano sottoposti. Talvolta nell'umidità e nella pioggia.
...in quei casi, temo che il grasso animale, se fosse stato presente, avrebbe presto finito per portare un minimo di sollievo digestivo ad una milizia spesso malnutrita... :lol: :lol:
La cera, inoltre, può essere tirata a lucido e tu puoi vedere subito, nei ranghi, chi ha cura della propria dotazione è chi no.

Il grasso animale penetra un po meglio.
Tende a irrigidire meno e questo lo rende ideale per il cuoio.
Ma sicuramente è più gradito agli intrusi di cui sopra.
Insomma, va gestito con più attenzione.
Difficilmente un falegname, un mobiliere o un antiquario te la consiglieranno.


26/08/2016, 1:00
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Iscritto il: 08/07/2010, 20:21
Messaggi: 4559
Località: Insubria
Grazie @oliviero, fa piacere vedere che anche post vecchio di anni viviene rispolverato e diventa una discussione a disposizione della community.
Quoto un po' tutto, dissento solo sullo stereotipo che il grasso spalmato su un arco rancidisce e puzza.
Ho archi vecchi almeno un paio che vi ricevono la un 3 volte all'anno la loro manata di strutto scaldandolo semplicemente coi 37gradi corporei del suo costruttore che vorrei poter prima o poi farti annusare.
L' utilizzo di propoli, carnauba, colofonia, pece di betulla, urushi etc. é per continuare a sperimentare ed evitare di fossilizzare .
Grazie peper l'interesse e le corrette precisazioni.
Buoni trucioli
M


14/09/2016, 18:14
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Iscritto il: 12/06/2016, 8:06
Messaggi: 530
Località: Milano
Urushi?!?
Ho fatto restaurare una saya da mio fratello, che ha fatto liuteria.
Mi ha detto che non asciugava mai...
...devi essere molto più di ciò che ci racconti, mANx.

:lol: :lol: :lol:


14/09/2016, 21:39
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