Ciao Stefano,
Le "colle" poliuteraniche, e nel particolare caso questa che hai, risolvono problemi di assiemaggio strutturale non da poco, ma sono impieghi scarsamente soggetti alle forze che si sviluppano in un flettente d'arco dove la lamina più interna, ventre dell'arco, sollecitata in compressione tende a "gonfiarsi" cercando di distaccarsi da quella immediatamente più vicina = tende di più strapparsi ma al contempo è sollecitata anche a scorrere.
La lamina esterna, il dorso, è soggetto a trazione che si traduce con un tentativo di scorrimento sulla lamina immediatamente dietro.
Come vedi usare una colla con determinate caratteristiche di tenuta alla trazione non basta; occorre che tenga molto bene allo scivolamento delle lamine una sull'altra = deve avere un valore alto di resilienza oltre che di resistenza alla trazione.
Non penso che una colla con le "bollicine" possa avere un'alta resilienza, visto i suoi impieghi. Nella nautica a parte gli alberi e i remi non vi è molto che lavora flettendosi e le modanature in legno, e/o impiallacci vari, non di certo
Altra caratteristica della colla da usare è quella di non presentare un'alta vetrosità perchè, essa, può tradursi in fragilità di tenuta nel tempo: l'incollaggio si frattura sottol'azione della flessione del flettente.
Non tutte le colle, o mastici, bicomponenti possono essere impiegati, anche se presentano valori alti di resistenza e resilienza; molte di esse sono state sviluppate per indurire in presenza di ioni metallici ed in mancanza di essi, perchè previste per metalli e per errore le impieghiamo su legno, otteniamo cocenti delaminazioni alla prima prova di flessione. Magari se vi è stata donata fate una prova prima i impiegarla dal vero.
Non per niente hanno inventato una colla che molti costruttori darchi usano: EA-40
http://translate.google.it/translate?sl ... md8v7voif4 Spero di averti chiarito il mio concetto, ma se vuoi provare quello che ti hanno proposto sei sempre libero di farlo.
Ciao da Raff