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 arco celtico? 
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allora analizziamo i dettagli (arceristici) ...

Prendiamo ad esempio il famoso caso del principe di Hochdorf. Per quanto riguarda gli elementi del corredo di origine diversa troviamo il triclinio in bronzo proveniente secondo gli studiosi, da qui (intendo l'area tra Ticino e Lago Maggiore - cultura di Golasecca) e un cratere in bronzo quasi sicuramente greco. Tutti gli elementi strettamente legati al defunto, abiti (compreso il tipico copricapo conico in corteccia di betulla) ed armi sono di fattura tipicamente celtica. La faretra e le frecce sono anch'esse tipicamente celtiche. La faretra è cilindrica in pioppo rivestito di pelliccia con coperchio e e guarnizioni di bronzo. Delle 14 frecce tredici hanno punta di ferro semplice ricavate da lamiera (una forma che si trova anche in altre tombe celtiche più povere) e una più elaborata sempre di ferro con tipica forma a foglia con innesto a gorbia. I legni da cui sono state ricavate sono fusaggine, viburno, corniolo, salice, nocciolo. Gli impennaggi fissati con pece di betulla e legatura. Interessante che le spirali di filo sono fittissime, circa una per millimetro. Ora almeno per frecce e faretra l'origine è certamente celtica. La stessa situazione la troviamo anche in altre sepolture come quella di Glauberg. L'impressione che ho io (ma è solo una teoria) è che per quanto riguarda abiti ed armamento il guerriero celta restasse fedele alla propria identità e ai propri antenati ...


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07/04/2019, 10:03
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... ora facciamo un viaggio nel tempo di mille anni sempre in quella zona e cosa troviamo ? ...
questa volta gli archi si sono conservati e sono archi semplici di tasso (Oberflacht). Le frecce sono fatte con gli stessi materiali e l'impennaggio è ancora quello. Solo sono sparite le punte semplici di lamiera ad inserimento sostituite da quelle a foglia con innesto a gorbia ...


07/04/2019, 12:19
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Cita:
ora facciamo un viaggio nel tempo di mille anni sempre in quella zona e cosa troviamo ?


fissiamo una data sesto secolo avanti cristo la tomba del principe di Hochdorf (Roma a quel tempo dove si trovava?)

mille anni dopo è medioevo ?

abbiamo affrontato questo tema più volte e ritorna , come la storia , come il gioco dell'oca,

su una cosa non ho dubbi , l'arco di tasso rappresenta una costante da quando si hanno notizie dell'arceria .
il fatto che avesse frecce con se il principe nel suo ultimo viaggio , tra l'altro frecce molto curate nell'impennaggio, e non un arco ma un ascia per me è un indizio pesante a dimostrazione che di archi ne avevano a bizzeffe nelle foreste di tasso .

ho dato un occhiata al resto del corredo , alto artigianato ! a intagliare un arco a gente che possiede la tecnica di costruzione della ruota a raggi lignei fa ridere!


07/04/2019, 12:51
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mille anni dopo è medioevo ?

nel 550 per convenzione si sarebbe nel medioevo ma è solo una convenzione moderna (!). in realtà quelche secolo prima del VI varie tribu germaniche si stanziarono in questo territorio originariamente solo celtico. le varie etnie si fusero formando la popolazione dei cosidetti Alamanni.

Cita:
tra l'altro frecce molto curate nell'impennaggio

esattamente ... probabilmente rispetto a quelle comuni sta qui la differenza

Cita:
e non un arco ma un ascia

no semplicemente l'arco non si è conservato a differenza della necropoli di Oberflacht. La testa dell'ascia è di metallo e non marcisce come il legno. Per quanto riguarda le frecce si sono solo conservati dei frammenti vicino alle punte metalliche e in corrispondenza dell'impennaggio perchè probabilmente il rivestimento di pece le ha protette dalla decomposizione. Ad Oberflacht le frecce si sono conservate intere come pure le borracce di legno ecc ecc ecc semplicemente per una questione di condizioni del terreno.


07/04/2019, 14:24
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Cita:
tipico copricapo conico in corteccia di betulla


Cita:
Gli Eburouices letteralmente "coloro che vincono per mezzo del tasso"
I Lemouices "coloro che vincono per mezzo dell'olmo"


Immagine

questo copricapo bizzarro sta a simboleggiare foglie di vischio, magari il principe in questione aveva la betulla per totem e gli altri tasso e olmo .

di sicuro avevano legami particolari con gli alberi dai quali ricavavano gran parte dei materiali per l'uso quotidiano.


07/04/2019, 15:44
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Cita:
magari il principe in questione aveva la betulla per totem e gli altri tasso e olmo .


In questo caso credo la simbologia non c'entri niente (parlo del cappello di betulla e tasso e olmo usati per gli archi). Più semplicemente quello conico, solitamente di corteccia di betulla perchè è un materiale che ben si adatta allo scopo, era un copricapo molto diffuso anche al di qua delle Alpi all'epoca:

https://biatec.wordpress.com/2015/06/16 ... po-ligure/

per il vischio invece si, era una pianta importante non tanto per scopi pratici quanto per simbolismo. cio non toglie che anche betulla e tasso per le popolazioni delle foreste avevano valenze simboliche.


08/04/2019, 18:02
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Perché non ci racconti un po’ di questa simbologia.
Ad esempio, qui da noi a capodanno porta bene baciarsi sotto ad una pianta o ad un ramoscello di vischio.
Spesso se ne fanno delle coroncine che possono essere al naturale, oppure dorate.
Che sia una usanza celtica?


09/04/2019, 7:20
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Ciao Oliviero, sinceramente non me ne sono mai interessato ... ma credo qui qualcuno ne sa di più sull'argomento.
Scappo ... ciao!


09/04/2019, 12:35
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Oliviero ha scritto:
Perché non ci racconti un po’ di questa simbologia.
Ad esempio, qui da noi a capodanno porta bene baciarsi sotto ad una pianta o ad un ramoscello di vischio.
Spesso se ne fanno delle coroncine che possono essere al naturale, oppure dorate.
Che sia una usanza celtica?


Soprattutto Strabione e Plinio il Vecchio raccontano l'importanza degli alberi nella cultura celtica e di riti particolari ,del resto vivere sulla terra sotto le fronde degli alberi con il naso all'insù verso il cielo non può che portare al rispetto se non alla venerazione. Capisco che non è immediato comprendere il concetto per persone che vivono su asfalto sotto cubi di cemento e il cielo lo vedono su schermi colorati per sapere se pioverà.
A riprova il fatto che, come ha dimostrato Maghin per Eburoni Eburovices e Lemovices, le tribù possono addirittura prendere il nome dalle piante che hanno sopra la testa.
Nelle terre celtiche, la quercia è l'albero dal legno forte che si sviluppa più degli altri verso il cielo, un po' come il concetto di colonne nelle cattedrali e basiliche del periodo gotico, tutto quello che proveniva dal cielo era un dono importante.
Come saprete il vischio è una pianta parassita che non ha radici in terra come le ha ad esempio l'edera, perciò ritenevano provenisse dal cielo insieme ai fulmini che, guarda a caso, in assenza del parafulmine di Benjamin Franklin, di solito colpiscono la pianta più alta, in genere la quercia, o sbaglio?
Il Nemeton o santuario pare si trovasse sotto alte querce(DUIR).
Non so se avete mai avuto la fortuna di raccogliere il vischio, è facilmente visibile perché sopratutto quello quercino presenta riflessi dorati e crescendo in inverno le piante che lo ospitano hanno già perso tutte le foglie consentendo più facilmente l'individuazione.
https://4.bp.blogspot.com/-e7pq-H3t07o/ ... 25FBD4.jpg
Il Natale è stato fatto coincidere con Yule una delle feste celtiche più importanti, altri non è che il solstizio d'inverno e la pianta più sacra che proviene dal cielo attraverso il fulmine in questo periodo è il vischio. L'intento per la Chiesa è sempre stato quello di sovrapporre per far sparire la vecchia tradizione lasciando qualche piccola traccia che anche @oliviero ha colto.
Il rito di taglio del vischio nel sesto giorno della luna da un druido vestito di bianco con un falcetto d'oro che lo fa cadere con rispetto su lenzuoli bianchi affinché nessuno lo tocchi e non finisca a terra per non disperderne la purezza.....ha portato matti al nostro pari a cercare ovunque questi falcetti d'oro, ma un po' come per gli archi celti non ne sono mai stati trovati :cry:

L'importanza del cinghiale, un animale dall'incredibile furor come racconta Caesar, è avvalorata dal fatto che si nutre di ghiande che guarda a caso cadono dalle querce.

Non prendete per oro colato quello che in breve vi ho raccontato, un po' è frutto di ricerca personale, un po' sono considerazione di un matto che non vede l'ora di camminare lontano dal cemento per mettersi a truciolare all'ombra delle farnie di fianco al Sass de la Preja Buia.


11/04/2019, 8:17
Profilo YIM WWW

Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
Sul vischio non mi pronuncio, come dicevo non me ne sono mai interessato. Credo però che ridurre al fatto che la quercia era considerata sacra per il semplice fatto che può essere alta e ricevere i fulmini sia una visione piuttosto semplicistica e moderna. Per le popolazioni delle foreste è naturale che l’albero in generale sia considerato sacro. Per i Celti la quercia, per i Germani il frassino ma anche betulla e tasso ad esempio avevano le loro valenze per le loro caratteristiche. Faccio qui alcune riflessioni personali … niente di particolare o di storicamente, scientificamente appurato. Che l’albero in generale sia elemento sacro per chi ci vive in mezzo penso sia la cosa più logica e naturale. E’ un potente simbolo di per se stesso anche senza i fulmini. Le sue radici affondano nel terreno, nella materia da cui tutto trae nutrimento, alle profondità della terra spesso è anche associato il regno delle tenebre, della morte. Il suo tronco possente, ponte di unione tra terra e cielo, fornisce il legno dal quale si ricava tutto ciò di cui queste popolazioni avevano bisogno, legna per il fuoco, per le armi, per costruire abitazioni suppellettili ecc. I rami sembrano braccia protese verso il cielo a ricevere l’energia sacra di sole e stelle, l’energia cosmica. Le foglie ricevono l’energia del sole e quelle di querce e frassini in inverno cadono per poi rinascere in primavera, il ciclo eterno della vita. Guarda caso ad esempio gli abeti, che sono ben più alti e più predisposti anche a ricevere i fulmini, non erano considerati sacri nello stesso modo. La quercia poi anche solo osservandola, è maestosa e più è vecchia, più ispira sacralità con il tronco contorto e rugoso come fosse il corpo e volto di un vecchio guerriero, coperto di rughe e cicatrici, che sia pur avendone viste di tutti i colori è sopravvissuto a tutte le battaglie, con i suoi potenti rami che si, sembrano forti braccia protese verso il cielo, verso il sacro, verso la divinità. Un abete pur con tutti i fulmini che gli possono cadere addosso non fa questo effetto. Pensiamo poi al fuoco … esso non è altro che l’energia del sole che grazie all’albero può essere immagazzinata e nuovamente liberata ed utilizzata al servizio dell’uomo ad esempio per riscaldarlo e illuminare anche quando nelle gelide stagioni invernali o di notte il sole si defila. E poi in fondo l’albero può anche essere un metafora dell’uomo stesso, con le sue radici che affondano negli istinti più primordiali e i rami che aspirano al divino. Ecco io da sempre nell’albero vedo questo


11/04/2019, 13:21
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