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 Arco storto, freccia dritta 
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Lo so Magin che è uno stravolgimento, però è davvero così.
Te lo faccio dire da un altro.

...Ai miei tempi il mio povero papà mi ha diligentemente insegnato a tirare con l'arco come mi ha insegnato il resto e così altri uomini coi loro figli. Mi ha insegnato ad aprire e a distendere il mio corpo nell'arco e a non aprirlo con la forza delle braccia, come fanno nelle altre nazioni, ma con la forza del mio corpo. Ho avuto archi che si accordavano con la mia età e la mia forza e, quando miglioravo, gli archi crescevano, perché gli uomini non tireranno mai bene se non ci crescono dentro.

Hugh Latimer (1487 - 1555), vescovo di Worcester


13/04/2017, 14:50
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Una donna farà una grande fatica ad aprire l'arco come fate voi.
Eppure l'arco è anche, forse soprattutto, donna.


13/04/2017, 14:54
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Quanto al funzionare...


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13/04/2017, 15:07
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Scusa ma una foto così non dice mica tanto ... come avrai capito io sono più pratico che teorico e credo a ciò che provo praticamente. Quando a Piacenza ti ho dato un arco davvero da 100 libbre a 70 cm non lo hai mica aperto tutto e ho provato a tirare come mi hai spiegato ma pur tenendo conto che non sono pratico, sentivo di fare una fatica molto maggiore che come faccio normalmente e non son riuscito ad aprirne neanche uno da 75 (un paio di anni fa). Quanto allo scritto infatti come faccio io non uso tanto le braccia quanto soprattutto spalle e muscoli della schena. Ma parlare serve a poco ... alla prima occasione (magari tipo Sagittando dal vivo) possiamo confrontare praticamente le due tecniche e poi parlarne in concreto.
ciao


13/04/2017, 16:11
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Il tuo stile è il tuo stile.
Ha poco senso cambiarlo, perché è emerso da un percorso personale che va avanti da trent'anni buoni.
Tra l'altro, efficace (perché secondo me usi i muscoli giusti) anche se un po' "fisico".
Ma negli anni, ne ho visti davvero di tutti i colori.
Ci sono ragazzi inglesi che fanno di quei "balletti" per tirare una freccia con un warbow, che te li descriveva già Ascham mezzo millennio fa.
Per loro funziona, va bene così.
Non sarò io a dire che sbagliano, se raggiungono il loro scopo.

Il punto è addestrare un gruppo di persone normali (che non sono necessariamente degli ercoli) ad usare un arco da guerra in modo potente e preciso.
Un gruppo che contiene, perché no, donne che sono abili come gli uomini.
Persone che sanno usare il corpo, come farebbero dei contadini, ma non forti e ben nutriti come un nobile che è addestrato alla guerra per professione.

A sentire Latimer, si, è possibile.
Anche a sentire me, a patto di seguire quello che dice Latimer da un punto di vista tecnico.
...e lui dice che occorre non usare le braccia e alzare il libbraggio gradualmente, possibilmente lavorando fin da bambini.
Quale arco apri e fin dove, è la misura del tuo allenamento in quel giorno.

Quello che dice quella foto è che si può fare davvero.
Niente di più, niente di meno.
Se poi vogliamo fare a chi ce l'ha più lungo, ti dico già che il mio è cortissimo... ...come avrai capito, punto tutto sulla tecnica.

:lol: :lol: :lol:

Si scherza, Magin.


13/04/2017, 17:11
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Cita:
Ci sono ragazzi inglesi che fanno di quei "balletti" per tirare una freccia con un warbow, che te li descriveva già Ascham mezzo millennio fa.
Per loro funziona, va bene così.
Non sarò io a dire che sbagliano, se raggiungono il loro scopo.

ecco è esattamente così ... non ho mai pensato che in passato ci fosse uno "stile unico" ma credo che salendo con i libraggi almeno la fase di apertura dell'arco tende giocoforza ad "omologarsi" per motivi "strutturali" e questo in genere viene naturalmente.
La cosa che mi incuriosisce nel caso dello stile adottato da voi è quale è stato il processo che vi ha portato a svilupparlo ... si questo è interessante. Non ho capito però questo:
Cita:
Una donna farà una grande fatica ad aprire l'arco come fate voi.

perchè?

ciao


13/04/2017, 20:13
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La nostra ipotesi è che i nostri antenati fossero meno ingenui e sprovveduti di quel che generalmente si ritiene.
Come noi, si sono dovuti trovare ad affrontare situazioni in cui è necessario tirare a lungo e mantenendo freschezza con archi forti. Spesso in condizioni di malnutrizione di malattia e comunque di debolezza dovute a condizioni di vita malsane estreme.
Agincourt, per dirne una.
Si può sviluppare una tecnica raffinata, ed è stato fatto un po' in tutte le culture arcieristiche della guerra, che soddisfa a questo bisogno, nonostante. Per fare ciò occorre lavorare prima di tutto sull'arciere (per questo occorre un arco che stimoli questo processo, come quello che è un semplice bastone in legno, ad esempio).
Lavorando sul corpo, ci si accorge presto che esistono delle linee di forza naturale che scorrono attraverso il corpo è che sfruttano ossa nervi tendini e muscoli per sviluppare naturalmente energia.
In modo assolutamente contrario a ciò che si pensa, questa energia si trasmette molto più efficacemente se il corpo è rilassato anziché contratto. Il corpo tende ad entrare in questa modalità operativa quando va in crisi, come se qualcosa dicesse: ora non puoi sprecare più niente, ogni freccia un morto altrimenti muori tu.
La nostra tecnica è in qualche modo emersa dalla pratica dura e prolungata.
Una volta che il corpo entra in questa modalità, va per conto suo.
Fondamentalmente lo affidi nelle mani del capitano e cambia anche lo stato mentale. Ti sembra di essere in un film che va al rallentatore.
Se ti sforzi, esci da questo stato di grazia e ti stanchi presto, soprattutto se c'è tensione emotiva.
Contrai molto di più del necessario e bruci rapidamente tutte le tue energie.
Si trovano talvolta tracce abbastanza evidenti di ciò nella tradizione.
Ad esempio nelle preghiere di ringraziamento.
Sono ad esempio i vari "non nobis Domine" con cui l'arciere riconosce di non essere stato lui a tirare con l'arco, ma che è stato Dio a guidarlo. Sono idee che non vengono per caso, se hai provato anche solo una volta.
Beh, la sensazione è molto simile, sembra che qualcuno si impossessi del tuo corpo guidandolo su linee di efficienza che hanno dell'inspiegabile. Se poi comandi gli arcieri, tu stesso ti stupisci di come facciano a fare certe cose.

Questa tecnica non si insegna.
Come dicevo, essa emerge spontaneamente dall'arciere.
Io sono convinto che OGNI arciere sa di cosa sto parlando. Però non c'è mai stato qualcuno che invece che castrarlo, tecnicamente parlando, dicendogli cosa deve fare, gli ha fatto capire che era solo necessario calmarsi, rilassarsi e fare silenzio dentro se stesso per ascoltare l'arciere che stava emergendo.
Al contrario, noi lavoriamo principalmente sull'arciere.
Facciamo si che egli emerga, favorendo l'emergere proprio a partire da questa tecnica.
Insomma, è una specie di trucco.
Guarda, in genere le parole non mi mancano, ma è davvero difficile spiegare a parole.
I giapponesi ci ricamano su con le loro mistiche zen, ma ti assicuro che è invece roba terra terra, alla portata di tutti.
Anche di un bambino.
Specialmente, come dice Latimer, di un bambino.
Perché quello è ancora capace di ascoltare se stesso, invece che l'istruttore.
Capisce subito.

Perché le donne?
Perché l'arco è sempre stato l'arma dell'indifeso e debole.
Apparentemente...
Perché se emerge l'arciere, anche se le tue masse muscolari sono la metà di quelle di un uomo, riesci a trovare il modo di impiegare al meglio il tuo corpo e presto la differenza tra i due sessi si assottiglia fin quasi a scomparire.
Quando l'arciere emerge non è né uomo né donna, è semplicemente un arciere.
Irrigidisci i muscoli delle braccia, ti troverai la femminuccia isterica che affronta quaranta libbre come se fossero l'Everest.
...e che infila il gomito nella traiettoria della corda.
Rilassati, e ti troverai tra le mani una tigre.
L'arco, come hai visto dalle immagini, è sempre stato in mano alle donne.
Io credo che uno dei motivi stia qui: il guerriero emerge facile, anche senza muscoli.

...e ho idea che qualche sorpresa ci possano presto riservare i disabili...

Sempre parere personalissimo.


13/04/2017, 22:07
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Ora, fammi però anche essere realista, come dice Hawkwood, in un mondo che non è più medievale.
L'arciere emerge facile....

Per fare un arciere ci mettiamo dai tre ai cinque anni.
Se considero il mio percorso e il tempo utilizzato per capire certe cose, oggi emerge facile.
Se considero invece che i corsi oggi non devono durare più di sei mesi, perché ...sennò la gente si stufa.
Beh, allora ci vuole un'eternità.
In quel tempo nelle più note federazioni arcieristiche ci fanno degli istruttori, in grado di formare altri arcieri.


13/04/2017, 23:46
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Località: Segrate (MI)
Ciao a tutti i lettori di questo, almeno per me, interessante topic e del relativo dibattito.
Mi spiace che solo in tre di Sagittando sono intervenuti.
Mi piacerebbe che altri intervenissero, prima di dire di nuovo la mia, in particolare su questi punti, dopo aver letto con attenzione ciò che è stato scritto:

1) che senso ha oggi, se ce l'ha, riproporre la figura dell'arciere antico (in particolare, ma non solo, medievale)?
2) l'uomo (la donna) arciere che rapporto aveva e che rapporto può avere oggi con il suo arco?
3) in battaglia, nel medioevo (si, è vero dura mille anni, quindi distinguiamo pure periodi e zone diverse dell'Europa e del mediterraneo), c'era un solo modo di usare l'arco, o modi diversi in relazione ai contesti bellici?
4) la pratica di tiro è essenziale per "provare" o anche mettere a punto le proprie teorie. Troviamo il modo di farlo, che ne dite?

Per ora i fermo qui. Ai silenti la parola.

Nelle immagini alcune istantanee di arcieri ad Hastings nel 2006


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14/04/2017, 15:13
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(l'arciere mancino in seconda foto sono io... come fai ad avere queste foto :D :D :D )


14/04/2017, 15:52
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