oh grazie ragazzi...siete andati avanti mentre mi riposavo e andavo a guadagnarmi la pagnotta
ebbene si, come affermate nei vostri preziosi contributi, la pece aveva un infinità di usi nel passato
e per alcune impieghi è rimasta insostituibile,
gisto per citare le corde del violino e anche come trattamento lucente per i legni di questo e altri strumenti musicali ad opera di liutai,
il calafataggio impeciando la stoppa e rivestimento delle imbarcazioni in legno,
per far scorrere i fili di lino belle cuciture dei calzolai,
per far combaciare i fori delle cornamuse,
eccetera...
come vi dicevo ho comprato uno scatolino e 1/2 di pece pura e recuperato una caccolina
Utilizzata la palletta e scoperto che era eccezionale per le corde degli archi
ho pensato di utilizzare la mezza scatoletta e di mischiarla con cera vergine d'api e 2 gocce di olio di lino e questo fu il risultato:
sul volantino ufficiale di SAGITTANDO vedete:
- sopra alla foto della coltella la scatola di pece pura con tanto di coperchio se avete intenzione di acquistarla da qualche parte penso sia utile per riconoscerla
- sotto sulla foto del tronco di olmo il rimasuglio della colofonia trattata dal padre o addirittura dal nonno del mio amico calzolaio
-a sx sopra alle scritte l'impasto che ho realizzato con cera d'api-olio di lino crudo e pece
L'impasto fatto da me è risultato troppo duro perchè temo di aver mischiato una percentuale troppo elevata di pece rispetto alla cera ma comunque funziona e tutto sommato scaldarla ancora e aggiungere cera d'api è un attimo
Se lo strofino in luogo della semplice cera sulle corde fiamminghe in lino degli archi ho notato un minor cambiamento sopratutto a temperature elevate che garantisce una minor necessità di ripassare la corda,
una costanza maggiore
e una miglior rigidità relativa,
oltre a una impermeabilizzazione penso addirittura doppia