Nitopi
Iscritto il: 13/12/2010, 18:13 Messaggi: 2428 Località: Genova - Prata Veituriorum
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Visto il susseguirsi di informazioni frammentarie e incoerenti sull'argomento, ho pensato di postarvi l’analisi di un mio amico, per anni compagno di studi e di lavoro e bella testa …. Liberamente adattato facendo un minimo di taglia e cuci per togliere riferimenti a cose e persone che… a nessuno interesserebbero….
“Loca ”
Sequenza degli eventi, seppur a tratti ipotetica:
-Scossa sismica
-Il reattore va immediatamente in SCRAM (spegnimento di emergenza) automatico: o per i sismografi, o per lo sballamento della turbina. Le barre di controllo ed emergenza vengono tutte inserite, in un tempo compreso tra i 4 ed i 7 sec. Probabilmente inserite tutte e sino in fondo, ma forse anche no: con quella scossa può essere accaduto che si siano piegate o qualcosa del genere, anche se non è questo il punto.
Con le barre tutte inserite (se non lo sono è anche peggio!) il reattore “spento” mantiene una potenza residua di circa il 3% (non vi dico la fatica per trovare questo dato per quel BWR!). Che su 1400MW fanno la bellezza di… 40 Megawatt. Si. Ragionando in termini di ferri da stiro fanno circa 40000 ferri da stiro, cioè tutta Pavia che stira, compresi vecchi e bambini . Però in un volume di circa 20 metri cubi -il core del reattore- cioè come il bagno di casa. Anzi, un bagno piccolo. Quindi avrete capito: bisogna raffreddare a tutti i costi, e parecchio.
-Contemporaneamente alla scossa (sismica eh) viene a mancare la corrente elettrica. Una delle cose sia più gravi che più probabili che possano accadere ad un reattore nucleare. Produce elettricità, ma senza elettricità è nella merda. Detto per inciso, Chernobyl è accaduto perchè quelli intelligentoni volevano provare come i sistemi di sicurezza avrebbero retto la mancanza improvvisa di corrente elettrica alle pompe: ecco, non è che abbia retto molto…
Entrano immediatamente in funzione (o quasi: proprio questo volevano vedere a Chernobyl, cioè la gestione di questo intervallo di tempo sfruttando l’inerzia meccanica delle turbine) i generatori diesel di emergenza -credo che a Fukushima fossero triplicati per sicurezza- per dar corrente alle pompe di ricircolo dell’acqua di raffreddamento. Dimenticavo, il BWR è raffreddato e moderato ad acqua.
-Un sospiro di sollievo: con proverbiale efficienza giapponese il passaggio ai generatori ed il raffreddamento del core avvengono regolarmente.
-Non passa 1 ora, che arriva lo tsunami. Via i generatori, tutti e 3! Zona sismica, rischio tsunami, riva al mare, metterne almeno uno in alto o in un bunker no è?
-Switch automatico su batterie, circa 8 ore di autonomia di raffreddamento. Corsa per approvvigionare generatori diesel mobili su camion. Non facile in quel bailamme, dove non funzionavano nemmeno i telefoni.
-Arrivano, con proverbiale efficienza giapponese, i generatori mobili (esercito?)
-Si perde tempo prezioso perchè… con proverbiale efficienza giapponese sulla progettazione dei connettori, la spina non è quella giusta! Lo so che non ci credete, ma ve lo giuro, vi riporto il passo: “The external power generators could not be connected to the power plant (the plugs did not fit)”. Una catastrofe per una spina. Chissà quanto tempo hanno perso, mica si possono spellare i fili così come collegare un’abatjour: quella è roba a parecchi KV, da centinaia di Ampere, con cavi grandi come pugni. E bisognerà staccare la linea, per fare il collegamento a mani nude: vi immaginate cercare l’addetto (senza telefoni) mettere a terra, fare i collegamenti, agganciarsi in fase per non far saltare tutto, isolare tutto. Probabilmente saranno anche connettori a più fili, per la parte di segnale per i controlli, e vai a capire come sono fatti. Magari con interlock per evitare, con proverbiale efficienza giapponese, proprio questi tapulli!
-Ormai è chiaro che si va verso un LOCA(Loss Of Coolant Accident.). Controllano la temperatura del vessel e di tanto in tanto, quando la temperature (e pressione!) supera la soglia di sicurezza, aprono le valvole (ce ne sono 11, per sicurezza) e liberano il vapore, fuori dal vessel ma all’interno del secondo contenimento, che condensa in un’ apposita suppression pool. Nel frattempo il liquido nel core scende pericolosamente, anche se riescono comunque probabilmente ad utilizzare una pompa a turbina per reiniettare -in pressione altrimenti non entra- l’acqua nel vessel. Se riuscissero ad abbassare ulteriormente la temperatura (e la pressione), potrebbero utilizzare una seconda pompa, sempre a turbina da vapore quindi senza necessità di elettricità, e di minor pressione però maggior portata, ma probabilmente non ci riescono.
-La temperatura delle sbarre continua a salire (in alcuni punti si superano probabilmente i 1000°C!) e l’acqua incomincia a dissociarsi in Idrogeno ed Ossigeno. Ed è durante una di questa emissioni controllate di vapore all’esterno del vessel che è avvenuta l’esplosione dell’Idrogeno ed è saltata una parte del contenimento esterno (non il vessel, eh). Ci sono anche i filmati, per fukushima I-1 e poi Fukushima I-2.
Montagne di carta di documenti sulla gestione della sicurezza, chilometri di fili, sensori, tubi e valvole, e poi i reattori finiscono tutti lì, in un’esplosione di idrogeno, che rende tutto il successivo svolgersi degli eventi imprevedibile (chissà quante valvole rotte, tubi spaccati, fili interrotti, crepe nel contenimento, zone non più accessibili per la radioattività quindi non riparabili…) e diverso da reattore a reattore!
-Alla fine il livello del liquido comunque è sceso troppo, e le sbarre sono state esposte all’aria senza raffreddamento. A 2200°C si rompe la guaina in Zirconio ed è quello che è successo, visto che è stata trovata poco dopo nell’aria contaminazione da radionuclidi prodotti di fissione, I131, Cs137 e così via. Un macello.
-Da qui in poi chi lo sa cosa succederà: quello che preoccupa di più non è il reattore 1 ma il 2, per il quale, pare raggiunti i 3000°C, si parla già di fusione parziale del nocciolo. E nel momento in cui scrivo (sera del 14/3) forse anche un terzo reattore va verso il peggio, non so.
Stanno iniettando disperatamente acqua di mare, oltretutto figuriamoci sviluppando al contatto con le barre roventi ulteriore idrogeno, e contaminando radioattivamente tutto irreparabilmente (ecco, qui non ho capito il perché dell’acqua di mare: per catturare neutroni con i sali e fare il quenching della reazione? E perchè non usano Boro? Di mare perchè quella pura non è disponibile a causa del terremoto? Sono messi male…)
Comunque, catastrofe di grado 5, ma già si dice che si arriverà al 6, nella scala INES (International Nuclear Event Scale: da 1 a 7). Three Miles Island -che ha stoppato di fatto il programma nucleare statunitense- era il 5, Chernobyl il 7.
Daniele ”
Ciao Luca
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