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Autore |
Messaggio |
gamat
Iscritto il: 13/09/2013, 19:17 Messaggi: 5
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Un mio nuovo paper in inglese su alcuni aspetti tecnico-psicologici del tiro con l'arco tradizionale: "Chocking under pressure" and "Target panic": the causes of failure in Archery in the light of modern Sciences and ancient Traditions. https://www.academia.edu/33204922/_Choc ... Traditions
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29/05/2017, 8:33 |
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jeval
Moderatore
Iscritto il: 30/06/2010, 13:12 Messaggi: 2433 Località: pozzo della ignoranza
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Ciao Giovanni , ottimo lavoro . Saranno questi i motivi per cui quando facevo gare fiarc prendevo tutte le mobili veloci e cannavo quelle lente ?
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29/05/2017, 16:05 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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Buongiorno Giovanni, Grazie per averci segnalato il suo interessante lavoro. Io la seguo oramai da decadi. Concordo pienamente con l'analisi ma dissento sulla soluzione (quick release) che a mio modo di vedere è molto parziale, per non dire palliativa. La mia esperienza mi porta a dire che il chocking under pression (il calo di prestazioni sotto pressione) è fondamentalmente legato alla paura di non essere all'altezza della situazione. Una sorta di ansia da prestazione che si porta come mantra il "non devo sbagliare, non devo sbagliare, ...". Chiaro che così programmiamo solo il fallimento. Oltre ai rimedi della arcieria classica, in stile makiwara per intenderci, noi degli Arcieri nel Tempo abbiamo visto prodigi con il tiro da battaglia. Lo dico per i non addetti, questo tiro, oltre a non avere il classico target, è di gruppo ed è comandato dall'esterno. L'azione di squadra deresponsabilizza l'arciere, che non deve centrare assolutamente il bersaglio poiché esso sarà comunque centrato dalla squadra. Il target quindi è comune. Inoltre, il comando esterno del capitano permette all'arciere di realizzare più facilmente lo stato di mente immobile, in quanto la responsabilità della sequenza atletica ricade su una persona esterna, il capitano degli arcieri (che è istruito per questo compito). L'insieme di queste cose permette di alleviare la pressione del singolo, permettendogli di ritrovare la spontaneità del gesto atletico e il conseguente risultato. Rompendo il circolo vizioso e innestando quello virtuoso. Il tiro da battaglia permette il risultato sia con la quick release che altrimenti, perché agisce sulla causa, promuovendo una deresponsabilizzazione dell'arciere e depotenziando i mantra negativi convergenti al fallimento. Più in generale, il tiro con l'arco medievale che noi pratichiamo, desidera essere una disciplina che ha vari obiettivi e che è praticabile per tutta la vita (non solo nel decennio di massimo rendimento agonistico). Diventa difficile combattere un male che nasce dalla competizione se la competizione è l'unico scopo per cui ci si allena. Un centometrista non combatte un infortunio occorso in gara, partecipando ad altre gare. Non vedo come l'infortunio del target panic possa essere combattuto insistendo sulle cause che lo generano, cioè senza prevedere un cross training riabilitativo.
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30/05/2017, 0:25 |
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gamat
Iscritto il: 13/09/2013, 19:17 Messaggi: 5
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SEGNALO CHE PER UN ERRORE L'ARTICOLO E' STATO RICARICATO E ORA HA UN NUOVO URL: https://www.academia.edu/33254818/_Chok ... Traditions
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30/05/2017, 7:48 |
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gamat
Iscritto il: 13/09/2013, 19:17 Messaggi: 5
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Caro Oliviero. quello che delineo nel mio articolo non credo possa essere classificato semplicemente come "quick release". Non si tratta di rilasciare subito, senza alcuna pausa al momento del raggiungimento del punto di contatto (o alla trazione completa), bensì di non interrompere o rallentare in alcun modo la fase di caricamento e puntamento dell'arco. Intendendo tale rallentamento come "autoriflessione" sul gesto nel momento stesso dell'azione. Certo c'è il rischio che un arciere inesperto interpreti tale soluzione come un affrettare la trazione e il rilascio, come si evince dall'esperimento citato nell'articolo relativo ai golfisti, dove si specifica la differenza di comportamento tra tiratore principainte ed esperto. Quanto al tiro da guerra come da te formulato, è evidente che un comando esterno (potrebbe anche essere un timer o un registratore), eviti il rilascio frettoloso, proprio perchè affida a un elemento esterno da sé il controllo del rilascio.
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30/05/2017, 7:54 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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Non mettevo in discussione la quick release di cui sono fautore e che deve avvenire gioco forza su archi come i nostri che lavorano su libbraggi importanti. Provavo ad allargare la riflessione su cause e possibili rimedi, ma è vero che il breve spazio indotto dallo strumento non si presta. Non mi sono spiegato bene. Sarà argomento che lasceremo per la prima birra. Attendo sempre con curiosità ed interesse i suoi lavori su accademia.eu.
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30/05/2017, 8:10 |
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