signori, prima di sparare cazzate forse è meglio documentarsi.
il rapporto dimensionale (angoli, masse e lunghezze) tra le varie geometrie di archi compositi è stato ampiamente studiato da un punto di vista matematico e fisico da scienziati del calibro di Paul Klopsteg (anni '40) fino a Kooi (anni '90).
Il "vantaggio" nella fase di trazione (accumulo di energia potenziale elastica) a prescindere dalla freccia da utilizzare è una cosa, il "vantaggio" di un migliore rendimento con la freccia che vola è un altro.
Dal momento che in arcieria non si fa sollevamento pesi, mi pare il caso di soffermarci sull'aspetto dinamico.
E su questo aspetto non è la lunghezza delle leve che conta ma il giusto bilanciamento (quindi compromesso) tra la massa (e quindi la lunghezza) delle leve e le caratteristiche fisiche della geometria delle parti mobili che partecipano all'accumulo di energia dell'arco.
il diagramma di trazione di un arco composito a leve rigide è quello che conosciamo: all'inizio forti incrementi (differenziali) di carico con la curva che cresce velocemente, poi alla progressiva distensione delle leve un appiattimento (riduzione) del differenziale (effetto compound???)... l'appiattimento e il conseguente nuovo stack positivo a allunghi non appropriati è si funzione di angoli, masse e lunghezze dell'arco e delle leve. Ma se si computa il diagramma al contrario, la curva che rappresenta l'energia distribuita alla freccia è molto diversa,dovuta all'inerzia delle leve (come potete vedere dagli esempi qualitativi allegati).
Se osservate un diagramma di rilascio (con la freccia connessa) di un arco delle steppe di grosse dimensioni vi renderete conto di come gioca l'inerzia delle parti mobili che NON partecipano alla spinta. Guarda caso, queste geometrie "rendono bene" solo con frecce molto pesanti, effetto prevedibile sulla base del computo della massa virtuale.
Maggiore è la massa (lunghezza) delle leve, maggiore è il ritardo con cui l'energia viene trasferita alla freccia, minore è il rendimento del sistema, minore sarà l'energia distribuita alla freccia in termini relativi. Riferitevi al grafico di sopra: in confronto un arco dritto che a parità di carico ha senz'altro una minore energia elastica accumulata, nel composito, lo "zig zag" del DFD è enfatizzato quanto più alta sarà la massa delle parti mobili passive. (nel ricurvo lo zig zag è quasi inesistente). Per ovviare a questo problema (per tirare efficacemente frecce) la massa della freccia deve aumentare.
In questo caso la geometria media degli archi ottomani (e di alcune geometrie Coreane) rappresentano il miglior compromesso senz'altro, permettendo l'uso di frecce leggerissime (non per niente i migliori archi da flight shooting sono turchi).
http://www.bio.vu.nl/thb/users/kooi/kooi91c.pdfhttp://www.bio.vu.nl/thb/users/kooi/kooi93.pshttp://www.bio.vu.nl/thb/users/kooi/kooi96.ps