Salve a tutti,
Si Raff, lungi da me – e mi spiace se ho lasciato comprendere ciò, ma nessuno credo possa negare che spesso è più facile capirsi dal vivo, in diretta, ove anche il non detto ha il suo (notevole) peso e viene tacitamente e naturalmente compreso/assimilato nell’insieme – l’inoltrarmi in tali astruse prove tecniche che, se non altro, esulano dall’intento originario di tirarne fuori un buon arco tra qualche anno..
Premettendo che la parte di pianta qui trattata, sta semplicemente, come dire.. in un reparto di terapia intensiva, ove si sta tentando di allungarne la sua permanenza in questa realtà
ormai irrimediabilmente “minata” dal gravissimo trauma subito;
lo scopo di questo esperimento - che solo prende spunto dall’e-book citato ed anche da precedenti esperienze di sigillatura di ferite (potature) sulle piante, effettuate qualche anno fa -
è di verificare se in queste condizioni, con questo trattamento, il suo legno riuscirà a ben stagionare, a resistere alle intemperie, a non marcire, quindi a mantenersi con buone caratteristiche fisiche e meccaniche, anche in questo modo: in piedi, sul suo ceppo, ancora vitale e che, bene o male, continua ancora ad “alimentarlo” con il “sugo”(=linfa).
Oltremodo, immagino che in futuro e con periodicità bisognerà prestare attenzione al suo comportamento in relazione a quello degli altri olmi, intorno a lui, meno “provati”; ciò per comprenderne la sua vitalità e le condizioni del legno preservato sotto la pellicola di vinavil (magari, alla bisogna, ripristinandola).
Considerando quindi i risultati ottenuti con il trattamento con il vinavil sulle ferite/potature delle piante, in termini di conservazione e preservazione del legno dagli agenti atmosferici e non, e quelli ottenuti con l’esperimento di stagionatura del legno, in piedi, sulla pianta, narrato nell’e-book; le premesse per ottenere un buon tronchetto, volendo essere ottimisti, dovrebbero esserci tutte, (se non - detto alla romana - se lo “zotta” prima il pecoraro/capraro, con tutto il rispetto parlando, che “bazzica” in zona).
Ci terremo comunque aggiornati.
Un caro saluto, Peppe.