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 Arco storto, freccia dritta 
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Oliviero ha scritto:
(l'arciere mancino in seconda foto sono io... come fai ad avere queste foto :D :D :D )

Me le ha date, dopo averle scattate, l'uccellino. Ne ho altre in cui ci sei tu.
Ne ho anche dell'anno scorso, senza te...


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14/04/2017, 16:32
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...dimenticavo.
In quegli anni dovrà anche padroneggiare una quindicina di fondamentali che gli permetteranno di mantenere quello stato psicofisico singolarmente e in gruppo sul campo.
Perché se mi si perde la prima volta che si deve avanzare tirando in file alternate, siamo punto e capo.

:lol: :lol: :lol:


15/04/2017, 13:45
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Ho trovato un modello migliore del sottoscritto per spiegare la tecnica dell'arco nell'arco e l'allineamento gomito punta della freccia.
In modo abbastanza casuale.
Mi chiedo se qualcuno di voi la conosce
:lol:


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17/04/2017, 21:54
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La foto è interessante anche perché un adulto di lato in foto ci fa capire immediatamente quanto il vescovo fosse tutt'altro che uno sprovveduto, sia riguardo alla forza fisica della muscolatura impiegata, sia rispetto alla questione della necessità di far crescere i piccoli da subito nell'arco.


17/04/2017, 22:25
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Ho letto questo lunghissimo post, ma francamente non ho capito quasi nulla. Colpa della mia ignoranza, lo ammetto però...

Oliviero, mi sembra che tu faccia elucubrazioni mentali sul tiro con l'arco nel medioevo che sono pensieri filosofici moderni.
Ma nel XIV sec gli arcieri in battaglia campale mica tiravano "di precisione" pensando all'arco se era perfetto nelle forme, alla freccia se era perfettamente dritta. Praticavano il tiro alla distanza quindi come apri l'arco arco, come esce la freccia, come tendi, come tieni inclinato l'arco, che tecnica usi cosa contava?? Si tirava a distanza e nel mucchio dei nemici, mica si faceva tiro mirato come facciamo noi moderni.

L'unico tiro mirato che gli arcieri medievali facevano era quando difendevano torri e mura, scoccando quindi dall'alto verso in basso, a distanze più brevi che in campo aperto. Ma anche facendo questo tipo di tiro un poco più mirato (che io ho avuto la fortuna di provare svariate volte) la parabola, il dover tirare da dietro o sopra un muro/merlo e la necessaria velocità di tiro che bisogna tenere, giocano molto sulla precisione di tiro. Dulcis in fundo: la concitazione della battaglia (che noi moderni nemmeno sappiamo cosa sia), a mio avviso, faceva la reale differenza.

Quindi, con tutto il rispetto, francamente non capisco le tue domande. Scusami se sono così diretta, non me ne volere


22/05/2017, 23:38
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Rita digit:

…...Ma nel XIV sec gli arcieri in battaglia campale mica tiravano "di precisione" pensando all'arco se era perfetto nelle forme, alla freccia se era perfettamente dritta. Praticavano il tiro alla distanza quindi come apri l'arco arco, come esce la freccia, come tendi, come tieni inclinato l'arco, che tecnica usi cosa contava?? Si tirava a distanza e nel mucchio dei nemici, mica si faceva tiro mirato come facciamo noi moderni.
L'unico tiro mirato che gli arcieri medievali facevano era quando difendevano torri e mura, scoccando quindi dall'alto verso in basso, a distanze più brevi che in campo aperto…..


Ciao Rita, bentornata.
Rispondo alle tue affermazioni, che riporto, in parte, sopra.
Innanzitutto, almeno secondo me, gli arcieri militari medievali (gli inglesi, ma non solo loro) usavano per lo più archi e frecce con specifiche caratteristiche (soprattutto la potenza) che gli venivano date per la battaglia. Erano ben addestrati alla bisogna ed avevano una profonda conoscenza degli oggetti che gli venivano assegnati. Non praticavano solo il tiro a distanza. All’occorrenza, anche nelle battaglie campali, o negli scontri (scaramucce, pattugliamenti etc.) nei vari teatri di guerra, scoccavano contro il nemico anche da pochi metri; ed era sempre questione di vita o di morte. La precisione era vitale. Senza dimenticare poi che la scuola dalla quale provenivano (cominciavano sin da bambini a scoccare frecce) era spesso la caccia; lì hai un solo tiro e se non colpisci, non mangi. Vedi tu…
Vorrei però riproporti alcune domande che ho postato, sempre su questo topic Arco storto, freccia dritta il 14/4 scorso.

Che ne pensi?

Le mie domande
1) che senso ha oggi, se ce l'ha, riproporre la figura dell'arciere antico (in particolare, ma non solo, medievale)?
2) l'uomo (la donna) arciere che rapporto aveva e che rapporto può avere oggi con il suo arco?
3) in battaglia, nel medioevo (si, è vero dura mille anni, quindi distinguiamo pure periodi e zone diverse dell'Europa e del mediterraneo), c'era un solo modo di usare l'arco, o modi diversi in relazione ai contesti bellici?
4) la pratica di tiro è essenziale per "provare" o anche mettere a punto le proprie teorie. Troviamo il modo di farlo, che ne dite?


23/05/2017, 8:31
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Io credo che Tullia abbia ragione.
Io parlo per quella che è la mia esperienza di arciere medievale moderno.
Io dico quelle che sono le mie esigenze sul campo di battaglia e parlo delle mie emozioni di oggi.
Lascio a voi più esperti di Medioevo giudicare se queste esperienze hanno attinenza con il periodo passato e con quanto era d'uso.
Probabilmente non lo sono, se allora si tirava nel mucchio.
Ad esempio, se vedo un sedere che sporge in bella vista da un muro di scudi, beh, io lo centro.
Se poi non è filologico e nel periodo non si faceva, francamente non mi importa più di tanto.
(...Certo quel fante difficilmente commetterà lo stesso errore una seconda volta).
Mi viene anche da pensare che se non fosse una blunt, quel fante avrebbe quindici centimetri di acciaio e legno piantate in corpo. Non esattamente la condizione ideale per combattere...


23/05/2017, 20:53
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Oliviero ha scritto:
Io credo che Tullia abbia ragione.
Io parlo per quella che è la mia esperienza di arciere medievale moderno.
Io dico quelle che sono le mie esigenze sul campo di battaglia e parlo delle mie emozioni di oggi.
Lascio a voi più esperti di Medioevo giudicare se queste esperienze hanno attinenza con il periodo passato e con quanto era d'uso.
Probabilmente non lo sono, se allora si tirava nel mucchio.
Ad esempio, se vedo un sedere che sporge in bella vista da un muro di scudi, beh, io lo centro.
Se poi non è filologico e nel periodo non si faceva, francamente non mi importa più di tanto.
(...Certo quel fante difficilmente commetterà lo stesso errore una seconda volta).
Mi viene anche da pensare che se non fosse una blunt, quel fante avrebbe quindici centimetri di acciaio e legno piantate in corpo. Non esattamente la condizione ideale per combattere...


Che cosa curiosa Oliviero.
Mi è capitata proprio questa cosa, a Carcano, (Tassera) nel 2008.
Tiravamo contro uno schierameto di fanti protetti da palvesi. Christian ha messo fuori le chiappe, coperte da maglia di ferro e gambeson.
L'ho centrato sul deretano con una freccia protetta. L'ha tirato subito via, coprendosi interamente dietro gli scudi e al secondo tiro non l'ho colpito più...

P.S.: l'ultimo, grosso e con lo spadone puntato a terra è Christian dopo essere stato colpito al deretano


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23/05/2017, 21:58
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Oddio, non sembrano esattamente blunt...
Evidentemente questo Christian di ferro ci aveva anche le chiappe!!!
:lol: ;)


23/05/2017, 23:04
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Oliviero ha scritto:
Oddio, non sembrano esattamente blunt...
Evidentemente questo Christian di ferro ci aveva anche le chiappe!!!
:lol: ;)

No, Christian non le aveva di ferro, le chiappe.
Poi di "blunt" ce ne sono di diversi tipi, più o meno sicure, più o meno costose, più o meno accettate dai regolamenti dei singoli eventi


23/05/2017, 23:09
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