Arco storto, freccia dritta
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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Sfrutto un momento di tranquillità del forum, per sottoporre una domanda agli uomini degli archi senza finestra. Siamo in molti qui. Orientali, mediorientali e occidentali. Certo, chi tira con il composito riesce ad utilizzare materiali che rendono maggiormente. Ciò permette loro di avere archi maggiormente sottili, specie all'impugnatura, e quindi a non patire troppo l'impugnatura larga. Ma chi utilizza archi in legno, spesso si trova ad appoggiare la freccia su un impugnatura che può avere una larghezza di diversi centimetri. Se è vero che il paradosso dell'arciere interviene un po' a mitigare l'effetto di una freccia che esce non puntando verso il bersaglio, al cresce del libbraggio e della larghezza dell'impugnatura, gli arcieri che non sono nati sugli archi senza finestra mandano la freccia a destra (i mancini a sinistra) del bersaglio. Se si aggiunge il fatto che, in battaglia, si tira la freccia che capita, che può essere troppo dura o troppo molle, anche quel minimo di aiuto che ci viene dal paradosso, ci viene a mancare. Come risolveva il problema il nostro antenato? Onestamente, non ne ho idea. Non ho trovato tracce di questo problema nei manuali medievali. Nella nostra scuola il problema si pone soprattutto per quegli arcieri che provengono dall'arco moderno. Questo spiga, almeno parzialmente, la mancanza di informazioni storiche. Perché quello che ho riassunto nel titolo del topic, arco storto, freccia dritta, era probabilmente la norma.
Molto brevemente, se si vuole avere precisione anche dopo i venti, venticinque metri, quando una freccia che è storta manca il bersaglio grosso e la parabola comincia a esistere, se l'arco non è storto, la freccia non esce dritta. In pratica, il dorso dell'arco non può essere parallelo al bersaglio. Occorre entrare maggiormente nell'impugnatura dell'arco, facendo sì che esso si storti leggermente (quanto dipende dall'arco) verso il pollice. Chiaro che la linea di forza esercitata dal braccio dell'arco va (controintuitivamente per l'arciere moderno) in una direzione che non punta affatto verso al bersaglio, ma alla sua destra (sinistra per i mancini). Questo permette sostanzialmente di avere un allineamento rettilineo tra gomito, punto di appoggio della freccia, punta della freccia e bersaglio. Il sistema permette di andare a bersaglio anche con frecce più leggere del necessario, mentre le più rigide non battono in coda. Sarei curioso di sapere cosa fate voi. Soprattutto, ovviamente, se si alterna l'utilizzo del longbow al takedown.
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12/04/2017, 6:00 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Cita: Come risolveva il problema il nostro antenato? Ciao Oliviero, credo che semplicemente non se lo poneva. Ma che problema c'è? A me capita spesso di fare archi anche larghi all'impugnatura (3,5-4 cm) ma non ho problemi per questo. Anche in passato c'erano archi così (quello di olmo della Mary Rose ad esempio è largo 4,2 cm, quello di Haithabu 4 cm quello di Pineuil 4 ecc). Addirittura ho notato che se un arco è storto la freccia normalmente esce più dritta se la si appoggia alla parte dell'arco che sporge di più e non girando l'arco come per ottenere una "finestra naturale". Anzi, al contrario mi pare che più è sottile l'impugnatura, più la freccia tende a sbatterci la coda. Penso comunque che se uno conosce un arco che ha in mano ci tira senza pensar su a queste cose. Impressioni personali ovviamente, niente di "scientifico". ciao
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12/04/2017, 12:24 |
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hawkwood
Iscritto il: 21/01/2014, 14:09 Messaggi: 295 Località: Segrate (MI)
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Ciao gente, dico la mia. Ho da un anno circa un arco in olmo che, alla massima tensione, sviluppa circa 50 lb (vedi immagine). L'impugnatura è larga 4 cm (vedi immagine). E' la ricostruzione operata da magin di un arco vichingo (ritrovamento archeologico, Gionata correggimi se sbaglio) Mi trovo benissimo, sia sui tiri a distanza (oltre i 70 m.) che sui tiri dai 10 metri in su. E' stato così sin dalla prima freccia (maggio 2016) e continua ad essere così, dopo mesi e dopo che per l'uso ha ceduto la prima corda. Mi sento tranquillo e sicuro quando lo uso; credo perché le sento mio, amico e quindi mi affido a lui. Scocco senza pensarci più di tanto, giusto il necessario per concentrarmi sulla postura e sul bersaglio. Con una freccia di 34 grammi ho raggiunto la distanza di circa 136 m. Riesco ad essere abbastanza preciso e veloce, in rapporto all'addestramento che faccio. E' l'arco che ho usato ad Hastings nell'ottobre scorso; poiché il libraggio era eccessivo per gli standard dell'evento, ho allungato la corda per ridurlo alle libbre consentite. Nell'esame di "abilità arcieristica" che ho sostenuto per poter partecipare alla battaglia di Hastings, e per superare il quale mi sono specificamente addestrato (con frecce con punte blunt), ho ricevuto dal responsabile dei Vikings Italia i complimenti per l'efficacia e precisione di tiro; con l'ultima freccia il bersaglio (uno scudo tondo) è pure stato abbattuto. Non uso il take down e quindi non ho raffronti. In realtà il problema non me lo pongo se non nella pratica dell'allineamento del corpo e dell'arco sul bersaglio e dell'attenta osservazione di come vola e di dove arriva la freccia scoccata. Relativamente al composito (47 libbre all'allugo massimo, vedi immagine qui: download/file.php?id=9023&mode=view), devo esser sincero, da agosto ad oggi l'ho usato pochissimo e solo settimana scorso l'ho usato a distanze brevi (20 metri circa). Si comporta come un puledro che scalcia e non è facile, almeno per me, da domare; ma datemi tempo, credo ci riuscirò, se la salute (schiena e braccia) regge
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12/04/2017, 17:35 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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Risposte molto interessanti, anche se non quelle che attendevo.
@magin ...Mi viene da sorridere, perché mi hai dato la stessa risposta che mi avrebbe dato una che viene filato filato dal Medioevo. Guarda però che per le frecce, non credo che sia esattamente come dici. La coda batte non perché l'impugnatura si assottiglia, ma perché la freccia diventa via via più dura per l'arco. Diminuendo l'impugnatura diminuisce probabilmente un po' la forza dell'arco che usi. Se diminuisci parimenti il diametro delle frecce di pari passo con il libbraggio, vedrai che aggiusti il problema scodamento anche per gli archi più sottili. Se curi l'allineamento (cioè gomito, punto d'appoggio, punta e bersaglio) vedrai però che il problema diminuisce anche con frecce non proprio adatte. Cosa, come dicevo, inutile in caccia (dove ci manca che vai con frecce sbagliate per l'arco), ma fondamentale in guerra dove... ti pigli le frecce che ti danno. La freccia che picchia in coda, inesorabilmente manca il bersaglio. Ecco che problema c'è.
@hawkwood Fondamentale vale un po' quello che ho detto a Magin. Tu sei cresciuto nella nostra scuola e sei stato già impostato in modo da non porti il problema, trovando la relazione con l'arco. Il problema c'è per chi è stato impostato a tenere il dorso dell'arco rigidamente parallelo al bersaglio (anche quando inclinano leggermente l'arco, in stile Fiarc, mantengono il parallelismo della tecnica olimpica). Queste sono persone che tendenzialmente applicano una forza all'arco strettamente perpendicolare al bersaglio, mantenendo il braccio dell'arco piuttosto teso. Questi non applicano l'arco nell'arco che tu usi omai normalmente (lo fa un po' anche Magin, anche se non è cosciente come per noi). Tirano perciò in modo molto diverso da come fai tu. Se mi permetti un consiglio sull'argomento arco che scalcia, ricordati di spingere un po' di più con la mano dell'arco quando scocchi. ...Se sente la mano del padrone, il puledro si calma un po'.
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12/04/2017, 19:19 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Ciao Oliviero, non è che ho capito tutto tipo arco parallelo al bersaglio ecc ma fa niente. Piuttosto mi sembra che l'arco di Hakwood sia storto e credo che lo usi nel modo in cui dicevo io e cioè con la freccia che appoggia dalla parte convessa, dove sporge di più ... dall'altra parte esce più male credo ... ma aspettiamo Hkwood. ciao
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13/04/2017, 8:09 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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In effetti, sia Marco che Lorenzo non sono più Arcieri nel Tempo da un pezzo, per cui chissà se navigano ancora sulla retta via?!? Scherzo ovviamente. Provo ad aggiungerti qualche foto per spiegarmi meglio. In questo dettaglio vedi il disallineamento di forze che intendo.
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13/04/2017, 11:04 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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In quest'altra vedi come la mano si inserisce nella struttura che noi chiamiamo l'arco nell'arco.
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13/04/2017, 11:05 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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In quest'ultima, invece tendo ad enfatizzare l'allineamento (non perfetto per colpa dell'arciere della foto...) bersaglio, punta, punto d'appoggio, gomito.
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13/04/2017, 11:07 |
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Oliviero
Iscritto il: 12/06/2016, 8:06 Messaggi: 534 Località: Milano
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Spero di essere riuscito a rendere più chiaro cosa intendo per "arco storto e freccia dritta", anche se prego tutti di non prendere esempio da queste foto. L'arciere non deve nascere per clonazione da un modello-maestro. Esso deve emergere dal rapporto dell'uomo con l'arco. La didattica non è, almeno nella nostra scuola, un "fai così e così". Quanto piuttosto evita di fare questo, perché fai più fatica oppure non tendere questi muscoli perché non è con quelli che si apre l'arco.... tutte cose a cui l'arciere arriverebbe certamente da solo, ma con tanti anni di pratica e continuando ad evolvere. Un processo che deve comunque esserci, ma che può essere reso più semplice, veloce ed efficace sfruttando l'esperienza di chi lo ha percorso prima di te. Insomma, quello che ci si tramanda nelle generazioni di arcieri e che, a ben vedere, dovrebbe chiamarsi tradizione. Questo vuol dire come tiravano nel Medioevo? Affatto. Saremmo ben scarsi se in cinquecento anni non fossi evoluti e avessi congelato il modo di tirare. sarebbe come dire che in cinquecento anni l'umanità non ha imparato niente.
Quelli che non capiscono, invece di maturare i fondamentali necessari a gestire questi archi, puntualmente si concentrano sui dettagli non importanti. Dove agganci, varia. Quanto "strappi", varia. Ma se non usi l'arco nell'arco, ad esempio, invece che lavorare allineando le ossa (ho trovato una bella descrizione di questo nel manuale medievale della heki ryu), compenserai coi muscoli e ti stancherai molto presto. Un pessimo arciere in battaglia.
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13/04/2017, 11:28 |
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magin
Iscritto il: 27/07/2010, 9:00 Messaggi: 2594
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Ciao Oliviero, scusa ma ... boh? non ho capito molto di più mi spiace ... (son limitato in queste cose, non è colpa tua) Cita: Saremmo ben scarsi se in cinquecento anni non fossi evoluti e avessi congelato il modo di tirare. sarebbe come dire che in cinquecento anni l'umanità non ha imparato niente. ma se non si usa più l'arco è normale dimenticare o quantomeno non evolvere credo ... ma forse ho frainteso anche qui. scusa ... ciao
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13/04/2017, 12:51 |
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