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vtr
Iscritto il: 09/12/2010, 22:17 Messaggi: 188
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dot ha scritto: magin ha scritto: per Dot -ciao, leggo ora che le hai già fatte, le hai usate sugli archi? Il mio interesse rimane circoscritto alla fibra anche se si parla di archi. La corda in oggetto è stata definita da Loy sommariamente quale manufatto in corteccia senza alcuna ulteriore precisazione ed altrettanto, con poca variante, è citata altrove... Il monumentale lavoro di Loy è stato interrotto bruscamente alla sua morte, e la maggior parte delle sue osservazioni non sono state ultimate né pubblicate. Qualcosa, presso la biblioteca del Museo (manoscritti non pubblicati) c'è, ma nulla di definitivo. Sulla corda ci sono enormi perplessità, e nessun altra successiva indagine sull'argomento è stata ufficialmente eseguita sugli altri reperti (praticamente tutti i reperti organici). Il suo compito rientrava nelle "analisi dei residui" dei manufatti e adesso un altro studioso australiano è stato incaricato di proseguire il suo lavoro. A tale proposito (l'ho incontrato la settimana scorsa a Bologna) abbiamo definito un programma da portare avanti presso L'EURAC. Ci sono quindi buone notizie...La corda (o presunta tale) rientra ovviamente nel progetto, ma soprattutto la famiglia di Loy ha autorizzato questo studioso a scartabellare nei suoi appunti casalinghi, una montagna di annotazioni, analisi chimiche, spettroscopiche e materiale fotografico/radiografico/tomografico. E' presumibile che qualcosa salti fuori "presto" dunque, anche se il "presto" non va preso alla lettera...
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18/02/2014, 13:43 |
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dot
Iscritto il: 12/05/2011, 0:26 Messaggi: 155 Località: 51017 Pescia
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vincenzo77 ha scritto: Ciao dot che bel lavoro ti sto'seguendo incuriosito ...il peso statico che hai applicato a quanto ammonta? l'arco con la corda rotta che libraggio aveva?si è rotta subito o sei riuscito ad adoperarla?puoi..se hai voglia indicarmi il procedimento? grazie ciao Vincenzo, trattandosi di cose di anni addietro avrei da riesumare le annotazioni per rispondere coscienziosamente alle tue richieste : l'arco è un selfbow in nocciolo di potenza attorno le 50lbs e la corda si è spezzata subito in ambo i casi illustrati a circa la metà dell'allungo...anche se in una occasione la frattura si è avuta al nodo che è sempre un punto delicato. Anche alla prova con peso statico la frattura è avvenuta al nodo sulla maniglia sel secchio. E' di questa prova che avrei da ritrovare gli appunti, comunque considerata la capienza ed i circa tre kg di zavorra in piombo, il peso in immagine dovrebbe stare tra i 13 ed i 15kg...ma ancora la corda non aveva ceduto...a ricordo potrei ventilare abbia resistito sino attorno il riempimento del secchio. La sezione di queste corde sta intorno i 4mm. Tra l'altro ho letto da qualche parte la corda di Otzi fosse a tre capi e ne tentai una che dovrei ancora possedere, ma è una scocciatura di intreccio. Se per procedimento intendi la produzione della fibra dovrebbe esser già stato esposto in precedenza. io le ho usate in tutti i modi...a crudo, bollita, macerata...se invece intendi il modo di intreccio ti inserisco qualche link alla prossima.
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18/02/2014, 20:01 |
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dot
Iscritto il: 12/05/2011, 0:26 Messaggi: 155 Località: 51017 Pescia
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vincenzo77 ha scritto: Ciao dot che bel lavoro ti sto'seguendo incuriosito ...il peso statico che hai applicato a quanto ammonta? l'arco con la corda rotta che libraggio aveva?si è rotta subito o sei riuscito ad adoperarla?puoi..se hai voglia indicarmi il procedimento? grazie ti preciso che, come tuttavia si può interpretare dal titolo delle immagini, che le corde rotte sull'arco sono di libro di tiglio, mentre il test con peso statico è su carpine...da cui se non altro sembrerebbe le qualità delle due fibre non divergano molto. In occasione, ritenendolo in tema le tue richieste, inserirei pari pari una personale osservazione che ebbi a fare trattando la robinia, che probabilmente vale per tutte le fibre ed i rivestimenti vegetali per i flettenti, in memoria dell'uso poco comprensibile tener un anno la betulla in acqua salata..se qualcuno la giudica un abbaglio, non c'è problema..: Dal libro di robinia si ricavano cordami di apprezzabile resistenza, va lavorata bagnata. la pianta è tossica. Mantengo la fibra pronta all'uso immersa in acqua salata, viceversa va presto in ebollizione di fermentazione. Allo stato bagnato è facile separarla longitudinalmente in fettuccie sottili da intrecciare o si cerca ricavare fibra con un pettine a rastrello dai corti denti. La macerazione della corteccia di betulla, ma questo potrebbe valere preventivamente per ogni altra fibra, in acqua marina da parte i costruttori dell'est euroasiatico, mi pare non esser dovuta a qualche proprietà da parte l'acqua salata che influisca sulla costituzione del vegetale, ma al fatto che viceversa questo fermenterebbe. Quindi l'acqua salata potrebbe aver avuto scopo mantenere a lungo la fibra ammorbidita e pronta all'uso preservandola tuttavia dalla corruzione . In tempo remoto l'acqua marina era senz'altro più economica del sale.Loy quale valente scienziato ha mostrato svolgere con indiscutibile merito il compito affidatogli, purtroppo non ha avuto modo tirarne le somme e tanto meno divulgarlo a causa la inaspettata scomparsa, per cui ad oggi gli interrogativi perdurano. Per personale cognizione non parrebbe Otzi essere appartenuto ad una avanzata civiltà, per cui sarebbe quasi assurdo ipotizzare la corda recata appresso potesse esser stata di seta, ma forse, anche considerando i pollini di carpine rinvenuti sui quali si va a fondare la stagionalità degli eventi come ovviamente la presenza di questa specie arborea, la possibilità dell'impiego di una fibra così simile al tiglio non appare poi tanto infondata . Certo che la marcata diversità di sezione tra un capo e l'altro quanto la natura sospettata della fibra costituente ne rende emblematico un uso arcieristico finale ma..quien sabe ? nessuno di noi era lì..magari pur riposta in faretra ( che poi per quanto c'era dentro funzionava anche da borsa) era per tendere la rete o, come si conosce sia utile appresso, uno spago al seguito buono a tutti gli usi .
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19/02/2014, 11:33 |
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ligera
Iscritto il: 30/01/2012, 23:04 Messaggi: 646
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Scusate ma per fare la corda con tre capi come si fa? E se invece faccio tre cordicelle e poi le intreccio?
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27/10/2016, 19:37 |
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raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
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Ciao Ligera, allo stesso modo di quella a due, ma far girare tre trefoli è più difficile che due. Va grossomodo bene anche ad intrecciarli. Ciao da Raff
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27/10/2016, 22:32 |
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Tulsi
Iscritto il: 05/04/2018, 22:24 Messaggi: 25
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Io ho ottenuto fibre dalle foglie di yucca ...prima battendole con un mirtaio di legno e strizzandole lavandole molto al fiume d estate... Poi ho bollito le fibre per un ora in acqua e soda solvay con un goccio di ammorbidente....volendo anche la cenere funziona bene ma ne serve molta perché bisogna ottenere una soluzione con PH molto basico per pulire e sbiancare le fibre...la soda solvay funziona bene e si puo comprare in ogni supermercato
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30/12/2020, 8:02 |
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Tulsi
Iscritto il: 05/04/2018, 22:24 Messaggi: 25
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Ecco alcune foto della fibra di yucca e la corda che ho ottenuto
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30/12/2020, 8:08 |
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Tulsi
Iscritto il: 05/04/2018, 22:24 Messaggi: 25
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Altre foto
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30/12/2020, 8:08 |
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Nitopi
Iscritto il: 13/12/2010, 18:13 Messaggi: 2428 Località: Genova - Prata Veituriorum
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bella!
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03/01/2021, 16:53 |
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hawkwood
Iscritto il: 21/01/2014, 14:09 Messaggi: 295 Località: Segrate (MI)
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Pubblicato sul sito del G.R.A.S. un'analisi delle varie ipotesi fatte sul materiale utilizzato per la costruzione della corda dell'arco di Oetzi. Qui: https://www.arcostoricogras.it/storia.aspLA CORDA DELL'ARCO DI OETZI
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26/02/2024, 16:17 |
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