Scusate se posto qui questo argomento. Non so se è il posto giusto, caso mai chi può lo sposti nella sezione adatta.
è una lezione tenuta nel 1988 dall'allora caposcuola a un meeting in Finlandia. é un po complicata....io, anche se ho 20 di kyudo alle spalle praticato quotidianamente, non ho ancora compreso completamente tutto, ma visto che parla della mente nel kyudo, quindi tiro con l'arco, è un discorso che sicuramente è applicabile anche al tiro occidentale....visto che l'approccio è lo stesso. Spero possa essere utile anche a voi e possa essere motivo di ulteriore approfondimento.
Prof. Inagaki Genshiro Yoshimichi 9.Dan Hanshi (1910 - 1995) LA MENTE DEL KYUDO Finlandia 1988 La questione della morte o della sopravvivenza sarà trattato durante l'allenamento abituale ed è strettamente connesso con il colpire il bersaglio. Certamente oggigiorno non manteniamo questa idea della vendetta o dell'uccisione di qualcuno ma questo stato della mente – essere ucciso o sopravvivere – fa' ancora parte del nostro addestramento. Ora, quando ci alleniamo e prendiamo questo come nostro scopo primario – colpire o non colpire il bersaglio – allora da questo punto l'allenamento della tecnica sarà molto importante. Così quando ti alleni ogni giorno con lo scopo di sviluppare e allenare la tecnica, allora dalla tecnica stessa si svilupperà la mente. L'allenamento diviene un allenamento della mente. Ci sono tre punti importanti. Il primo è che i movimenti sono sempre gli stessi. Non cambiano. Il secondo è connesso con l'abilità, il fatto che i muscoli siano allenati, e che i diversi movimenti vengono prodotti da diversi muscoli. Il terzo è che non hai altro in mente. Da questi tre punti si sviluppa una mente specifica. Da questi tre punti molti arcieri giapponesi derivano la “non mente”, la fanno propria e la fanno divenire la grande questione e il proprio compito. Dicono che questo sia lo scopo, l'obiettivo del Kyudo. Ma la “non mente” o ciò che viene chiamata concentrazione come spesso viene intesa per Kyudo in Giappone è solo l'entrata. La concentrazione è solo un passo sulla via della mente del kyudo, solo qualcosa nel mezzo, solo un passo. Quando si usa la concentrazione per allenare la tecnica e si ripete e si continua ad esercitarsi, un giorno ci si ritroverà in una situazione come di risveglio, il risveglio di qualcosa. Allora il mondo intero, questo mondo, sarà meraviglioso. Tutte le persone saranno amiche e non ci saranno nemici. E non ci sarà bisogno di onori. Questo non significa che gli onori sono qualcosa di cattivo ma non li cercherai. Certamente è bello essere ricchi ma non è necessario. Ad esempio, quando si tira e ci sono molti spettatori, il tiro ti diventa molto difficile. Ma quando scopri il cuore della mente dell'arco, allora anche se ci sono migliaia di persone che ti osservano è come se svaniscano nel nulla. E tu avrai la stessa sensazione di quando esci sotto un cielo azzurro con la brezza che soffia fresca ed è semplicemente tutto a posto. Devi continuare, continuare ad esercitarti. Allora un giorno troverai in qualche luogo ciò che è chiamato “munen muso”. In questo stato della “non mente” – forse possiamo dire a noi stessi – qualcosa si è svegliato. Devi trovare questo. Questo stato della mente è molto simile allo stato del cervello nella meditazione zen. Quando lo stato della “non mente” di un monaco zen raggiunge la regione delle onde alpha, una persona comune si troverebbe nello stato di sonno. Se improvvisamente arriva un suono, il monaco zen in meditazione mostrerà una reazione, anche al secondo e al terzo suono. [Inagaki Sensei traccia due linee sulla lavagna. Una per il monaco zen (con curve), una per la persona dormiente (con nessuna curva dopo il secondo suono)] L'altra linea è di una persona comune che non mostra quasi alcuna reazione dopo il terzo suono. Il cervello non reagirà. Nel caso di questo monaco zen in meditazione, si avrà sempre una reazione chiara mentre una persona comune si addormenterà e non reagirà più ad un suono dall'esterno. L'altro stato della mente è sempre essere sveglio. Se lo scopo ultimo è la concentrazione non si arriverà mai a questo stato. Allora lo scopo è solo la concentrazione. Quello che devi scoprire, è come trovare questo stato della mente [mostra la prima linea del monaco zen]. Il migliore ed unico modo di raggiungere questo stato della mente è esercitare la tecnica ogni giorno. E' una tecnica difficile ma è buona cosa affrontare questa difficoltà. [Inagaki sensei disegna un grafico sulla lavagna: asse x: difficoltà, asse y: abilità] Difficoltà e abilità sono in relazione in quel modo, cioè scarsa abilità mostra bassa difficoltà e più grande l'abilità, maggiore diviene la difficoltà. Gli psicologi dicono che se si arriva a uno stato con scarsa o media difficoltà e si raggiungono buone capacità, ci si annoierà. Se si prende Tsunomi no Hataraki, che è una tecnica molto difficile, e non si diventa abile, si soffrirà e ci si deprimerà. Quando si ha una tecnica di così grande difficoltà e si approccia lo stesso livello di abilità, questo tipo di persona gioirà e sarà soddisfatta. Spero e vi auguro che con Tsunomi no Hataraki e Nobiai, con questo alto grado di difficoltà, raggiungiate la grande abilità e ne deriviate godimento. Se sei soddisfatto semplicemente con il taihai, questo ritmo di 1-2-3-4, questo è questa parte [segna un'abilità scarsa e una bassa difficoltà]. Ma se il tuo scopo è quello di raggiungere una grande abilità nell'arte e tecnica del Kyudo e questo godimento, allora devi lavorare duro per questo scopo. Se pensi che il taihai, l'atmosfera che ti deriva dal taihai, sia Kyudo, ne sarei molto dispiaciuto è ciò sarà molto male per il tuo Kyudo. Il vero Kyudo è apprendere la difficoltà della tecnica, l'alta tecnica. L'attuale Kyudo in Giappone è un Kyudo che considera il taihai molto importante e gli arcieri lo confondono (scarsa difficoltà / scarsa abilità) col Kyudo. Certamente, se non pratichi e hai in corpo il taihai, la dignità del Kyudo sarà persa. Anche Confucio, il filosofo cinese, lo disse. Così se solo la teoria o il pensiero è buono ma la realizzazione è pessima, ogni cosa diviene solo un ornamento, una decorazione. Se c'è solo abilità ma nessuna teoria (questo segno include anche cultura), questa è solo una persona molto rozza. Confucio disse, quando entrambi si uniscono, la forma acculturata e la tecnica reale, allora nasce il vero gentleman – questo viene dal bushido, la mente coltivata. Voglio veramente che impariate entrambi come una cosa sola, unire entrambi, la parte culturale e l'abilità, ma ciò ad alto livello. Ad ogni modo il Kyudo è Kan-Chu-Kyu: una freccia potente che colpisce sempre il bersaglio, da questo deriva un'abilità persistente. Spero e voglio che impariate la vera arceria tradizionale giapponese. Si tratta di una tecnica molto difficile. Ma dovresti scegliere anche questo alto livello di godimento. Voglio fermarmi a questo punto anche se dovremo parlarne ancora un'altra volta. Quest'anno ho 77 anni. Sono molto vecchio e non so se sarò in grado di venire il prossimo anno o forse sarò già sotto terra. Ma voglio che ricordiate sempre queste parole e che teniate nel cuore l'esercizio e l'apprendimento del vero Kyudo. Molte grazie per la vostra pazienza.
12/01/2012, 16:58
jeval
Moderatore
Iscritto il: 30/06/2010, 13:12 Messaggi: 2433 Località: pozzo della ignoranza
................. .............. Quando si usa la concentrazione per allenare la tecnica e si ripete e si continua ad esercitarsi, un giorno ci si ritroverà in una situazione come di risveglio, il risveglio di qualcosa. Allora il mondo intero, questo mondo, sarà meraviglioso. Tutte le persone saranno amiche e non ci saranno nemici. E non ci sarà bisogno di onori. Questo non significa che gli onori sono qualcosa di cattivo ma non li cercherai. Certamente è bello essere ricchi ma non è necessario ...................
Parole meravigliose, di profonda religiosità ma al contempo semplici ed attualissime. Se puoi, quando vorrai posta pure ; ti leggo sempre con piacere. Un saluto da Raff
Il maestro giapponese che ha tenuto questa lezione, era un maestro vecchio stampo. L'attuale caposcuola non userebbe mai queste parole, esprimerebbe lo stesso concetto in modo molto più moderno, ma il significato sarebbe lo stesso.
ciao Carlo, ciò che hai esposto è estremamente interessante. grazie! trovo però che sia difficile esprimere gli stessi concetti in "modo molto più moderno" senza snaturarne il significato. credo che se il Kyudo è arrivato fino ai nostri giorni è grazie a maestri così. mi par di capire che il Kyudo non è solo tecnica arcieristica ma via di risveglio ottenibile solo con la perseveranza nella corretta pratica. ciao!
grandi risorse teoriche in giappone però pochi i risultati sportivi concreti , il medagliere olimpico piange se non sbaglio 2 argenti e un bronzo , contro 16 ori dei coreani. adesso lancio una provocazione : non è che questi maestri giapponesi se la tirano un po troppo e che se la via è difficile forse è sbagliata? del resto anche confucio disse : se non va riprova , ma se non dovesse andare di nuovo rinuncia -l'uomo superiore (gentleman) è fermo non ostinato.
Ma il kyudo non è uno sport, come credo non sia sport quello che la maggior parte di voi pratica quando prende in mano il proprio pezzo di legno incordato.
Qui serve una breve spiegazione. Bac, non sbagli quando dici....."non è che questi maestri giapponesi se la tirano un po troppo"..... anche perché il filmanto che hai pubblicato mostra il tiro della federazione. La loro tecnica è stata creata negli anni 50 dello scorso secolo ed è una fusione di due scuole ormai quasi completamente scomparse. La Ogasawara ryu (1200) e la Honda ryu (1800). Questa tecnica predilige il gesto estetico, elegante ed armonioso. I movimenti sono studiati nei minimi particolari e il loro modo di tirare è indirizzato a mostrare il "bello".....tipico concetto nipponico. La loro tecnica di sgancio è molto meno complicata della nostra perché il loro scopo è quello di mostrare un bel gesto, poi se colpiscono il bersaglio oppure no, non ha molta importanza........anche se ultimamente questa tendenza sta un po cambiando e anche loro cercano un po di più il bersaglio. Tanto per capirci, la loro tecnica di tiro è così più semplice che se vogliono colpire devono mirare circa un metro a sx del bersaglio.
Il maestro Inagaki (il maestro che ha portato la heki ryu in Europa) li chiamava "attori".....immaginatevi perché....
Invece la Heki To-ryu ha derivazione militare quindi l'imperitivo assoluto è che si deve colpire il bersaglio (il motivo è scritto sopra). Ma il problema non sarebbe solo questo.....che è di facile soluzione......il problema è che va colpito con la massima potenza esprimibile dal sistema arco arciere perché altrimenti è difficile riuscire a passare un'armatura. E qui che sta il casino, perché la tecnica per farlo è abbastanza coplicata e richiede dedizione. Poi le conseguenze di questa dedizione le avete lette sopra e in altre discussioni, ma il KYUDO, (via dell'arco) è questo. Dedicarsi allo studio della tecnica "giusta" per cui è stato creato l'arco giapponese. E la tecnica giusta è stata inventata alla fine del 1400 e sviluppata e affinata per tutto il 1500. Tanto è vero che nel 1600 questa tecnica è diventata proprietà dello Shogun (appunto "To" che indica proprietà dello shogun). Inizialmente questa tecnica veniva chiamata kyujutsu, cioè TECNICA DELL'ARCO, come era chiamata kenjutsu la tecnica della spada. ecc. Con la restaurazione Meiji (1868 ecc) tutte le tecniche (jutsu) di combattimento vennero trasformate in DO (via) che ha un significato più ampio. Usando la VIA al posto della Tecnica, si è potuto riempire queste discipline di una "filosofia" che inizialmente era estranea allo scopo per cui queste tecniche erano state create, ma che le avrebbe trasformate in qualche cosa di più accettabile perchè toglieva loro quell'aurea di guerra che avevano trasformandole in stili di vita legate a un passato di tradizione che comunque conteneva dei valori importanti. Lealta, etica, morale, dedizione...e via così.
Con il passare del tempo, molte di queste tecniche si sono trasformate in sport, perdendo la caratterisica originaria. La stessa cosa è capitata qui in Europa con la scherma, per esempio, o proprio con il tiro con l'arco. Solo negli ultimi 60 anni?...più o meno ci ho azzeccato come data?.....qui da noi si è riscoperto l'arco tradizionale e sono rinate copagnie che praticano il tiro non sportivo.
In giappone invece questo non è successo. Il kyudo è stato ed è una dele 4 arti marziali, insieme al kendo, al judo e all'aikido, che fanno parte del programma di studi del ministero della pubblica istruzione. I giovani giapponesi, quando arrivano al liceo...da li in poi....devono accumulare un monte ore annulae di praica in una delle 4 discipline a scelta (credo che sia ancora così, ma non sono aggiornatissimo su questo), tanto è vero che ogni scuola a 4 dojo, uno per ogni disciplina.
Il kyudo però non è passato a disciplina sportiva. E' rimasto quello che era.......parlo di entrambe le scuole, federazione e scuola Heki, e non mi risulta nemmeno che lo diventerà a breve.
Ma bac... quei maestri non tirano ica con l'olimpico! Troppo facile con l'olimpico
questo è vero .però gli aspetti mentali sono gli stessi, in più le pressioni in un contesto olimpico sono simili a quelle della battaglia , c'è poco di che avere le mente vuota. facevo questa considerazione cercando una relazione tra tradizioni arcieristiche di lunga data e medagliere olimpico per capire quanto sia nel dna di un popolo il tiro con l'arco, del resto neanche i coreani usano l'arco tradizionale.
Cita:
Invece la Heki To-ryu ha derivazione militare quindi l'imperitivo assoluto è che si deve colpire il bersaglio
e colpirlo con forza.
esiste un iter di allenamenti per perfezionare la tecnica , ad esempio quanto durava l'addestramento militare?
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