FESSURAZIONE DEL LEGNO, facciamo un pò di chiarezza
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raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
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Salve a tutti, sempre più spesso si legge su questo forum ma molto raramente nei forum stranieri che ho la fortuna di frequentare, della necessità di spalmare di grasso, di vinavil, di gommalacca e quant'altro si presti alla bisogna le teste ma anche le superfici scortecciate dei tronchetti destinati alla stagionatura in attesa di essere tramutati in archi, come se dette sostanze fossero la panacea atta ad evitare le fessurazioni dell'amata doga o tronchetto. Permettetemelo, niente di più sbagliato. Un legno, similmente trattato, se messo a stagionare da verde, nel momento in cui il suo PSF si abbassa sotto al valore di 30 %, circa, che però varia da essenza ad essenza, inizierà inevitabilmente, protezione o non protezione, a diminuire di volume: -si accorcia ma di pochissimo; quest'effetto non arriva a toccarci anzi, modellando archi non lo rileviamo nemmeno -si restringe sia radialmente che tangenzialmente e questo eccome se lo notiamo anzi malediciamo, imprechiamo, chiamiamo in ballo la luna, fors'anche le streghe, ma in realtà la colpa e solo della nostra ignoranza, sì perché si tratta di ignoranza e non di altro. Ho citato e riportato qui sopra il PSF: punto di saturazione delle fibre; da questo valore di umidità, espresso in percentuale, proseguendo verso il valore di umidità a noi necessario (8-12%), i lumi cellulari si restringono e il legno comincia a subire deformazioni e variazione di volume che sfociano in lunghe fessure longitudinali. Allegato: tabelle ritiro di alcune essenze.v02.jpg In un tronchetto intero, compreso anche tutte quelle forme che mantengono all'interno della loro sezione la parte midollare della pianta, la stagionatura senza fessurazioni sarà impossibile e la prova è visibile sui travi e travetti ricavati da semplice squadratura di un tronco; al contrario quelli ricavati da sezioni periferiche di tronco rimangono integri. Questo effetto non è pregiudizievole alla resistenza di una trave ma è deleterio nelle operazioni di falegnameria. Vabbè, potrebbe dire qualcuno, ma io ho spalmato di grasso e me ne frego. Niente di più falso: il grasso, la vinavil, la gommalacca, non possono impedire la fuoriuscita (ed il suo rientro) dell'acqua contenuta nel tronchetto o doga, al massimo esercitano un'azione ritardante più o meno marcata allungando oltre misura i tempi di stagionatura. Allegato: fessurazioni tasso2.jpg La foto sopra mostra un'eloquente fessurazione nonostante una doppia spalmatura con vinavil e stagionatura biennale all'ombra Ricordo che la stagionatura generalmente è spiegata come una disidratazione che procede alla velocità di un centimetro per spessore per anno di stagionatura: una doga, scortecciata, non ingrassata, di 4 cm di spessore stagiona in due anni; una di 5 cm in quasi tre anni, ma se si “protegge” la doga con le sostanze descritte sopra chi ci può dire in quanto tempo stagiona? Nessuno, solo uno strumento che per i nostri giochini non possiamo permetterci per via del suo costo; si continua ad ingrassare e lavorare il legno dopo soli 3-6-8 mesi e poi ci si lamenta che quell'essenza cede sul ventre, l'olmo segue la corda, l'alburno non è buono, ecc. Segue....
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06/01/2014, 23:12 |
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raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
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Riprendo.... Allora, direte voi come si potrebbe superare? Semplice, come ho fatto io (ed anche mostrato i risultati ad alcuni): si spacca il tronchetto in quarti, dopo un mese lo si scorteccia e lo si lascia in ambienta scarsamente ventilato oppure all'esterno ma mai in posti dove arriva il sole, mai in garage in lamiera; sotto ad una tettoia va benissimo, in piedi e mai poggianti su di una tavola già stagionata. Unico trattamento utile è quello di un antitarme. Risultato: nessuna fessurazione da ritiro e tre di queste doghe hanno due anni di stagionatura. Allegato: doghe di olmo senza grasso.jpg Il sistema dello spacco in quarti si può applicare a tronchetti di almeno 11-12 cm di diametro, su quelli di diametro inferiore si può procedere allo spacco in due metà passanti per il centro midollare e limitando la larghezza della doga, rifilandola similmente a quella di un supposto arco che ci piacerebbe modellare. E' molto importante che il centro midollare del tronchetto e qui mi sto ripetendo, non sia parte integrante di una doga altrimenti il rischi di fessurazioni permangono, in special modo se l'essenza scelta ha valori di ritiro alti anche se il diam è di soli 5 cm come nella foto seguente. Allegato: tronchetto di scotano fessurato.jpg Un caso a parte è rappresentato da polloni-tronchetti-rami di piccolo diametro in cui, per la ragione che si tratta di legno giovanile, che tra l'altro ha caratteristiche inferiori al legno di un tronco maturo, il ritiro tende ad essere uniforme sul diametro e non sempre crea fessurazioni. Attenzione, però, alle percentuali di ritiro dell'essenza scelta; un esempio da me verificato: rami rettilinei di prugnolo di 5 cm di diametro si sono inevitabilmente fessurati di circa un cm. In pratica più è duro il legno più vi sarà pericolo di fessurazioni anche se è legno giovanile. In queste condizioni si deve sbozzare al secondo o terzo mese dal taglio, senza scortecciare. Ma il centro midollare potrà creare problemi come da foto sotto. Allegato: arco da tronchetto di sanguinello.JPG Il legno bisogna conoscerlo, amarlo e solo così si possono avere soddisfazioni. Le tabelle sono tratte da qui: http://www.webalice.it/inforestauro/umi ... gno_02.htmAll'occorrenza basta digitare su "S. Google" 'il ritiro del legno'. Un saluto da Raff
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06/01/2014, 23:38 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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bravo Raff! grazie così mi spiego perchè non ho problemi di fessure anche se non ho mai usato il grasso per la stagionatura ... io son meno scientifico ma non l'ho mai preso in considerazione. sugli archi finiti lo uso come antipioggia Cita: E' molto importante che il centro midollare del tronchetto e qui mi sto ripetendo, non sia parte integrante di una doga altrimenti il rischi di fessurazioni permangono, in special modo se l'essenza scelta ha valori di ritiro alti anche se il diam è di soli 5 cm come nella foto seguente. questo su tronchetti piccoli non mi è mai successo (fessurazioni) lasciandoli interi e con corteccia forse perchè li taglio in inverno (anche il tasso). ciao
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07/01/2014, 10:37 |
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bac
Iscritto il: 26/02/2011, 11:43 Messaggi: 2674
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il luogo dove si stagiona è altrettanto importante , il legno non dovrebbe mai essere esposto al sole.
spesso il dorso perfetto per un arco si trova proprio tra due fessure , molti maggiociondoli o robinie seccate o cadute presentano fessurazioni ed è proprio tra due fessure che si trova l'arco . inoltre la presenza di fessurazioni è indice di stagionatura finita e mette in evidenza meglio di qualunque altra cosa i tronchi avvitati.
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07/01/2014, 17:00 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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ciao Bac, sono perfettamente daccordo. il luogo di stagionatura poi è fondamentale.
per il discorso grassi e c. riporto una frase trovata dove indicato da Raff
"Questo comporta che anche dopo che il legno é stato posto in opera, qualunque variazione positiva o negativa del suo contenuto d'umidità si traduce in un cambiamento dimensionale. E non influisce molto il fatto che le superfici siano verniciate: l’umidità verrà espulsa o assorbita attraverso le microporosità che comunque permarranno. "
chiunque credo l'avrà notato anche con gli archi ingrassati o meno ma neanche la vernice come dice lì ... mi vengono in mente le barche di legno dei pescatori che quando vengono tirate in secco dopo un po le assi si restringono e tra una e l'altra ci sono larghe fessure e poi una volta ancora in acqua dopo un mese o poco più tornano stagne nonostante anche diversi strati di vernice.
ciao
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07/01/2014, 17:14 |
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raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
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Salve a tutti, Sono in fase di cambio gestore telefonico per cui sprovvisto di internet e servirsi del telefonino non é facile.
@Bac, il posto dove riporre le doghe o tronchetti é molto importante, direi decisivo per una buona stagionatura senza danni. Nelle abitazioni moderne le doghe non vanno mai tenute all'interno, ma sempre all'esterno condividendo con te che mai e poi mai debbono essere tenute al sole. Nelle abitazioni ''vecchio'' tipo, quelle coi muri spessi tipo la casa di Maghin, é possibile tenerle dentro senza danni perché in queste abitazioni l'umidita` rimane stabile, senza subire quei sbalzi pericolosi che portano a fessurazioni. @Maghin, il legno é definito anitrosopo per la sua qualita` di assorbire umidita` ed al contempo ''muoversi'' ovvero cambiare le sue dimensioni e tensioni interne. Per questo motivo si definisce, in modo improprio, il legno come materiale sempre vivo. Maghin, ti ricordi di quell'arco che seguiva la corda e che tu seppelisti sotto al mucchio di fieno? Ricordi ancora come apparve quando lo estraesti? Ma pero` i danni erano gia` permanenti... Un saluto da Raff
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07/01/2014, 23:49 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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ciao Raff Cita: Maghin, ti ricordi di quell'arco che seguiva la corda e che tu seppelisti sotto al mucchio di fieno? Ricordi ancora come apparve quando lo estraesti? Ma pero` i danni erano gia` permanenti... si, uno dei tanti archi votati al sacrificio dei miei esperimenti come quelli mostrati nella discussione "archi rotti" ciao
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08/01/2014, 20:30 |
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tripudio1
Iscritto il: 03/05/2011, 9:13 Messaggi: 160 Località: Padova
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Ciao Raff e un saluto a tutti quanti.. dal discorso per me emerge una domanda: cosa fare quindi con dei tronchi unti (vinavil,colla,grasso..) messi a stagionare? il tuo consiglio sarebbe quello di rimuovere la parte con la colla tipo tagliare una "fetta" di legno e continuare la stagionatura in questo modo? spero di essermi spiegato bene grazie
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11/01/2014, 11:57 |
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Tvllia
Iscritto il: 17/12/2010, 17:48 Messaggi: 267 Località: Mvtina
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Io ho esperienze un pò diverse, evidentemente non faccio testo l'anno scorso presi un piccolo spezzone di castagno, lungo circa 30 cm, e lo misi a terra nel mio garage (volevo farci un mazzuolo in legno) Dopo circa 1 mese l'ho scortecciato e lavorato. Finito il lavoro l'ho appeso alla rastrelliera degli attrezzi. Dopo 10 gg circa, mi scappa l'occhio sul mazzuolo e noto delle fessurazioni. Spalmo di grasso la testa tondeggiante nella speranza di fermare il processo. Ebbene, non so come ma ho fermato il processo, tanto che le fessurazioni sono quasi sparite. Presi un nuovo spezzone di castagno e, vista la precedente esperienza, lo spalmai di grasso sulle teste. Dopo 1 anno è ancora nel mio garage senza nessuna benchè minima fessurazione (nemmen scortecciato) Ora ho in garage a stagionare un tronchetto d'olmo e un tronchetto di Orniello tagliati a fine Ottobre 2013. Scortecciati subito dopo la raccolta (per evitare tarli), li ho spalmati di grasso su tutta la superficie e a tutt'oggi sono perfetti (li controllo ogni mese) Forse ho esagerato, bastavano le teste, ma ormai l'ho fatto. Vedremo cosa esce. Tra breve li spacco. Sulla zona midollare hai perfettamente ragione, essa è fonte delle fessurazioni. Ed ecco forse perchè si mette il "blocco" sulle teste dei tronchetti.
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11/01/2014, 21:09 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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ciao Tvllia, tutto fa testo e come dicevo nell'altra discussione ognuno ha i propri metodi a seconda delle condizioni ed esigenze. io non avendo mai avuto problemi lasciandoli dove li lascio non ricorro a nessun espediente a parte spaccare quelli grossi (quelle rare volte che mi erano capitati). se hai problemi di tarli, scortecciandoli e spalmandoli di grasso il tarlo non penso faccia le uova su superfici lisce e cosparse quindi va bene anche così. può anche essere che lo strato di grasso che metti unito all'umidità dell'aria del tuo garage siano sufficienti a rallentare l'essiccazione al punto da non creare fessure. per certo il grasso non è comunque sufficiente ad evitare tensioni in condizioni estreme. faccio un esempio: anni fa avevo fatto un esperimento, avevo fatto un arco da fresco da un tronchetto molto piccolo di tasso e poi una volta finito lo lasciavo spalmato di grasso in cucina vicino alla stufa. nonostante il grasso, sul ventre in corrispondenza di un paio di nodi, visto anche che il midollo era ancora tutto contenuto per quasi tutta la lunghezza dell'arco a causa delle sue dimensioni, le tensioni interne createsi con la rapida essiccazione hanno generato due crepe sul ventre che partivano dai nodi, che comunque non sono pericolose per il funzionamento ... nonostante il grasso.
ciao
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12/01/2014, 10:52 |
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