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 "fresco" di forgia 
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Iscritto il: 06/03/2011, 19:31
Messaggi: 842
Fogli di tela abrasiva di misura crescente, tanto olio di gomito e la pazienza di un certosino :lol:. Se poi hai la possibilità di adoperare una mola con la ruota di stracci e pasta abrasiva, sarebbe meno faticoso. Di solito ce l'ha un arrotino serio. Consiglio: NON, ripeto, NON fate affilare dagli arrotini ambulanti o nei mercati. Sono pochi quelli bravi. E' meglio spendere qualche centesimo in più, o magari fare qualche chilometro di strada in più, che ritirare un coltello, magari di pregio, rovinato. Ciao, Mirco


26/11/2012, 19:54
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Iscritto il: 29/05/2012, 23:09
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Località: Vrilissia - Grecia
Bravo bac, ma cerca di non farlo colpire dal sole :) se no è come se usassi il flash. Mettilo in ombra, non allo scuro, ma in ombra tipo sotto l'ombra di un ombrello o di un tetto, oppure aspetta le nuvole.
Ciao
Francesco


26/11/2012, 22:19
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Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
Messaggi: 2037
Località: tra l'oglio ed il chiese
Salve a tutti,
sempre che alcuno non intenda queste mie poche righe come offesa vorrei intervenire anch'io nella discussione.
Bac, hai fatto un bel lavoro, ma hai scelto un acciaio un po' ostico al limite con la tua “forgia”.
Quando non si conosce la composizione della lega da usare si può determinarne, in un certo qual modo, le sue caratteristiche: prova a leggere qui: http://books.google.it/books?id=NceZQrP ... le&f=false ma anche qui:
http://www.arcadilegno.it/viewtopic.php ... 06&p=81393
L'acciaio da te scelto dovrebbe essere una lega di ferro, silicio, molibdeno, cromo ed altri elementi che insieme contribuiscono ad ottenere le migliori caratteristiche per una molla di grosse dimensioni; al 99% si tratta della lega per molle denominata 52CrMoV4. Per quelle di piccole dimensioni basta un acciaio al carbonio-silicio con percentuale di carbonio che va dal 60 al 90 %.
Da questo documento scaricabile da questo sito: http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=5 ... Hw&cad=rja , potrai vedere che il valore della temperatura di tempra, oltre ad altri dati utili, è pari a 860° circa 90° al di sopra della temperatura di Curie, (perdita delle proprietà magnetiche che normalmente si aggira su di un valore di 770° circa, (768° per l'esattezza per una lega di ferro-carbonio comune e non importa quant'è la percentuale del carbonio, ma già a 700° diventa difficile giudicare la perdita reale di magnetismo), ma questa temperatura è ben distante da quella di tempra e usarla come riferimento per temprare non è molto attendibile anche perché una calamita in ferrite del peso di 30-50 grammi poggiata su di un metallo a 700-800° perde rapidamente il suo magnetismo arrivando a staccarsi da sola segnalando uno stato che non c'è; se è in magnetite ha una temperatura di lavoro massima di 585° Alcuni al pari di me lo sconsigliano come metodo: http://www.tuttocoltelli.it/public/phpB ... f=5&t=7983
Mirco dice di aspettare un po' di tempo oltre la perdita di magnetismo, ma questa indicazione potrà darti un risultato attendibile solo se conosci l'incremento di temperatura della tua “forgia” che, bada bene, non è lineare.
Questa tabella la giudico migliore rispetto ad altre già presenti sul forum; la parte a sinistra ti permette, oltre a riconoscere la temperatura del rinvenimento, di “colorare” un metallo ferroso ma le superfici dovranno essere finite.
Allegato:
colori e temperature.gif

Altro consiglio, se posso, è quello di non adoperare l'olio bruciato dei motori, ma piuttosto del semplice olio di semi che costa poco e ti assicura tempre con molto meno incrostazioni nere che dovrai ripulire con olio di gomito; il preriscaldo iniziale serve solo a mitigare l'azione della tempra veloce che può causare cricche o fessurazioni nel pezzo, ma puoi evitarla anche immergendo ed estraendo il pezzo dal bagno, come già ha consigliato anche Mirco, ma per questo serve pratica e controllo del valore di temperatura della tempera.
In definitiva: un grazie a Mirco per i suoi interventi ed un invito a Bac per mostrarci il bis.
Un saluto da Raff


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27/11/2012, 0:42
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
Cita:
un grazie a Mirco per i suoi interventi ed un invito a Bac per mostrarci il bis.
Un saluto da Raff


grazie,
quanto prima (ho ancora 3 molle e di una ne ho usato solo due spire) , visto che qua la faccenda si fa seria devo ristudiare a fondo l'argomento forgia visto che oltre il rosso arancio non riesco ad andare.


27/11/2012, 9:26
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Iscritto il: 06/03/2011, 19:31
Messaggi: 842
Cari ragazzi,ho cercato di esprimermi in modo che uno, digiuno di incudine e martello, potesse capire e ripetere il procedimento. Ho parlato "come mangiavo". Cioè ho cercato di insegnare le mie dirette esperienze. Quello che empiricamente ho imparato dilettandomi con forgia, maglio, martello ed incudine, sbagliando molte volte. Credo che lo sbagliare ed il non arrendersi, provando e riprovando, sia il massimo per imparare. Altri modi non conosco per forgiare una lama. Qualcuno di questo forum possiede un mio manufatto. Anche di un altro forum dove anche li si parla di archi e frecce. A loro ogni considerazione. Certo che si può usare anche l'olio di semi, però può dare una tempra superficiale, se non ho capito male, tipo cementazione, però devo dire che personalmente non l'ho mai usato. Certo che chi ne sa più di me ed ha maggiore esperienza è bene che metta la comunità a parte delle sue dirette esperienze. Come ho detto, sono qui per imparare. Ad maiora! Ciao, Mirco :lol: :oops: :lol:


27/11/2012, 15:17
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Iscritto il: 13/12/2010, 18:13
Messaggi: 2428
Località: Genova - Prata Veituriorum
E non dimentichamo che "non di sola lama vive il fabbro"....
A casa ho un paio di foto che illustrano la bravura dei fabbri orologiai...
Se mi ricordo le posto
Ciao
Luca


27/11/2012, 15:47
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
Cita:
Cari ragazzi,ho cercato di esprimermi in modo che uno, digiuno di incudine e martello, potesse capire e ripetere il procedimento. Ho parlato "come mangiavo". Cioè ho cercato di insegnare le mie dirette esperienze. Quello che empiricamente ho imparato dilettandomi con forgia, maglio, martello ed incudine, sbagliando molte volte. Credo che lo sbagliare ed il non arrendersi, provando e riprovando, sia il massimo per imparare.


io dell'acciaio sapevo e so tutt'ora poco o niente , però concordo non c'è modo migliore che mettersi con forgia e martello per tradurre in pratica il mare magnum di informazioni che la rete mette a disposizione.


27/11/2012, 20:16
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Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
Messaggi: 2037
Località: tra l'oglio ed il chiese
Ciao Bac,
anch'io approvo quanto scritto da Mirco che, prova e riprova, s'è costruito da solo il bagaglio di esperienza personale, comunque oggi abbiamo i mezzi per ridurre gli sbagli e controllare, studi personali a parte, se quanto scritto come "spam" in rete è veritiero o no.
Un saluto da Raff


27/11/2012, 21:53
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
a proposito di mare magnum ecco cosa dice wikipedia a proposito dell'acciaio per molle:

Cita:
Proprietà richieste sono:

tensione di snervamento vicina alla tensione di rottura;
resistenza alla fatica, ottenuta con struttura omogenea di almeno 80% di martensite* al cuore (quindi l'acciaio è molto temprabile).
Con le leghe al solo carbonio, in concentrazione superiore allo 0,40%, si hanno gli acciai armonici, per cemento armato precompresso, funi (in questo caso vengono patentati), strumenti musicali.
Per usi più impegnativi si aggiunge soprattutto il silicio fino al 2%, che rafforza ma infragilisce; il cromo aumenta la temprabilità, il nichel aumenta la tenacità. Alcuni esempi: 55Si7 per sospensioni e balestre dei treni; 52SiCrNi5 per molle di pregio; 50CrV4 (KVRG).
Si esegue sempre il rinvenimento a 450 °C così che i carburi precipitino ma non inizino a coalescere.



*http://it.wikipedia.org/wiki/Martensite


28/11/2012, 11:23
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Iscritto il: 14/03/2012, 11:37
Messaggi: 222
Penso che Mirco Grosso e Raff abbiano fornito un bagaglio di esperienze e conoscienze non comune.
Nel mio piccolo ho avuto la fortuna di avere un suocero che, con tutta la sua famiglia era , da noi si diceva cosi' : "battiferro",: erano maestri forgiatori , pensa che a suo tempo forgiarono i battacchi delle campane di Lourdes.
Molte volte entrando nell'officina , mi sono fermato per ore ad osservare il loro lavoro. Di una difficolta' ed una fatica estrema a manovrare sotto il maglio a balestra un battacchio di 150 Kg: ci volevano quattro persone ed il ferro era rovente.
In dialetto veneto dicevano che si doveva dargli molte " calde" e tante botte.
Usavano un forno alimentato a gasolio e raffreddavano cio ' che doveva essere temperato in olio esausto.
Mio cognato, il piu' giovane all'epoca , ora vicino agli 80, era incaricato di tagliare con il cannello le corazze di carro armato rinvenienti dall'ultimo conflitto mondiale; neppure questo era uno scherzo , l'acciaio legato delle corazze sotto il cannello schizzava ovunque.
Pero' le accette e le mannaie che uscivano dall'officina erano ricercatissime, come i denti di benna per gli escavatori.
Per esperienza riflessa, a chi volesse cimentarsi nel forgiare buone lame , consiglio di usare acciaio ricavato utilizzando le balestre delle outomobili, anziche' i molloni degli ammortizzatoiri , : stemperatina, raddrizzatina, sagomatura senza usare la flex e tempera solo dal lato tagliente ; il dorso deve restare morbido per assorbire l'eventuale impatto. Dimenticavo : rinvenimento.
Ho visto dei machete cosi' fatti che facevano inividia alle catane.( forse un po' esagero ).
Ciao a tutti Lino :D


28/11/2012, 16:36
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