Come suggerito da Manx, apro un post sull'arco che vorrei ricavare da una doga in tasso autocostruita.
Partiamo dal materiale, la descrizione l'avevo fatta nel post
viewtopic.php?f=30&t=609&start=0
la doga di questo posta è la terza dall'alto (o seconda dal basso che dir si voglia)



Qui è raffigurata anche nello scaletto, è quella a destra



Una volta tolta dallo scaletto il risultato è questo





devo dire che qui il raddrizzamento ha funzionato.

ecco le sezioni alle estremità





C'è parecchio alburno ma non me la sento di togliere degli anelli, uno dei motivi è questo



Mentre tagliavo con la bindella, sono andato un pò strorto, lo spessore al centro della doga è di soli 2.7 cn, se tolgo degli anelli si assottiglia ancora di più

Ci sono poi un paio di nodi su ogni flettente,



uno dei quali è stato parzialmente asportato durante il taglio, e penso che anche questa sia una grana.

Adesso inizio assottigliando i flettenti, per quanto riguarda il manico, dove ho già poco spessore, può essere utile incollare un rinforzo in legno per irrigidirlo ?
L'intenzione è fare un arco sulle 45/50#, non è molto per un tasso ma non sono ancora in rado di usare archi più potenti.

Ciao Giorgio

Dimenticavo, lunghezza 1.86 m, ho poi notato che la "depressione" centrale non è proprio centrale, il minimo è a 86 cm da un'estremità (e 100 dall'altra).
Quindi se dovessi accorciarlo per tenerla al centro l'arco diventerebbe 1.72.

Con lo scaletto hai fatto miracoli, ma scommetto che l'hai bloccato da verde che per me resta la migliore possibilità per domare un tasso.
Con la sega sei andato a occhi chiusi... c'é da recuperare un buon ventre scakando correttamente gli anelli partendo dal centro lunghezza.
Il libraggio lo regoli con altezza, al limite accorciando lunghezza tot ma attento perché hai un allungo naturale notevole.
Magari domani gli diamo un'occhiata mentre discutiamo su proposte gare dalle tue parti

è un esperimento interessante Giorgio. ho il sospetto che comunque essendo il legno in origine naturalmente seguente la corda già dai primi tiri tornerà a farlo marcatamente. spero di no.
io lo avrei lasciato più grosso al centro assottigliandone solo le estremità. l'uso della sega elettrica è spesso più un guaio che un vantaggio.
il nodo tranciato siccome l'arco non avrà un libraggio alto non dovrebbe causare nessun problema.
ciao

Sto lavorando i fianchi e ho notato una cosa strana, sembre che ci sia un'alternanza di strati di durame e alburno, vedere per credere





Può essere ?

Ciao Giorgio

Come preannunciato da Maghin, ha subito ricominciato a seguire la corda,



ma non solo, nonostante lo spessore ancora elevato, si piega come un fuscello, sul tiller mi da 30# a 28" !

Come diceva qualcuno: L'é tutto sbagliato ! L'é tutto da rifare !

il durame matura lentamente, quando il tasso può cresce velocemente ma il durame è assente o scarso , io la vedo così



solo alburno, poca forza.

la densità di anelli è determinante al contrario delle latifoglie.

perfettamente daccordo

inoltre temo che il drizzare con lo scaletto in un caso così funga solo da "effetto placebo". la struttura del legno è quella.
anzi forse così le fibre sono state stressate di più (pensiero personale). come dicevo io avrei lasciato il legno così com'era, lasciandolo spesso al centro e assottigliando solo le estremità magari qualcosa di più si otteneva.
poco male ... puoi sempre farci un arco da ragazzi e comunque hai ancora gli altri da lavorare.
i primi due in altro mi sembra possano andare meglio se hai lasciato abbastanza "ciccia"

ciao!

Prova a tenderlo al contrario e vedi come lavora verifichi se aumenta di libraggio, Occhio però potrebbe saltare di colpo.

Concordo con Bac e Maghin,
poi aprirlo subito a 28 solo per vedere il libraggio un azzardo, aggiungi che mi sembra non abbia ancora un anno di stagionatura e che mi pare lunghetto...
potresti farci un indianino corto e divertente,
magari lo vediamo insieme