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 Massa virtuale, velocità di chiusura, isteresi, ecc. 
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Iscritto il: 02/01/2015, 14:51
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Ho recentemente individuato un metodo affidabile per determinare la massa virtuale di un arco, la sua
velocità limite di chiusura, la velocità di uscita prevista per una freccia di una certa massa e l’energia
persa per isteresi dall’arco. Queste grandezze sono interessanti in tutti i casi, ma in particolare per archi
che si vogliano usare nella specialità fligt.
Il metodo l’ho già descritto in realtà in un intervento precedente, ma poiché questo faceva parte di un
thread iniziato in precedenza “Sul comportamento balistico di tre archi” - dove inizialmente si
descriveva invece un altro metodo, molto meno preciso – ho pensato che sia meglio descriverlo di
nuovo in modo più organico.


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05/08/2015, 18:30
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Località: Pisa
Ho scoperto che il metodo che ho descritto era già stato anticipato da Klopsteg nel '44 (all'epoca io avevo solo due anni, e non tiravo ancora con l'arco...). La sola differenza significativa sta nel fatto che Klopsteg portava in grafico Y' = 2W/V^2 mentre io riporto Y = 1/V^2. La massa virtuale anche nel caso di Klopsteg è data dal rapporto tra l'ordinata all'origine e la pendenza della retta, nel suo caso Y' = A' + B' m, ossia da A'/B'. Il metodo di Klopsteg esige la determinazione preliminare di W, mentre il mio metodo non lo richiede (massa virtuale, velocità limite di chiusura e energia cinetica totale posseduta dalla freccia + la corda+ le varie masse in moto dell'arco, si possono tutte ricavare anche senza conoscere W). Tuttavia se si vuole determinare anche la perdita per isteresi E', allora bisogna comunque determinare W. Io esprimo l'energia cinetica totale E come E = W - E' (lavoro totale di trazione meno perdita per isteresi) mentre Klopsteg l'esprimeva come r per W, dove r (frazione utilizzabile del lavoro di trazione) corrisponde al rapporto W/(W-E') = W/E. Il valore si r è uguale al valore del parametro B' (= 2W/2E = W/E = r).
I due metodi sono perfettamente equivalenti sotto tutti gli aspetti; ho quindi riscoperto l'acqua calda (o come si dice da noi, ho scoperto il bùo alla 'onca, il buco alla conca, anche se il termine difficilmente sarà compreso da chi , nato da troppo poco tempo, non ha mai visto una delle ormai preistoriche conche di coccio smaltato verde con in fondo un buco, e un tappo, per poterle svuotare, che si usavano per lavare stoviglie o panni). Amen. Il mio metodo comunque permette di determinare il grosso delle quantità che interessano ai fini pratici anche se non si è provveduto a misurare la curva di trazione e quindi a determinare W.
Ciao a tutti,
Franco


26/08/2015, 22:34
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