Salve a tutti
magin ha scritto:
Cita:
mi chiedevo se le leve rigide non avessero una riflessione che si è persa col tempo,
cosa ne pensate?
ciao Bac, non credo che avesse i puntali ricurvi. bisogna comunque tener presente che di questo arco dai flettenti particolari ne è stato trovato solo un piccolo frammento che gli stidiosi ipotizzano fosse l'archetto di un ragazzo. tutte le speculazioni che ci hanno fatto su mi sembrano un pò esagerate, anche se quella che pare sia stata la sua forma è interessante. personalmente dovessi farmi un arco del genere preferirei un Holmegard, abbiamo il reperto intero e mi sembra più ... boh? un pò più resistente efficace e potente.
Allegato:
mollegabetII.jpg
ciao
Che l'arco, il mollegabet in questione, avesse o fosse dotato di una qualsiasi riflessione sono portato ad escluderlo anch'io.
Ha, più o meno, la stessa età dell'olmengard ma la fattura è notevolmente diversa, il che mi porta ad escludere che un qualsiasi genitore dell'epoca abbia inventato apposta la forma per il proprio figliuolo; al limite avrebbe costruto un arco simile al suo ma più piccolo per adeguarlo alla forza della figliolanza.
Detto questo, sarei portato alla conclusione che l'arco, il mollegabet, sia una tipologia a sè stante e non sia per bambini; ricordiamoci che le riproduzioni di quest'arco hanno dato risultati molto buoni: qui per esempio una:
http://vocidaireamidimenticatigdr.forum ... t=55432743L'autore dichiara di aver ottenuto 50# a 28" di allungo, e 50# non sono poche, ma il giusto per un arco da caccia che doveva colpire a 15-30 mt di distanza sfruttando le erbe alte in riva alle paludi.
Vi è anche da dire che con questa conformazione, (flettenti corti e puntali rigidi aumenta la velocità di uscita della freccia)
L'arco da 100" e più viene in epoca successiva ma per motivi di guerra e distanza ma ancor oggi non riesce a competere con un composito di egual potenza.
Domande subdole che mi assillano da in pò: L'arco composito che si è sviluppato in oriente da cosa è derivato? dalla mancanza di materia prima o dalla necessità di dover eseguire tiri più lunghi, visto che l'ambiente stepposo non favoriva l'occultamento dell'arciere? e perchè non si è aumentata la potenza, aumentando il libbraggio, ma si è preferito aumentare la velocità di uscita della freccia e di conseguenze la distanza di tiro?
Torniamo a noi; con l'arco da me approntato, che è tipologicamente un mollegabet ma cui non ho rispettato le misure (più lungo e più stretto) riscontro questo:
Freccia da 1056 grani (66 grammi con punta a quadrella, legno di indaco bastardo diam 9,5 circa, impennaggio triangolare ed inclinato per farla "avvitare"), tiro in lunghezza 108 mt misurati.
Freccia da 448 grani (28 grammi al carbonio standard impennaggio in gomma dritto) tiro in lunghezza 154 mt misurati.
La prova è stata condotta con temperatura ambiente di 34° e 78% di umidità in assenza di vento, alle 16,30, se a qualcuno può servire.
L'arco, dopo averlo equilibrato, dà una potenza finale di 46 libbre a 28 pollicidi allungo, ma l'ho allungato fino a 33" senza problemi di sorta.
Le frecce escono lisce e senza "stak"
Un mio amico, con le stesse frecce ed arco da circa 55 # arriva a 86 mt massimi con la quadrella e 124 mt con quella al carbonio.
Raff