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 effetto delle frecce 
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per tutti gli appassionati di ferite vorrei aprire una discussione sugli effetti che avevano le frecce in battaglia.

comincierei con i racconti di Procopio di Cesarea, ufficiale bizantino durante le guerre gotiche. ecco le desccrizioni di ferite causate dagli arceri goti:


durante l'assedio di Roma
"Poco appresso, in altro combattimento, colpito alla gamba sinistra, parvegli che quel dardo s’infiggesse poco addentro nell’osso; rimasto però per quella ferita parecchi giorni fuori di combattimento, l’animo suo barbarico a cio mal rassegnandosi, minacciò di vendicarsi al più presto sui Goti del male fattogli alla gamba. Non molto tempo dopo essendo migliorato ed avendo, come era solito, assai bevuto a pranzo, decise di andar solo contro i nemici e vendicar l’offesa fatta alla sua gamba."

è andata a finire che è uscito dalle mura di Roma tirando frecce a destra e sinistra ma, circondato l'han fatto a pezzi. la prima ora dopo pranzo è la più pericolosa!

"In questo combattimento Cutila colpito da una freccia, con quella, rimastagli fitta in mezzo alla testa, andava inseguendo; sgominati i nemici, insieme coi superstiti, verso il tramonto, entrò nella città con la freccia che tentennavagli sul capo, cosa assai curiosa da vedere. In quello stesso conflitto un arciere goto colpì anche Arze, uno degli scudieri di Belisario, fra il naso e l'occhio destro, e la punta del dardo trapassò dietro fino al collo, senza però venir fuori; talché il resto del dardo emergendo dal viso, nel cavalcare che colui facea, andava tentennando.
... i medici , volendo estrarre il dardo dalla faccia di Arze, esitarono alquanto, non a causa dell'occhio, ché non pensavano si potesse mai salvare, quanto pel timore che, lacerando le membrane ed i nervi che in gran numero ivi si trovano, cagionasser la morte di uno dei più valenti familiari di Belisario. Ma poi uno dei medici, di nome Teocristo, premendogli il collo per di dietro, gli domandò se sentisse molto dolore; e avendo colui risposto che sì gli doleva: dunque, soggiunse, tu sarai salvo e neppur nella vistasarai danneggiato. Questo egli affermava, argomentando dal fatto che la punta del dardo fosse penetrata fino a poca distanza dalla cute. Tagliata adunque la parte del dardo che rimanea fuori, la gittò via, ed aperto il plesso dei muscoli làdove colui più sentiva dolore, di làsenza difficoltà estrasse la cuspidefornita di tre barbe acute, appresso alla quale venne fuori la restante parte del dardo. Così Arze rimase esente da ogni male, e neppur gli restò traccia della ferita sul volto.
Cutila, essendogli stato estratto dalla testa il dardo con qualche maggior violenza (poichè assai profondamente era fitto), cadde in deliquio e, sopraggiuntagli una infiammazione delle meningi, colto da frenite, poco dopo morì.
...
In questo combattimento un barbaro colpì Traiano alla faccia, al di sotto dell'occhio destro, poco discosto dal naso, e il ferro tutto intero si spinse dentro disparendo affatto, quantunque grande ed assai lunga fosse la cuspide; il resto del dardo, senza che alcuno lo toccasse, cadde da sè a terra. Forse, a mio credere perchè il ferro non era con quello saldamente commesso. Traiano però non vi fece alcuna attenzione e seguitò non meno di prima ad uccidere e ad inseguire i nemici. Cinque anni dopo spontaneamente cominciò ad emergere sulla faccia l'estremità del ferro; ed ormai sono tre anni dacchè seguita a venirne fuori un poco. V'è da credere che fra non molto tempo esca fuori la cuspide intera; a colui però mai ciò non diede alcuna noia.
...
Allora un dardo, scagliato da qualcuno dei nemici, sia per caso, sia con intenzione, venne con gran rombo contro il ventre del capitano; nè Belisario di quello si accorse, talchè non potea nè guadagnarsene nè evitarlo. Ben se ne accorse però una lancia spezzata di nome Unigato, mentre era il dardo già presso il ventre di Belisario; riparandolo con la destra, inopinatamente salvò il capitano, ed egli ferito dalla saetta e preso da forte dolore si ritirò; nè poscia, avendo i nervi recisi, mai più potè servirsi della mano."

Allegato:
frecfer.jpg
teschio dell'uomo di Porsmose (Danimarca) 3000 aC






Allegato:
frecfre1.jpg
vertebra con punta di bronzo conficcata


Allegato:
frecfer2.jpg
cranio dalla battaglia di Visby (Svezia) 1361 sembrano bolzoni di balestra.


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27/01/2011, 19:53
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Iscritto il: 16/09/2010, 23:43
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Complimenti Maghin... è una documentazione veramente notevole.
Ma come fai ad essere cosi ben documentato storicamente? Potresti fare delle ottime pubblicazioni, a parer mio, forse con maggior competenza di tanti (e non è un a sviolinata... :P )

E la documentazione fotografica dove la trovi???


28/01/2011, 0:16
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:mrgreen: TOP SECRET! :lol: :lol:


28/01/2011, 8:36
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Splendido post! Scientifico, chirurgico e "splatter" al punto giusto!
E comunque interessantissimo a mio avviso.
Ricordo anni fa di avere letto un articolo su una rivista americana di arcieria primitiva che illustrava i progressi della chirurgia americana grazie all'attività di estrazione frecce, punte e rimasugli vari dalle ferite dei soldati yankee durante le guerre indiane di conquista del west.
Ricordo che, per estrarre le punte rapidamente e in modo indolore, i chirurgi avevano inventato degli "archetti". Tramite un laccio agganciavano il corpo estraneo. Legavano il laccio alla corda di questo archetto, mettevano in tensione l'archetto, rilasciavano e zac! la cuspide veniva fuori in un battibaleno. Chissà se riesco ancora a trovare l'articolo in mezzo alle polveri della mia cantina?!

Oltre a questi archetti, i chirurgi avevano dovuto inventare tutta una serie di pinze "ad hoc" studiate appunto per estrarre dai corpi le punte o tronconi di freccia ecc.
Ricordo di aver letto che gli indiani (e altre popolazioni in giro per il mondo) utilizzassero dei collanti per fissare le punte alle aste studiati apposta per iniziare a sciogliersi ad una temperatura di circa 30°C. Così, una volta che la punta della freccia era penetrata nel corpo di una vittima (umana o animale) si scollava dall'asta; in questo modo era più difficile rimuovere il tutto senza danni. Talvolta si riusciva a rimuovere l'asta, ma poi la punta restava "dentro" e continuava la sua azione distruttiva tramite setticemia o altro.


28/01/2011, 8:40
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
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Mi fa piacere che l’argomento vi interessi. anche il post di Oddr è molto interessante e uno strumento adatto all'estrazione di frecce con barbe uncinate lo utilizzavano già i medici romani, ne avevo vista la dimostrazione dagli amici della I Legio Italica durante una rievocazione.

In effetti spesso non ci si sofferma a pensare quale era l’effettivo danno causato dalle frecce in battaglia e anche dalle descrizioni delle ferite si possono trarre informazioni utili alla comprensione delle armi.

I brani tratti dal De Bello Gotico riportati sopra mi sembrano molto precisi ed affidabili, sembrano delle cronache giornalistiche. Leggendoli si può ad esempio risalire alle forme delle punte delle frecce gotiche che dovevano essere all’incirca come queste a tre alette:
Allegato:
PC110053.JPG


il carico degli archi inoltre non sembra eccessivamente alto ma direi tra le 70 e le 90 libbre al massimo.
Altra cosa ad esempio rispetto all’impressione che dà la lettura delle cronache di Giraldus del XII secolo che narrano delle battaglie dei Normanni contro gli arceri Gallesi muniti di micidiali archi di olmo. Ecco l’esempio:
“Durante un combattimento contro i gallesi, uno dei suoi uomini fu ferito da una freccia che trafisse la coscia, la cotta di maglia ed il quartiere della sella. La stessa freccia ferì mortalmente anche il cavallo. Un altro soldato rimase immobilizzato sulla sella perché una freccia lo colpì al fianco e passò attraverso la cotta di maglia. Quando fece cambiare direzione al cavallo fu colpito all’altro fianco. Questo lo tenne ben saldo in sella! Tuttavia, gli archi adoperati da questi gallesi non sono fatti di corno, di avorio o di tasso, ma di olmo montano e non sono stati lavorati e lucidati con cura. Anzi, all’opposto sono rozzi e nodosi.”

Sarà stata una esagerazione? Può essere, tuttavia con questi esempi l’autore intendeva sottolineare la potenza degli archi gallesi.

Cita:
Complimenti Maghin... è una documentazione veramente notevole.
Ma come fai ad essere cosi ben documentato storicamente? Potresti fare delle ottime pubblicazioni, a parer mio, forse con maggior competenza di tanti (e non è un a sviolinata... :P )

E la documentazione fotografica dove la trovi???

grazie Karl, sono solo un appassionato e non uno studioso per cui non ho mai pensato di scrivere pubblicazioni, non ne sarei in grado. però mi diverto a racimolare tutte le informazioni possibili sia sui libri che ho a casa che in internet. anche la maggior parte delle immagini le trovo facendo ricerche su Google.


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28/01/2011, 16:28
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Ottimo come sempre, Maghin! ;)
Mi chiedevo se il teschio di Visby con i tre bolzoni è stato ritrovato così come si vede o se è stato "ricomposto"; se le punte non sono entrate in profondità e non hanno fatto "esplodere" il cranio, c'è pure la possibilità che il suo possessore sia sopravvissuto (certo con un gran mal di testa!)


28/01/2011, 16:38
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bell'idea maghin ;) grazie

questo lo conoscete?
Immagine

ho trovato questa scena
Immagine


28/01/2011, 16:49
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Cita:
Ottimo come sempre, Maghin! ;)
Mi chiedevo se il teschio di Visby con i tre bolzoni è stato ritrovato così come si vede o se è stato "ricomposto"; se le punte non sono entrate in profondità e non hanno fatto "esplodere" il cranio, c'è pure la possibilità che il suo possessore sia sopravvissuto (certo con un gran mal di testa!)


grazie Gorthan, è stato trovato in una fossa comune così com'è, pensa che c'era anche un teschio con ancora addosso il cappuccio di maglia di ferro.
Allegato:
Visby3(2).jpg



Cita:
questo lo conoscete?

si, narra la vicenda del tendine di Achille


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28/01/2011, 16:52
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magin ha scritto:
si, narra la vicenda del tendine di Achille


Sei sicuro? A me sembra che stia fasciando un braccio


28/01/2011, 16:58
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anche a me. no, ricordavo male, è Patroclo fasciato da Achille

per quanto riguarda il teschio con i bolzoni pare che in effetti non sia morto subito perchè è stato anche sfondato con una mazza probabilmente come altri rinvenuti insieme, gli hanno dato il colpo di grazia.


28/01/2011, 17:04
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