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 Legni per archi, tasso e olmo esclusi 
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Domenica scorsa, nel corso della manifestazione al Parco Sola -Cabiati di Gorgonzola, con circa due ore di lavoro ho “prodotto” due archi in nocciolo (uno e mezzo in realtà, perché il secondo è ancora da mettere a punto prima di montare la corda, vedi immagini).
Parlandone con magin, mi ha suggerito di dare un’occhiata ad un articolo apparso sul Journal of the Society of Archer – Antiquaries del 2016 a firma Jeremy Spencer dal titolo A bowyer’s experiments with Ascham’s ‘mean’ wood bows.
Vi è qui, anche, un elenco di queste specie di legni sottoposti a sperimentazione, e che qui riporto:
nocciolo
melo selvatico
ciliegio selvatico
prugnolo
agrifoglio
carpino
frassino
corniolo
olmo riccio
sorbo selvatico
sambuco
maggiociondolo
Tradurrò, spero a breve, l’articolo e lo pubblicherò in rete.
Ora vi “primizio” del pezzo dedicato al nocciolo (pag. 41).
“Il nocciolo cresce in abbondanza e se viene coltivato a boschetto cresce in breve tempo nella forma di doghe per archi. Sono stati costruiti con questo materiale ottimi archi di grande potenza, che sono paragonabili con quelli ritrovati sulla Mary Rose, da parte del mastro arcaio Joe Gibbs. A causa della minore densità del nocciolo, le dimensioni degli archi dovranno essere proporzionalmente più grandi. La potenza di oltre 150 libbre è stata raggiunta con una sezione centrale di 45 mm. di larghezza e 37 mm. di profondità. Costruire un arco più più largo di così non è sempre una valida opzione poiché quando la freccia arriva al termine della tensione si piega intorno all’arco (paradosso dell’arciere) senza potersi poi raddrizzare completamente.
E’ facile immaginare uomo medievale che velocemente, con poco più di un coltello, ricava da un tronchetto di nocciolo un’arma efficiente; i tronchetti di nocciolo sono abbastanza diritti e largamente diffusi. Poiché la corteccia è sottile può essere lasciata sull’arco finito sebbene non fornisca particolari benefici se non il risparmio di lavoro e un poco di protezione dall’acqua poiché la corteccia è praticamente impermeabile.”


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29/11/2017, 9:16
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Ciao, di che diametro erano i tronchetti di partenza? Io sto lavorando a uno ma ci sto mettendo un sacco di tempo...


29/11/2017, 10:40
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Cervo ha scritto:
Ciao, di che diametro erano i tronchetti di partenza? Io sto lavorando a uno ma ci sto mettendo un sacco di tempo...


Uno 5 e l'altro 6,5 cm., circa. Non lo posso più misurare, il diametro...


29/11/2017, 11:11
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Buonasera, ma conferendo una sezione circolare come quello della foto il nocciolo non si fessura formando crisalidi?


10/01/2018, 23:06
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Livio69 ha scritto:
Buonasera, ma conferendo una sezione circolare come quello della foto il nocciolo non si fessura formando crisalidi?

La sezione non è propriamente circolare.
Dalle immagini non si vede bene. La sezione è una via di mezzo tra quella lenticolare e quella circolare.
Ecco le immagini relative che non rendono però piena ragione di quanto detto.
L'arco è ancora da testare, cosa che avverrà nei prossimi giorni


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11/01/2018, 14:05
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Scusa Hokwood ma io considererei sezioni così decisamente "circolari" :roll: Sono su tutta la lunghezza così?


Cita:
Buonasera, ma conferendo una sezione circolare come quello della foto il nocciolo non si fessura formando crisalidi?


Ciao Livio69, mi permetto di aggiungere anch’io qualche considerazione ricavata dalle mie esperienze.
Si, diciamo che a grandi linee col nocciolo così come con altri legni “bianchi” tendenzialmente è meglio scegliere delle sezioni più schiacciate ma non ci sono regole precise o dogmi e le variabili in gioco nel caso della costruzione di archi semplici di legno sono davvero tante. Per quanto concerne le crepe di compressione (io le crisalidi pensavo fossero uno stadio larvale delle farfalle) nel nocciolo cercherò di spiegarmi … spero.

Se ad esempio ho una doga di nocciolo fresca e la fletto troppo, posso aspettarmi che quasi certamente in un punto di debolezza, cioè se il punto è preceduto e seguito da parti con sezione di spessore superiore (in pratica se quel punto forma un avvallamento visto di profilo), si formeranno crepe di compressione.
Questo può accadere comunque anche su legni già stagionati, a seconda delle caratteristiche dell’arco. E’ quindi importante anche scegliere la forma e il tipo di sezioni a seconda di come è fatta la doga e di quello che vogliamo ottenere (libraggio, allungo ecc) . A differenza del tasso e dell’olmo ad esempio, ho notato che il nocciolo non è particolarmente adatto per archi corti e la sua lunghezza deve comunque essere adeguata al libraggio. Se poi ho una doga già in origine riflessa cercherò di fare un arco a sezioni decisamente schiacciate e larghe.
Al contrario, se la mia doga segue già più o meno la corda, preferirò sezioni più strette e tondeggianti. Stando attenti a non creare punti di debolezza, distribuendo bene il lavoro su tutta la lunghezza dell’arco e facendolo di lunghezza adeguata posso ottenere anche col nocciolo un arco con sezioni non necessariamente schiacciate.


11/01/2018, 16:58
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magin ha scritto:
Scusa Hokwood ma io considererei sezioni così decisamente "circolari" :roll: Sono su tutta la lunghezza così?

.... si formeranno crepe di compressione.
Questo può accadere comunque anche su legni già stagionati, a seconda delle caratteristiche dell’arco. E’ quindi importante anche scegliere la forma e il tipo di sezioni a seconda di come è fatta la doga e di quello che vogliamo ottenere (libraggio, allungo ecc) . A differenza del tasso e dell’olmo ad esempio, ho notato che il nocciolo non è particolarmente adatto per archi corti e la sua lunghezza deve comunque essere adeguata al libraggio. Se poi ho una doga già in origine riflessa cercherò di fare un arco a sezioni decisamente schiacciate e larghe.
Al contrario, se la mia doga segue già più o meno la corda, preferirò sezioni più strette e tondeggianti. Stando attenti a non creare punti di debolezza, distribuendo bene il lavoro su tutta la lunghezza dell’arco e facendolo di lunghezza adeguata posso ottenere anche col nocciolo un arco con sezioni non necessariamente schiacciate.


La doga che ho lavorato è stata in cantina per circa un anno ed è bella compatta (secondo me la più compatta tra la decina che ho lavorato nell'ultimo anno). Inoltre non era molto larga. Lavorandola non me la sono sentita di appiattire troppo l'interno dell'arco per non indebolirlo troppo (la cosa si può sempre fare, comunque e con poco lavoro di raschietto). Inoltre il tronchetto (vedi immagine IMG_5374rid.JPG) non era perfettamente diritto. Per concludere ho la tendenza, durante la lavorazione, tendenza che non riesco ancora a governare, a fare sezioni tondeggiannti; non so bene il perchè ma è così.
L'arco è lungo cm. 163, largo, alle estremità cm. 1,5 e all'impugnatura quasi 3 cm.; di spessore, sempre all'impugnatura, poco meno di cm. 2,50
Ho misurato l'estremità superiore, in sezione (vedi immagine IMG_5592.JPG) e mi da mm.12 x mm.18. L'arco che considero finiti (l'ho ingrassato con strutto) segue un poco la corda; e lo devo ancora testare.
Sarebbe tutto più facile parlarne con l'arco in mano.....


11/01/2018, 17:37
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Grazie molte per le spiegazioni. Potete dirmi in cosa consiste la firma deflessa e riflessa? Che differenza c'e?


19/01/2018, 7:43
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ciao Livio, per forma deflessa si intende che l'arco da scarico è piegato verso dietro, verso chi tira mentre è riflesso quando è piegato in avanti


20/01/2018, 14:12
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Iscritto il: 03/12/2017, 2:08
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magin ha scritto:
ciao Livio, per forma deflessa si intende che l'arco da scarico è piegato verso dietro, verso chi tira mentre è riflesso quando è piegato in avanti


Ok , grazie. A presto!


20/01/2018, 16:33
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