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 frecce antiche - materiali, dimensioni, peso 
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Quì si vede bene: http://youtu.be/hBB0asPUITE


08/05/2011, 7:19
sanguinello ha scritto:
Quì si vede bene: http://youtu.be/hBB0asPUITE

http://youtu.be/VH5a8fYigWc


08/05/2011, 8:57

Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
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Omaggio a Maghin


:lol: grazie Sanguinello, ma è il Manx il "Celta" del forum!

sull'utilizzo del siper o solenarion come lo chiamavano i Bizantini non mi risulta che fosse usato anche dai Romani, fonti iconografiche o archeologiche non ne conosco, Vegezio parlando dell'addestramento degli arceri non ne fa cenno e nemmeno altri autori come Cesare o Ammiano Marcellino che io sappia.
osservando i bassorilievi dell'epoca delle frecce di Dura Europos si vedono archi molto corti e con brace minimo. è possibile che fino al II-III secolo l'arceria fosse utilizzata dai Romani solo per azioni di "disturbo" e scompligliamento a lunga distanza (frecce corte e leggere con impennaggio molto basso scagliate da archi corti ma potenti vanno molto lontano) o in casi di assedio o controllo di "passaggi obbligati" ecc.
inoltre archi e frecce corte sono più comode da usare in spazi ristretti come in uno schieramento o dietro merlature di fortificazioni.
Si spiegerebbe così anche il passaggio di Cesare riportato nella discussione sull'arceria dei Celti in cui notava "l'imponenza" dei tiri dei nemici superiori a quelli dei Romani.


08/05/2011, 9:14
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Nel senso che ho fatto molta meno fatica a trovare polloni di olmo piuttosto che di frassino

ciao Luca, le frecce di frassino ritrovate come quelle di betulla, pino, faggio ecc erano ricavate da tronchetti spaccati, non da polloni. il discorso di Sanguinello sulle caratteristiche meccaniche dei polloni è corretto ma applicabile più a legni come nocciolo e vibruno. personalmente uso frecce di frassino da anni e fino ad ora non ne ho mai rotta una al contrario di quello che invece mi è successo ad esempio col pino silvestre. anche quelle di polloni di viburno fino ad ora non si sono rotte.
è interessante notare come le frecce di pino di Stellmoor, 8800 aC forse le più antiche trovate, fossero state ricavate da tronchi masselli di pino e non da polloni. alcune addirittura sono composte di più parti unite con inserti a coda di rondine cosa questa che ci fa capire come riuscissero a sfruttare al meglio la primitiva tecnologia dell'epoca.
Allegato:
P3200015.JPG


come si vede le frecce preistoriche non erano solo ricavate da polloni ed in epoca storica l'uso dei polloni scompare quasi del tutto almeno a giudicare dai reperti
personalmente con gli archi che uso io evito l'utilizzo di polloni. mi trovo molto meglio con aste ricavate da spacco di frassino o pino.


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08/05/2011, 10:08
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dalle considerazioni emerse in questa discussione mi sembra di capire due cose e cioè che generalmente si ha l'idea che le frecce antiche (o almeno preistoriche) fossero ricavate esclusivamente da polloni quando non era sempre così e nel medioevo quasi mai; e che si stenti a consideare che gli stili di tiro in passato fossero in effetti diversi, nella gran parte dei casi, da quello moderno (aggancio "alla bocca", e freccia che sporge dall'arco solo per la punta). dico questo per aiutare chi si voglia avvicinare seriamente all'arceria storica a valutare quelle poche informazioni arrivate fino a noi, senza influenze "moderne".


08/05/2011, 13:48
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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la domanda che già ho fatto in passato : esistevano macchine per fare grandi moli di frecce? 350.000 frecce scagliate in un solo giorno non è roba da poco .
a questi ritmi per forza non puoi permetterti di usare i polloni.


08/05/2011, 14:58
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Premetto l'uso del classico paglione. Sono andato a vedere il peso delle aste di sanguinello, (solo legno), che ancora conservo. Il peso varia da 29,9 a 31,5 grammi tagliate a 76 cm. ed un diametro, calibrato di 8 mm con tre scanalature longitudinali Peso identico per le aste in olmo e frassino che ricavavo dal massello. Lo spine delle aste in sanguinello fu verificato da Celestino Poletti quattro anni fà nel suo laboratorio e risultò di 45#. Le verificò perché, stranamente, andavano eccezionalmente bene per 3 archi agli antipodi come geometrie e con carico di : 40# tradiz. scita lungo, finestrato. -55# Mollegabet lungo, self olmo. -60# trad. corto, impugnatura ristretta, selfdiseign. 7-8 le diedi a Vtr , lui tira con archi sopra le 70# e con allungo molto superiore al mio (max 27), mi piacerebbe conoscere la sua impressione,se le ricorda. Mi sono chiesto spesso perché fossero "omnibus" . Giacché è noto l' uso di aste di spine sempre più alto di almeno 10# rispetto al peso ed alla tipologia dell'arco, essendo il mio allungo identico, non avendo alcuna cognizione scientifica, l'unica spiegazione che posso darmi è che i polloni, avendo anelli concentrici, rispondono alle sollecitazioni fisiche in modo completamente diverso delle aste in massello. Le aste in frassino massello dopo pochi tiri, con arco da 40#, cominciavano ad ammorbidirsi ed andavano declassate, ed anche per questo l'unica risposta che mi sono dato è che il diametro delle aste, (massello), influisce in modo esponenziale, al dilà del peso. Avendo avuto modo di veder tirare con longbow da 170#, frecce di pioppo da 14 mm con pesi di 65-80 grammi circa mi sono convinto della bontà delle mie soluzioni. Come si dice : me la sono suonata e me la sono cantata!. Però fino ad ora non ho avuto possibilità di confronto a questo livello. Aggiungo la differenza dell'uso, io praticavo il tiro da caccia, ed in gara dovevo buttar giù una candela a 15 mt o a 20 colpire un pendolo in movimento, una mela appesa...pertanto inutili carichi oltre le 60#. Concludendo, penso che per tutta una serie di ragioni "economiche" o di approvvigionamento si sia preferito l'uso di masselli e pochi decimi di mm fanno la differenza...ma questo apre altri 2 mln di capitoli.


08/05/2011, 15:16
bac ha scritto:
la domanda che già ho fatto in passato : esistevano macchine per fare grandi moli di frecce? 350.000 frecce scagliate in un solo giorno non è roba da poco .
a questi ritmi per forza non puoi permetterti di usare i polloni.

Dopo il "de bello gallico", qualcuno ha fatto i conti :< abitanti prima : 3.800.000, dopo : 900.000. La differenza : 900.000 inviati nei mercati degli schiavi per rimpinguare le casse, gli altri sottoterra!> no comment!. Dicevo: uno schiavo fà una freccia al giorno, 100 schiavi fanno 100 frecce, in un mese sono 3.000..... gli arcieri, non avendo la settimana enigmistica, fanno due frecce alla settimana.....e siccome sono mercenari... se le fanno venire da casa...


08/05/2011, 15:42

Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
http://bp0.blogger.com/_o4FKnnXmPoA/Rm6muAB4iLI/AAAAAAAAA4s/69WfAJVc8mw/s320/Trajan%27s04.jpg

una faretra piena di frecce scolpita sulla colonna traiana.

qualcuno è in grado di desumere la lunghezza dalle proporzioni della scultura?


08/05/2011, 17:41
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
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Cita:
la domanda che già ho fatto in passato : esistevano macchine per fare grandi moli di frecce? 350.000 frecce scagliate in un solo giorno non è roba da poco .
a questi ritmi per forza non puoi permetterti di usare i polloni.

macchine per fare frecce penso proprio di no. sicuramente già nel IV secolo esistevano i pialletti e ne avevo mostrati 2 ritrovati nelle torbiere danesi nella sezione attrezzi.
a questa domanda la risposta di Sanguinello mi sembra plausibile. credo che le fabbriche romane fossero costituite da una massa di artigiani specializzati nella costruzione di frecce. magari c'erano quelli specializzati nello spacco e sbozzatura, altri negli impennaggi, altri magari facevano le cocche, fabbri che forgiavano le punte ecc. non so vado la sparo così.

sul discorso polloni o legni masselli mi fanno molto pensare le frecce di Stellmoor. a quell'epoca e con gli strumenti che avevano a disposizione sarebbe stato molto più semplice forse ricavarle da polloni e invece no, spaccavano tronchi di pino e ci facevano pure gli inserti a incastro.
come dicevo io i polloni non li uso più perchè coi miei archi non mi trovo bene. io usavo però solo viburno e nocciolo. il nocciolo era troppo leggero e molle e ci volevano diametri troppo grossi mentre il viburno mi sembrava troppo rigido.
entrambi inoltre non andavano bene per le lunghe gittate.
ora per le frecce di precisione uso aste di frassino o pino lunghe e barilate e mi trovo molto meglio. anche per la gittata col frassino mi trovo bene ma anche col ramino.
molte delle frecce preistoriche erano lunghe e forse (Stellmoor 90 cm, Otzi 85 ecc) anche loro si trovavano meglio così.
confesso che dello spine fino a poco tempo fa non conoscevo il sognificato e ancora oggi non me ne curo, faccio solo prove e vedo quelle che mi sembra vadano meglio.


08/05/2011, 17:48
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