(Detto che mi vedo già la faccia di Magin).
Per chi proprio non legge il professore tutti i giorni, 'soma' in greco vuol dire corpo ed eso-somatico vuol dire esterno al corpo. Quindi il brano fa una sorta di analisi di uno strumento esterno al corpo.
Un utensile, un arma, in quanto oggetto prolungamento del corpo, ma allo stesso tempo, esterno ad esso.
Per conseguenza, della nascita di una tecnica per il suo utilizzo e per il lavoro che con esso si compie.
Per conseguenza, della nascita del linguaggio, come strumento esterno per mettersi in comunicazione con un altro.
E quindi, conseguentemente, la nascita dell'oggettività.
Ecco, per me il tiro con l'arco è un processo che è esattamente l'opposto.
Il tiro con l'arco è endo-somatico.
E quindi il suo regno è l'assoluta soggettività.
Cerco di spiegarmi.
È ovviamente innegabile che l'arco sia un oggetto esterno al corpo.
Così come è vero che, una volta tagliato l'albero, esso non è più parte della natura, come dice il professore.
...Eppure, non è così.
Noi arcieri sentiamo che non è così.
Dentro al legno c'è ancora qualcosa di vivo e in contatto con la natura stessa.
È con questa vibrazione che bisogna rientrare in contatto per tirare con l'arco.
È questa che dobbiamo essere capaci di sentire, per farlo funzionare.
La tecnica, nasce da questa sensazione.
Poi, bisogna usare l'arco come una antenna, per entrare in sintonia anche con la freccia.
E quindi trovare con queste la sintonia poi col bersaglio.
Arciere-arco-freccia-bersaglio.
Non osi l'uomo separare ciò che Dio ha unito.
Tutto è dentro al corpo o meglio non c'è distinzione tra dentro e fuori.
Come non c'è distinzione tra questo arciere e la Natura.
C'è solo una vibrazione.
La tecnica che emerge da questo processo non può essere insegnata.
Ma chiaramente questo non va detto ad un allievo, perché oggi si corre il rischio di destabilizzarlo. Oggi bisogna "essere oggettivi".
La tecnica, invece, deve emergere.
E in ciò hanno pienamente ragione Matteo e anche Vittorio che ha iniziato questo discorso vent'anni fa, se non prima.
Quello che secondo me entrambi non hanno capito è che la cosa funziona così per tutti gli arcieri (compresi gli sportivi), in barba a quanto insegnano le federazioni, che spesso sono gestite da persone che hanno praticato questo sport male o non l'hanno praticato affatto. Magari pretendendo poi di insegnare agli insegnanti come si insegna.
Chi insegna per davvero, sa benissimo che funziona così.
Sa anche che è sempre funzionato così.
E come potrebbe essere diversamente?!?
A noi arcieri tradizionali il compito, talvolta ingrato, di dire: "Oeh, sveglia, guarda che non si tira con le braccia...".
...anche questo lo si è sempre fatto.