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 l'arco di olmo della Mary Rose 
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
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Recentemente, grazie allo studio di A. Aston e J. Spence, due ricercatori gallesi, è saltato fuori che uno degli archi della Mary Rose era di olmo. Potete trovare tutte le informazioni su questo sito:

http://warbowwales.com/#/articles/4559117041

articolo BOW X1-3

Come si vede la forma è quella di un arco piuttosto largo e con sezione schiacciata al centro. Anche altri archi di olmo medievali ritrovati presentano queste caratteristiche (l’arco di Pineuil lungo 124 cm al centro è largo 42 mm e il frammento di quello di Haithabu doveva essere quasi lo stesso se costruito come quello intero di tasso ritrovato nello stesso sito). Questa sembrerebbe essere la caratteristica comune agli archi medievali costruiti con legni “bianchi” (olmo, acero, nocciolo, frassino). Il colore è chiaro sul ventre e scuro sul dorso poiché probabilmente di solito con questi legni restano tracce di libro se non addirittura la corteccia. Se si osservano alcune immagini di iconografie del passato ci sono archi che potrebbero rappresentare archi di questo tipo fatti di olmo o altri legni “bianchi”.


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22/10/2015, 10:07
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Questo è un classico esempio. Si tratta di una miniatura francese ca 1488. Si noti il colore, la forma e il brace piuttosto alto. Ma ce ne sono diversi altri …


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22/10/2015, 10:08
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In questo affresco della metà del ‘400 in provincia di Cuneo l’arco in mano all’arciere orientale in primo piano è composito mentre quello dietro dal colore sembrerebbe proprio un arco semplice di legno bianco (olmo, o nocciolo ecc.).


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22/10/2015, 10:12
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Qui sono rappresentati due archi molto simili tra di loro. Il primo (sotto ... non riesco mai a inserire giuste le figure) in un affresco del Baleison a Celle Macra nel cuneese mentre il secondo compare su un manoscritto fiammingo della stessa epoca (seconda metà del ‘400). Come si vede sono entrambi molto larghi al centro e più sottili verso le punte con i flettenti asimmetrici (quello inferiore appare decisamente riflesso mentre quello superiore deflesso) come succede a volte se si lavorano i tronchetti senza snaturarne la forma originale (vedi mia discussione sui noccioli dell’altro giorno)


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22/10/2015, 10:14
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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scuro sul dorso


dico la mia :
mi è capitato a settembre di scortecciare un olmo appena tagliato , la linfa ancora trasudava dal legno bianco quando l'ho ricoperto di strutto , adesso ha assunto un bel colorito marrone rossiccio


un warbow in olmo da me fatto da tronco scortecciato fresco in primavera e sotto strutto aveva questo aspetto.

Allegato:
Foto0237.jpg


22/10/2015, 12:37
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Grazie per la condivisione Magin .
Ne parlavo con Stefano poco tempo fa e ci interrogavamo su quanti archi avvessero fatto le analisi per determinare il tipo di legno fra quelli recuperati dalla M.R.
Pochi probabilmente , qualcuno a suo tempo deve aver sentenziato :
Sono archi inglesi e quindi di tasso .
Sarebbe ora che le facessero su tutti i reperti , forse avremmo delle sorprese .

Dovremo riconsiderare cio che abbiamo affermato a proposito delle scarse conoscenze arceristiche dei pittori tardomedioevali , forse non invertivano la posizione di alburmo e durame ma riproducevano fedelmente ciò che vedevano 8-)


22/10/2015, 16:28
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Cita:
mi è capitato a settembre di scortecciare un olmo appena tagliato , la linfa ancora trasudava dal legno bianco quando l'ho ricoperto di strutto , adesso ha assunto un bel colorito marrone rossiccio

ciao Bac, tempo fa ne avevo fatto anch'io uno di olmo togliendo subito la corteccia e una volta finito l'ho lascaito a seccare ingrassando il dorso e il libro marrone si è conservato e non è più saltato via (adesso ce l'ha un amico in Toscana).

Cita:
Sono archi inglesi e quindi di tasso .

bè quelli da guerra per la stragrande maggioranza saranno stati di tasso ma non dimentichiamo che è proprio negli editti inglesi che sono elencati i legni alternativi al tasso per fare archi di uso "comune" o per ragazzi ecc.

Cita:
Dovremo riconsiderare cio che abbiamo affermato a proposito delle scarse conoscenze arceristiche dei pittori tardomedioevali , forse non invertivano la posizione di alburmo e durame ma riproducevano fedelmente ciò che vedevano

è vero ma andrebbe considerato caso per caso e mai generalizzare. nella figura sotto ad esempio (sempre Baleison), come in altri casi, il colore dell'arco a destra sembra proprio quello del tasso e io propenderei in questo caso per l'errore.
ciao
Allegato:
1480 Italia Baleison1 - Copia (4).jpg


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22/10/2015, 17:05
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Iscritto il: 21/01/2014, 14:09
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Località: Segrate (MI)
Il dibattito sull'arco in olmo della Mary Rose mi ha sollecitato una riflessione sull'interpretazione dei reperti e, in particolare, sulle immagini. Non vorrei andate fuori tema ma mi vengono in mente le seguenti considerazioni:

1) di fronte ad immagini non possiamo far altro che interpretarle. Non è possibile "leggerle" come fossero fotografie (meno ancora filmati). Quantomeno perché sono bidimensionali, con colori o degradati o non rispondenti al colore rappresentato (es sculture, vasi etc.). Inoltre il movimento è di difficile rappresentazione e, relativamente all'arcieria, il movimento è essenziale
2) l'autore, del quale spesso nulla o pochissimo sappiamo, non necessariamente era arciere e conoscitore d'arcieria e, inoltre, spesso veniva incaricato e pagato per ritrarre, secondo le indicazioni del committente (oppure, semplicemente, voleva compiacerlo)
3) ogni lettura è discutibile, ma, la lettura di molte immagini ed il confronto fra queste, con l'ausilio della conoscenza dei ritrovamento archeologici e dell'esperienza costruttiva e di utilizzo, posso rendere più credibile e vicina al vero la lettura del reperto.

Per ora mi fermo qui e, se esiste già un topic sull'argomento, posso passare di là.

Buona serata a tutti


23/10/2015, 17:10
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
Allora … ho provato a riprodurre un arco di olmo come quello della Mary Rose. Credo che solo provandolo si può apprezzarne la qualità della filosofia di costruzione. Ne è risultato un arco potente adatto a scagliare frecce anche pesanti con efficacia. Questa “filosofia” l’avevo applicata anche ad archi di nocciolo con buoni risultati e penso sia particolarmente adatta ai legni “bianchi”. La parte centrale è larga con sezione ovale o lenticolare che piega tutta fornendo sicurezza (in questo caso max 42 mm x 29 mm) mentre verso i puntali si assottiglia diventando quasi rotonda e fornendo velocità alla freccia (almeno questa è la sensazione che ho avuto). L’originale è lungo 170 cm mentre il mio l’ho fatto di 190 (però considerando 9 cm per parte per le maniglie diventa 172 effettiva). E’ interessante che l’estremità inferiore ha una forma che assomiglia a quella dell’arco dipinto dal Baleison e anche a quello fiammingo esposti sopra (è una caratteristica che avevo riscontrato anche in altre doghe di olmo). Personalmente credo che i costruttori degli archi della Mary Rose siano quelli che più di tutti hanno saputo sfruttare al meglio le caratteristiche dei legni a loro disposizione per ottenere archi sicuri ed efficaci. Alcuni degli archi di Nydam ad esempio non danno questa impressione (anelli e nodi violati sul dorso ecc) come anche altri ritrovati dei secoli precedenti (quello di Haitabu è un po’ tozzo e anche se sicuro non sembra il massimo in fatto di efficienza ecc ecc)
ciao


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11/12/2015, 18:22
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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la maggiore larghezza gli conferisce maggiore stabilità evita gli svergolamenti ma secondo me è tutto peso che in fase di rifilatura può essere eliminato da un arco .
per caso emette anche una qualche "nota musicale" in chiusura?
le cronache raccontano che questi archi erano anche chiamati arpe del diavolo per via del suono che emettevano.


11/12/2015, 19:30
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