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 Incontro con il Warbow (English Warbow Society) 
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Iscritto il: 12/06/2016, 8:06
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Comunque, questi sono solo i fondamentali.
Dovrebbero far parte del bagaglio di ogni buon arciere medievale.

Nel nostro gruppo si fa qualcosa in più.
Si impara che la forza degli arcieri sta nella squadra.
Una squadra che ha spento per sempre la luce sul termine Feudalesimo.
Ecco che il Cuneo, il tiro coi pali, il Riccio, il tiro alternato in avanzata o in ritirata, il tiro a file sovrapposte, il tiro in sincrono con le macchine, talvolta con l'ausilio della fanteria con gli scudi, permettono.... Di leggere il Froissart di turno con altra cognizione di causa.
Nessuno ci dice che quelle formazioni siano state davvero così, però funzionano e, curiosamente, gettano luce insospettabile su particolari incompresi e sui dubbi di molti. Come con la tapesserie.
Magari sono solo stupidaggini o forse, invece, è un nuovo modo di fare ricerca, dando un diverso spessore alla parola Rievocazione.
Ma tutto ciò fa parte di un discorso più ampio, che pone l'arciere come principale oggetto di studio, senza dimenticare per questo l'oggetto che lo rende tale: l'arco.
A ben vedere, è proprio il percorso che ha intrapreso il vostro attuale studio che, per questo, trovo così interessante.


20/06/2016, 23:23
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Ecco, ora ho finalmente capito quello che fate (non ci siamo mai incontrati "sul campo") e lo trovo molto interessante. Spesso infatti chi guarda le rievocazioni, è portato a pensare che l'arcieria da guerra si riduceva semplicemente ad una fila di soldati che scagliano a comando qualche salva verso la linea nemica e basta o che ad un arciere bastasse addestrarsi solo nella precisione. Penso che le due direzioni di ricerca possano essere complementari.
ciao


21/06/2016, 9:01
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a proposito del tirare correndo e degli arcieri beoni ho trovato un paio di episodi interessanti raccontati da Procopio nella guerra gotica. Siamo nel 537 durante l'assedio di Roma da parte dei Goti di Vitige. Il primo è la cronaca di una scaramuccia di "guerriglia urbana" da parte di Massageti (popolo "unno" originario della regione a sud-est del lago d'Aral) che combattono per i Romani:

"… avveniva che fossero in quel luogo anguste strade d’ogni dove …
Poiché però i Massageti, arcieri valenti, tirando contro una grande massa, quasi ad ogni colpo ferivano qualche nemico, coloro che vedeansi ridotti a men che metà, mentre già il sole volgeva a tramonto, non sapendo che farsi, si diedero alla fuga; e molti di essi vi perirono, chè i Massageti inseguendoli, abili come sono nel saettare anche in piena corsa, non meno di pria colpivanli alle terga e li uccidevano …"

se ne evince che essendo questi considerati tra i migliori arcieri dell'epoca, riuscivano anche a tirare correndo, cosa evidentemente non usuale per arcieri "normali". Inoltre, nonostante fossero così abili, "quasi ad ogni colpo ferivano qualche nemico" e quindi non erano infallibili neanche loro (questo da più credibilità al racconto).

Qualche giorno dopo invece uno di questi arcieri paga anche lui il "dopo pranzo" (anch'io io ne so qualcosa in diverse occasioni :lol: ):

"Poco appresso, in altro combattimento, colpito alla gamba sinistra, parvegli che quel dardo s’infiggesse poco addentro nell’osso; rimasto però per quella ferita parecchi giorni fuori di combattimento, l’animo suo barbarico a cio mal rassegnandosi, minacciò di vendicarsi al più presto sui Goti del male fattogli alla gamba. Non molto tempo dopo essendo migliorato ed avendo, come era solito, assai bevuto a pranzo, decise di andar solo contro i nemici e vendicar l’offesa fatta alla sua gamba. … quando appressatosi diè di piglio all’arco, non sapendo chi mai egli fosse, in venti andarongli contro. Respinti quelli facilmente, egli procedea a passo lento, né al sopravvenire di maggior numero di Goti, retrocedette. I Romani vedendo dalle torri che, malgrado la gran turba venutagli addosso, egli volea tener fronte, pensavano che quell’uomo fosse impazzito … Dopo aver operato grandi e belle prodezze, attorniato dall’esercito nemico, pagò il fio della spensierata sua temerità."


05/07/2016, 18:26
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Iscritto il: 12/06/2016, 8:06
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...Insomma, cambio il topic, ma sempre di spirito si parla.
Vista l'ora, toccherà versarsi un goccino di grappa.

Grazie per il brano sulla guerra gotica, che non conoscevo.
È così che si studia l'arco del passato, andando direttamente sulle fonti.
Ma forse l'occhio sarebbe scivolato avanti se un pirla non ti avesse detto che tira correndo.
Si, sono tiri difficili, che hanno bisogno di un allenamento specifico.
Aspetta che prenda piede l'archery combat...

;)


05/07/2016, 23:37
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Cita:
È così che si studia l'arco del passato, andando direttamente sulle fonti.
Ma forse l'occhio sarebbe scivolato avanti se un pirla non ti avesse detto che tira correndo.


ecco, hai proprio ragione (non sul "pirla" ovviamente :D ) ... per comprendere e imparare c'è bisogno di confrontare esperienze e punti di vista diversi senza cadere nel tranello della presunzione e della "competizione". Anche per questo motivo trovo arrogante l'atteggiamento di chi, non accettando che le idee altrui possano essere diverse dalle proprie, non è disposto al confronto, arroccandosi sulla propria torre d'avorio.

ciao!


06/07/2016, 17:20
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Le persone che amano mettersi in discussione sono quelle che non hanno compreso la materia e desiderano apprendere.
Magari sostengono con energia le loro ipotesi, ma questo non impedisce loro di ascoltare l'ultimo arrivato.
Talvolta l'ultimo non ha nulla da dire, talvolta vale la pena starlo a sentire.
Poi ci sono quelli che hanno invece già capito tutto.
Un mondo grande e meraviglioso come il nostro riesce a contenere entrambe le tipologie di uomo.

Tornando al topic, avrai certamente compreso che ritengo che l'attuale tiro al bersaglio è una specializzazione di quello che era il tiro con l'arco medievale. Parlo del tiro olimpico ovviamente.
Una banalità?
Solo apparentemente.
H. Soar ha dedicato un libro a questa cosa e dopo averlo letto mi sono reso conto che quanto io ritenevo banale non lo era affatto per molti.
La maggior parte delle persone è ormai talmente abituata ad un mondo di iperspecializzazione che non capisce che il tiro con l'arco medievale era una realtà multiforme. Esistevano molte esigenze da soddisfare.
Queste esigenze venivano probabilmente soddisfatte con strumenti diversi, con stili diversi, in modi diversi.
Da questa realtà plastica e adattabile si è selezionato poi un modo di tirare sportivo che aveva il solo scopo di centrare il giallo.
Attenzione: centrare il giallo, non andare a segno (perché è solo da un paio di secoli che le cose sono sinonimo).
Scopo onesto e onorevole.
Uno, tra gli scopi del passato.

Allora ha senso il lavoro di Perugia?
Molto.
Quel lavoro non serve, a mio parere, a certificare il tiro con l'arco medievale (tantomeno quello storico, detto che mi si spieghi cosa vogliano dire entrambi).
Quel lavoro esplora l'efficienza di un gesto atletico.
Questa è una cosa che posso quantificare.
Posso quindi passare a far vedere come quel gesto atletico renda utilizzabili gli strumenti del passato.
Posso far vedere con quale flessibilità quel gesto atletico possa adattarsi a compiere le molte funzioni che ad esso erano demandate. Dove magari centrare il giallo c'entra poco.
Infine, e solo infine (perché altrimenti viene meno l'oggettività scientifica), vado a confrontarmi con la varia e talvolta discordante documentazione storica.
Poi posso fare vedere come da quel tiro ci sia stata una evoluzione (o involuzione che dir si voglia) verso l'attuale tiro alla targa.

Avrò sempre in mano un'ipotesi?!?
Si, ma vediamo le altre.

Ora diventa più chiaro perché guardò con un certo interesse agli inglesi.
Non è perché hanno portato quest'arma alla massima espressione tattica e strategica da un punto di vista militare.
Non è nemmeno perché un gruppo di ragazzotti volenterosi abbiano ricominciato da poco a usare certi archi.
Men che meno mi interessa il fatto che abbiano inventato questo sport.
È per la ricchezza documentale che quel popolo ha prodotto in continuità storica da quel periodo ad oggi.
L'arco scorre nel sangue della gente d'oltremanica ed è questa la causa del resto.
Esiste altro altrove?
Si, ma con la stessa continuità storica?

Poi questo discorso non interessa?!?
Va benone, ma per lo meno rileggetevi la definizione di tradizionale prima di fregiarvi di quest'aggettivo!
Perché di quale tradizione è portatore uno che oggi prende in mano un arco tradizionale?

Era domande di questo tipo che poneva la rivista TAT.
Certo, non così direttamente.
Ma la scelta degli articoli e lo spazio ad essi dedicato obbligava a porsi domande come queste, che con la distanza del piede dal picchetto della piazzola c'entrano poco.


06/07/2016, 23:27
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Ciao Oliviero, concordo perfettamente con quello che hai scritto. Una delle domande che mi veniva spesso alla mente era anche come mai per la gente d'oltre Manica l'arco ha continuato ad avere un importanza così grande anche quando ormai per altri popoli d'Europa non era più così (e forse non lo era mai veramente stato). Per quanto riguarda il mio interesse dal punto di vista storico, a differenza di te ho cercato di concentrarmi proprio su quelle realtà che presentavano vuoti ed ombre più ampi, sia per curiosità che per il fatto che essendo "continentale" mi coinvolgevano maggiormente. Ovviamente però i due "mondi" non sono affatto separati e sarebbe assurdo non tenerlo in considerazione.
ciao!


08/07/2016, 9:07
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...Dici quell'arco inglese, prima gallese-celtico, prima normanno, prima sassone, prima danese e norvegese...
In questi giorni sono in provincia di Bolzano con la famiglia. Qualche giorno fa ho riportato mia figlia a vedere Oetsi. Ora ha sette anni e comincia a godersi il museo.
Lei non ha visto differenze con gli archi di papà.
Avrei potuto lanciarmi in spiegazioni dotte, parlando di stagionature più o meno prolungate, di mancanze di alburni, di supposizioni sulla reale efficienza dell'oggetto piuttosto che di arma in stato embrionale, di diverso gradiente dei flettenti, di diversa lavorazione della doga, di mancanza di puntali.
Poi, di fronte agli occhi di chi ha visto il re nudo gli ho detto: "Hai ragione, piccola, sono molto simili".

:lol: :lol: :lol:

Abbiamo un solo arco originale europeo.
Declinato in mille salse, per assolvere altrettante funzioni.
Il resto è roba di importazione, magari antica, ma sempre d'importazione.


08/07/2016, 22:16
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https://www.youtube.com/watch?v=4RY8wEhx3E0


31/08/2016, 15:22
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Che bello vedervi convenuti da luoghi così diversi e lontani per ridare vita ad un gesto così antico.
Lo sport ha portato molti sviluppi interessanti ma, a mio parere, ha anche prematuramente seppellito un gesto atletico ancora troppo vivo e giovane per essere archiviato.
Un gesto che, soprattutto oggi, ha molto da dire.
Vedere voi archeologi della biologia umana ridargli lustro, mi da una gran gioia e una forte emozione.
Un brava particolare a Sara, per la rapidità con cui ha fatto suo il gesto e, soprattutto, per aver incarnato ciò che la tradizione ha sempre tramandato.
Questo gesto fu ed è anche donna.
La loro grazia e bellezza aggiunge sempre un tocco magico all'eleganza e alla potenza qui ben espressa dal genere maschile.
Grazie.


01/09/2016, 8:15
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