magin ha scritto:
non è che questi sistemi contribuiscono ad aumentare lo stress delle fibre e a comprometterne la sicurezza?
non lo so ... è un dubbio che mi viene. io sono per i metodi più naturali e semplici possibili
-mANx- ha scritto:
Certo che se l'obiettivo principale che guida il costruttore è la resa ........
In effetti l'arco era molto estremizzato .
tutta la letteratura e' concorde nel dire che la parte dell'arco che lavora ( togliendo quindi impugnatura ed eventuali puntali rigidi deve essere almeno 2 volte l'allungo .
L'arco in questione e lungo da nocca a nocca 63" ( 169 cm )
togliamo 8" ( 20 cm ~ ) di impugnatura e rastremature
togliamo 8" ( altri 20 cm ) per i due puntali rigidi
rimangono 47" ( 120 cm ) al lavoro che' e' un po' pochino .
aggiungiamo il ventre tostato e parecchio .
Cio' nonostante l'ho usato per quasi 2 anni senza che mostrasse segni di voler seguire la corda ( e se non me lo avessero chiesto in prestito avrebbe continuato a durare ).
Preciso ( compatibilmente al "sopramanico" ) e con una gittata fra i 170 e i 180 mt con frecce da 30 grammi ( anche qui a seconda della pulizia del rilascio e dell'alzo corretto )
Ovvio che anche se la riparazione viene bene non e' piu' un atrezzo da utilizzo intensivo ma capire quanti metri si guadagnano in gittata alleggerendo al massimo i puntali e' una cosa che mi intriga.
-mANx- ha scritto:
Se non ricordo male con quest'arco caro jeval mi ha insegnato la tecnica della tostatura e della reidratazione
voi sapete cos'e?
Se a qualcuno interessa apro una nuova discussione sulla tostatura