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 Acciai Nipponici 
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
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Il responsabile della sezione orientale del museo Stipbbert (che ho la fortuna di avere come anmico) sta lavorando con il CNR e un istituto inglese (l'equivalente del nostro CNR....più o meno) per eseguire una ricerca sulla qualità dei metalli delle armi e armature del museo. Questo istituto inglese ha messo a punto una tecnica per rilevare la quantità, la disposizione e....se ho capito bene.....anche le dimensioni delle molecole di carbonio, o atomi....esattamente non ricordo.....ma non è importante.... presenti nei vari acciai.
Con questa tecnica di rilevazione, riescono a capire anche a quale temperatura sono stati temprati gli acciai e quanto tempo sono rimasti esposti al calore. Se sono stati fatti rinvenire o no o se hanno subito ritempraggi, addirittura riescono a capire quanto è stata la permanenza dell'acciaio nell'acqua. Tutto perché riescono a leggere tutte le molecole e le varie dimensioni e disposizione. Logicamente non la datazione perché nei materiali non organici non c'è carbonio 14, ma tutto il resto lo riescono a scoprire. Infatti mi diceva che con questa tecnica di rilevazione, ormai stanno scoprendo tutti i segreti dei vari forgiatori e dell varie scuole.
Da quello che ho capito è una nuova tecnica di misurazione che si basa su un fascio di particelle (non chiedetemi quali perché non me lo ricordo) che viene sparato attraverso il metallo. Ogni esame richiede parecchie ore di esposizione ma poi sanno tutto di come è fatto quel determinato pezzo. Addirittura alcune università giapponesi e l'istituto di ricerca nipponico (sempre l'equivalente del nostro CNR) sta chiudendo un accordo con loro e con il museo per fare esami anche da loro sulle loro collezioni.

Quello che sta saltando fuori è che molti artigiani che venivano considerati dei forgiatori di pregio, in realtà realizzavano manufatti che erano si bellissimi dal punto di vista estetico, ma la qualità dell'acciaio era decisamente scarsa (alcuni sono risultati solo dei ferri acciaiosi o addirittura di poco superiore al ferro).
Molte delle lame esaminate hanno un acciaio più scarso di quello delle lame fatte oggigiorno (intendo quelle fatte bene e che costano un po) e che vengono prodotte da aziende che le vendono per collezione o per la pratica.

Sembra che la linea di confine fra la qualità e la scarsità sia stato il momento in cui il giappone è entrato nel periodo Edo. Quando cioè sono finite le grandi guerre e la necessità di armi è calata drasticamente.
Mi diceva il curatore che la maggior parte delle lame datate nel periodo Edo, sono molto scarse come qualità del metallo, anche se bellissime come si presentano, mentre molte lame del periodo precedente, anche se l'aspetto è decisamente più scadente, in realtà la qualità dell'acciaio è eccelsa.
Mi ha mostrato un Kabuto (l'elmo) del 1400 se non ricordo masle, che all'esame è risultato di un acciaio purissimo.

Molto interessante come informazione.


14/10/2011, 10:04
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Grazie 1000.

Estremamente interessante :o


14/10/2011, 10:09
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Non so in quale chiacchierata da bar o libro l'ho appresa...magari é solo una leggenda...ma sapevo che le katane una volta finite e portate al rosso cigliegia in forgia, poi venivano temprateo o rinvenute a 37°costanti(temperatura corporea di un mammifero, evito di raccontarvi come :roll: )
La confermi Carlo o la sfatiamo?


14/10/2011, 10:14
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
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un rinvenimeto a 37° mi sembra un po poco, ma non sono un esperto di lavorazione del metallo.
Questa cosa mi sembra un po una leggenda metropolitana.

Invece è vera la faccenda delle prove di taglio. Per saggiare la qualità di una lama, chi aveva i soldi, poteva pagare un "provatore", cioè una persona autorizzata dal governo a eseguire prove di taglio. A seconda della cifra che aveva a disposizione il proprietario della lama, il provatore poteva tagliare da un semplice fascio di paglia a dei corpi di uomini deceduti per condanne capitali. Il prezzo variava a seconda del tipo di taglio che si richiedeva, il più costoso era quello trasversale, cioè dalla spalla all'ancha perchè ci voleva un espsrto per eseguirlo e soprattutto ci voleva una lama eccezionale per tagliare la maggior parte delle ossa. Il punto più ostico da tagliare era, naturalmente, la spina dorsale.

Se poi il samurai era particolarmente danaroso, allora poteva chiedere di provare la lama sui condannati a morte.....e anche qui si potevano fare diverse prove.

meglio che mi fermo qui.... :shock: :shock:


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14/10/2011, 10:36
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Località: Milano, Novara, Alto Vergante
-mANx- ha scritto:
Non so in quale chiacchierata da bar o libro l'ho appresa...magari é solo una leggenda...ma sapevo che le katane una volta finite e portate al rosso cigliegia in forgia, poi venivano temprateo o rinvenute a 37°costanti(temperatura corporea di un mammifero, evito di raccontarvi come :roll: )
La confermi Carlo o la sfatiamo?


Confermo quanto scritto da Carlo.
37° non fanno assolutamente nulla a un acciaio.
Quando si parla di rinvenimento si parla di temperature superiori (anche di molto) ai 200°.
Quindi si può tranquillamente sfatare. ;)


14/10/2011, 11:07
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Be, torna...
Se sei in periodo di guerra... le lame erano come le armi strategiche oggi....

Mi ricordo una batosta terribile che presero gli Egiziani quando si scontrarono la prima volta con gli Hittiti.... Che avevano appena scoperto il ferro... :mrgreen:

Ciao
Luca

GLi acciai erano di produzione locale? perchè non e' affatto facile produrli dal ferro.
Ho letto che quasi tutto quello che veniva usato in Europa, in epoche antiche (diciamo, fino al rinascimento (??)) arrivava tramite carovane dall'India... (anche il famoso Damasco, era acciaio importato e rilavorato, appunto a Damasco...) Vi torna??

Ciao
Luca


14/10/2011, 11:17
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Iscritto il: 22/09/2011, 9:58
Messaggi: 37
Località: Milano, Novara, Alto Vergante
Gli acciai in Giappone erano di produzione locale, come avviene ancora oggi per i Maestri forgiatori.

Non ho una cultura sterminata sulle popolazioni antiche europee, ma non è vero che tutto l'acciaio utilizzato in Europa proveniva dall'Oriente.
Ad esempio ho scoperto proprio il mese scorso che gli Etruschi, oltre a fare il damasco a pacchetto qualcosa come 700 anni prima di Cristo, lo producevano con ferro locale che era considerato il migliore.
Aggiungo un paio di estratti da libri sugli Etruschi e simili.

"...Ulteriore prova della diffusione del ferro già nell'VIII secolo ce la dà il fatto che nella necropoli Quattro Fontanili di Veio, la percentuale di tombe contenenti oggetti in ferro è del 36% sul totale delle tombe scavate, e la stessa cosa avviene in un'altra necropoli vicino Salerno. Chiaramente uno dei siti estrattivi più antichi (se non il più antico) è l'isola d'Elba, e da lì il minerale grezzo arrivava a Polpulonia e a Pozzuoli, principalmente, ma già coloni greci stanziati nella attuale Ischia, riuscivano a procurarsene, sempre nell'VIII secolo. E quello dell'Elba e della Corsica viene considerato come il migliore minerale di ferro al Mondo..."

" ... Quanto alla lavorazione del ferro, numerosi esami condotti da esperti su relitti di armi risalenti a vari periodi (VII-III sec. A.C.), hanno permesso di evidenziare che i fabbri etruschi erano in possesso già nel VII sec A.C. di una tecnica metallurgica che, rapportata ai tempi, si può definire particolarmente raffinata. Questa tecnica presuppone infatti un'ottima, seppure empirica, conoscenza delle caratteristiche e delle proprietà del ferro "carburato" (acciaio) e del ferro puro.....(ometto una discquisizione su durezza e fragilitò i base al carbonio presente)
.... Durezza e tenacità, che sembrano caratteristiche incompatibili, erano invace state riunite dagli etruschi in una medesima arma grazie a una particolare tecnica di produzione che consisteva nel saldare tra loro per martellatura più lamine di ferri variabilmente carburati, riscaldate al colore rosso chiaro, fino ad ottenere un massello costituito da più strati paralleli di ferro dolce tenace frammisti a strati di acciaio di elevata durezza. Nella costituzione del massello, da impiegarsi successivamente per la fucinatura dell'arma (spade, cuspidi di lancia, asce) il fabbro aveva cura di disporre gli strati duri di acciaio nella zona dalla quale avrebbe successivamente ricavato il tagliente, mentre gli strati di ferro dolce o di acciaio più povero di carbonio erano disposti esteriormente, in maniera da impedire la rottura dell'arma per urto. Questi strati di vari tipi di ferro potevano essere in numero limitato (3 o 5 nel caso della spada falcata di Vetulonia del VVII sec. A.C.) o anche in numero rilevante, come è risultato in un'ascia pure di Vetulonia (VII-VI sec. A.C.) e in una punta di lancia da Monte Fiascone (IV sec A.C.) la cui stratificazione è particolarmente evidente. Il massello composito, ottenuto per saldatura (bollitura) di più lamine, poteva infatti essere spianato e addoppiato più volte in modo da ottenere un complesso costituito da un numero assai elevato di strati."


14/10/2011, 11:31
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Iscritto il: 06/03/2011, 19:31
Messaggi: 842
Narra un aneddoto che un condannato a morte, carogna fino in fondo, disse ad un collaudatore di lame che si apprestava ad affettarlo: "Se sapevo così, ieri avrei ingerito delle grosse pietre, così avrei rovinato la tua bella spada". Ivano Comi, nella sua opera "Forgiatura e mistica del damasco", riporta che gli Etruschi lo avevano prodotto già nel 700 a. C. Plinio dice che Populonia era caliginosa per i fumi delle tante fucine che, tramite ricottura e martellatura, affinavano il materiale ferroso che giungeva dall'Isola d'Elba in grossi pani scoriosi. Vorrei chiedere a Carlo se quello che ha qui riportato, è scritto in qualche libro o altro supporto cartaceo, e, se sì, come venirne in possesso. Vorrei anche chiedere a Bitis, se mi sa dire dove poter trovare qualcosa del periodo antico, studio moderno o quant'altro sulla siderurgia, produzione del ferro/acciaio e delle armi di quel periodo, in poche parole, qualcosa sulla forgiatura antica. Anche se tesi universitaria (senz'altro qualcuno ne avrà fatta qualcuna!). Ah, ho abitato per qualche anno a Piombino di Livorno, ed ero vicinissimo a Populonia ed a un tiro di schioppo dall'Elba, località da me visitate, quando ero ragazzino, più volte ed hanno sempre esercitato su di me un gran fascino. Grazie in anticipo, ciao, Mirco


14/10/2011, 12:58
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
non perdetevi a questo punto superquark di sabato p.v. ,avrà per tema il giappone degli shogun.


14/10/2011, 13:01
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
Messaggi: 357
Mirco, l'acciaio per le lame giapponesi veniva prodotto in loco.
Addirittura ogni forgiatore aveva il proprio produttore di fiducia che seguiva durante la produzione dell'acciaio.
Questo è il metodo tradizionale di produzione dell'acciaio:

http://www.youtube.com/watch?v=-mmPMSK- ... re=related


14/10/2011, 13:55
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