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 Taglio osage o maggiociondolo 
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Iscritto il: 17/11/2010, 22:28
Messaggi: 365
-mANx- ha scritto:
Il legno,tende a essere una spugna:
se fuori é umido lui si inzuppa
Se é secco perde acqua
"Forse" la reidratazione "potrebbe" andar bene se avete un legno molto stagionato e decidete di costruire il vostro arco con asce in bronzo, selce e pietra verde,
Badate che io non sono per niente un esperto di queste tecniche precedenti l'età del ferro, sottolineo il condizionale e apprezzo ogni smentita.
Oppure se l'avete tostato suo ventre.
Ormai Giorgio é tutto un rifiorire di linfa, é bello zuppo e perdendola repentinamente le fibre si restringono creando crepe.Se "riuscissi"a ridurre pochissimo per volta l'umidita, stando attento che non si crei muffa, forse "potresti farcela", ma la cosa migliore é aspettare la stagione giusta.
Un amico di maghin che ho conosciuto taglia in agosto, forse perché ritiene secvo per il caldo torrido, ma diffido un po.
Adesso é stagione per scortecciare betulle per pece, recuperare resina, costruire aste con I polloni tagliati in inverno, cardare tendini, lavorare I tronchetti in stagionatura dall'anno prima.
Tra un paio di mesi con il cambio delle penne si possono recuperare remiganti per frecce.Ritorno si vicli naturali.


dovremmo creare un calendario dell'arcaio... in ogni mese cosa fare.... quanto materiale procurarsi per lavorare un po tutto l'anno....


20/04/2011, 22:51
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Iscritto il: 17/09/2010, 12:56
Messaggi: 2675
Località: Verona...
Nitopi ha scritto:
Come fa a stagionare se rimane in acqua?
Il maggiociondolo non ha grossi problemi a stare a mollo...
Altri legni non so, potrebbero marcire..

Ciao
Luca

Nesun legno marcisce se lo lasci solo il tempo di staggionare, anche se rimane in acqua il legno stagiona ugualmente, molto utile questo sistema nei mesi più caldi primavera, estate, autunno inizziato.
Non'è vero che non conosco questo tipo di stagionatura era solo indirizzata a chi volesse utilizzarla nel periodo più caldo. :mrgreen: ;)


21/04/2011, 1:16
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
avevo anche sentito che per agevolare la stagionatura e liberare certi legni da linfa e tannini si lasciavano un certo tempo dentro a ruscelli o piccoli corsi d'acqua.


21/04/2011, 7:42
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Ottobre 2009 verso il 20, prima neve sul Monviso, taglio di un citiso. 1 anno di stagionatura... si sono spaccati anche i nodi, l'unica doga utilizzabile è svirgolata. Le conifere, quindi anche i tassi si possono tagliare in agosto? mi è stato riferito che quest' essenze subiscono un periodo di "fermo" in piena estate. Da ragazzino, circa 1960, mi è capitato di vedere dei tavoloni di quercia immersi nel fossato di scarico di un mulino ad acqua, mio zio disse che, stagionati,sarebbero serviti per la ruota con le pale ma sarebbero stati durissimi da lavorare.Da un grossista di legname mi è capitato di vedere dei tavoloni, non ricordo l'essenza. appoggiati in verticale sotto una vera e propria doccia che, vista la struttura, penso utilizzasse frequentemente.


21/04/2011, 8:03

Iscritto il: 06/03/2011, 19:31
Messaggi: 842
Non sono un esperto in materia, ma ho letto in un libro di Mauro Corona, che i boscaioli, lasciavano , dopo aver abbattuto l'albero, un ciuffo di vegetazione sulla sommità per asciugare la linfa residua. Ciao, Mirco


21/04/2011, 8:05
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ho letto da qualche parte che gli Indiani non tagliavano completamente il tronco degli Osage, ma lo incidevano alla base lasciandolo in piedi. La mia riserva


21/04/2011, 8:17
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Iscritto il: 17/04/2011, 17:24
Messaggi: 158
Località: Monticulum
-mANx- ha scritto:
Il legno,tende a essere una spugna:
se fuori é umido lui si inzuppa
Se é secco perde acqua
"Forse" la reidratazione "potrebbe" andar bene se avete un legno molto stagionato e decidete di costruire il vostro arco con asce in bronzo, selce e pietra verde,
Badate che io non sono per niente un esperto di queste tecniche precedenti l'età del ferro, sottolineo il condizionale e apprezzo ogni smentita.
Oppure se l'avete tostato sul ventre.
Ormai Giorgio é tutto un rifiorire di linfa, é bello zuppo e perdendola repentinamente le fibre si restringono creando crepe.Se "riuscissi"a ridurre pochissimo per volta l'umidita, stando attento che non si crei muffa, forse "potresti farcela", ma la cosa migliore é aspettare la stagione giusta.
Un amico di maghin che ho conosciuto taglia in agosto, forse perché ritiene secco per il caldo torrido, ma diffido un po.
Adesso é stagione per scortecciare betulle per pece, recuperare resina, costruire aste con I polloni tagliati in inverno, cardare tendini, lavorare I tronchetti in stagionatura dall'anno prima.
Tra un paio di mesi con il cambio delle penne si possono recuperare remiganti per frecce.Ritorno ai cicli naturali.


Ero quasi arrivato alla conclusione (considerata la mia praticamente nulla esperienza in materia) di mordere il freno. Il tuo chiarissimo reply mi ha dato la spintarella definitiva in quel senso.
Gia' avro' il mio bel daffare con quello che riusciro' a procurarmi quest'inverno e davvero non ho bisogno (per ora) di aggiungere problematiche che attualmente non riuscirei a gestire.
Faro' tesoro dei vostri consigli ;)
Grazie a tutti


21/04/2011, 8:23
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mirco grosso ha scritto:
Non sono un esperto in materia, ma ho letto in un libro di Mauro Corona, che i boscaioli, lasciavano , dopo aver abbattuto l'albero, un ciuffo di vegetazione sulla sommità per asciugare la linfa residua. Ciao, Mirco

Io sò che in autunno le foglie ingialliscono perché la pianta preparandosi all 'inverno si riprende la clorofilla contenuta nelle foglie non avendo bisogno della sintesi. Un botanico ci illuminerebbe scientificamente. Nel frattempo è meglio attenersi alle tradizioni, funzionano...


21/04/2011, 12:22
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Iscritto il: 11/12/2010, 14:31
Messaggi: 653
Località: Peschiera Borromeo (MI)
Nel mio piccolo posso raccontarvi quello che mi sta succedendo.
Ho iniziato a lavorare la doga di osage tagliata il febbraio 2010 ( sei mesi in cantina aerata in ambiente fresco, poi rifilata grossolanamente con la sega a nastro, trattata con due mani di flating all'acqua e fatta maturare fino a 15 gg fa), asportando l'alburno.
Posso lavorare un'ora o due ogni tre giorni, e poi è subentrata la necessità di fermarmi per un viaggio, il tutto complicato da una costipazione pseudo unfluenzale. Insomma il lavoro è stato sospeso.
Quando sono andato a verificare lo stato del lavoro fatto purtroppo ho riscontrato la presenza di più crepe sul dorso (dove l'alburno non era ancora stato asportato completamente), ed una più profonda su una estremità fino al centro della doga.

Ho parlato con un amico costruttore di archi e mi ha consigliato d immergere il tutto in una vasca d'acqua (meglio sarebbe un ruscello) in modo da completare la fase di perdita di linfa, ovviamente ritenuta insufficiente.
Altrettanto ovviamente non ho una vasca delle dimensioni richieste e tantomeno un ruscello dietro casa (vedo solo asfalto e cemento...).

Allora, probabilmente la stagionatura non era completa e quindi l'inizio delle operazioni di asportazione dell'alburno hanno eliminato la pellicola di flating portando a una essicazione troppo repentina, da qui le crepe.

Quanto sopra se può essere di qualche aiuto.
Per quanto mi riguarda in questo momento non posso fare nulla e lascio le cose come stanno. Fra una quindicina di giorni, al mio rientro dopo Pasqua, vedrò se continuare o passare in discarica...


21/04/2011, 15:42
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Iscritto il: 17/04/2011, 17:24
Messaggi: 158
Località: Monticulum
Taccons ha scritto:
Nel mio piccolo posso raccontarvi quello che mi sta succedendo.
Ho iniziato a lavorare la doga di osage tagliata il febbraio 2010 ( sei mesi in cantina aerata in ambiente fresco, poi rifilata grossolanamente con la sega a nastro, trattata con due mani di flating all'acqua e fatta maturare fino a 15 gg fa), asportando l'alburno.
Posso lavorare un'ora o due ogni tre giorni, e poi è subentrata la necessità di fermarmi per un viaggio, il tutto complicato da una costipazione pseudo unfluenzale. Insomma il lavoro è stato sospeso.
Quando sono andato a verificare lo stato del lavoro fatto purtroppo ho riscontrato la presenza di più crepe sul dorso (dove l'alburno non era ancora stato asportato completamente), ed una più profonda su una estremità fino al centro della doga.

Ho parlato con un amico costruttore di archi e mi ha consigliato d immergere il tutto in una vasca d'acqua (meglio sarebbe un ruscello) in modo da completare la fase di perdita di linfa, ovviamente ritenuta insufficiente.
Altrettanto ovviamente non ho una vasca delle dimensioni richieste e tantomeno un ruscello dietro casa (vedo solo asfalto e cemento...).

Allora, probabilmente la stagionatura non era completa e quindi l'inizio delle operazioni di asportazione dell'alburno hanno eliminato la pellicola di flating portando a una essicazione troppo repentina, da qui le crepe.

Quanto sopra se può essere di qualche aiuto.
Per quanto mi riguarda in questo momento non posso fare nulla e lascio le cose come stanno. Fra una quindicina di giorni, al mio rientro dopo Pasqua, vedrò se continuare o passare in discarica...


Le esperienze vissute sono sempre di aiuto. Grazie anche a te Taccons :)


21/04/2011, 21:10
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