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 tendiarco di kainua 
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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http://www.arcosophia.net/database/ARCO/anno_2006/N2/bonora02_06.htm

Allegato:
Immagine1.jpg


c'è qualcuno che ha mai provato a tirar frecce con questo attrezzo ?

l'oggetto in questione è databile V-IV secolo a.c.

(se se ne è già parlato in un'altra discussione spostate pure il tutto)


27/05/2012, 21:02
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due anni da ,
la discussione la trovi qui:
viewtopic.php?f=26&t=133&p=1281&hilit=tendiarco#p1281

viewtopic.php?f=26&t=133&p=1131&hilit=tendiarco#p1131


27/05/2012, 21:28
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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credo si possa spostare la mia domanda in quella discussione dove o visto posizioni abbastanza scettiche sulla reale destinazione d'uso.


27/05/2012, 21:49
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Località: tra l'oglio ed il chiese
Salve a tutti,
Scusate ma un grande inghippo di troian e compagnia, scaricati a mia insaputa mentre cercavo materiale Caddo, mi hanno impallato il pc e srivo col telefonino...
ciao Bac, alle volte penso che qualcuno (tu) mi legga nel pensiero.
Avevo letto gia' ambedue le fonti citate, ma ne ho trovate anche altre.
Per attuare delle prove ho deciso di farmene qualcuno in fusione di bronzo e ieri mi sono arrivate le cere per approntare le copie per la fusione in cera persa, dopo potro` provare anch'io, ma ho seri dubbi che siano veramente tutti destinati al tiro con l'arco, visti le molteplici forme.
Oltretutto, ma é stato gia' fatto notare da altri, é raro trovarlo in inumazioni e non mi risulta che sia stato ritrovato associato a punte di frecce.
Aggiungo: lo si é trovato solo in siti che hanno conosciuto la frequentazione etrusca, ma gli etruschi non erano dei fanatici del tiro con l'arco,nel senso che, come armi, preferivano le lance e spade.
Bé, io intanto continuo a tirar fuori i topi dal pc ed a salvare tutto.
Ci sentiamo, un saluto da raff


27/05/2012, 21:53
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per essere messo in una tomba doveva essere di una qualche utilità anche nella vita terrena, a questo punto se non è un tendiarco a cosa serviva?


27/05/2012, 22:04
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Iscritto il: 17/12/2010, 17:48
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Guardate, al Museo di Modena ne sono esposti parecchi, con molteplici misure. Ebbene alcuni di questi sono talmente grossi e grandi che mi pare francamente impossibile fossero tendiarchi. Alcuni sono grandi la metà di una mano! Quando facevo parte del gruppo archeologico della mia zona, pur che nessuno era arcere, ci siamo domandati tante volte come veniva usato se tendiarco era, e tutte le volte la risposta che ci siamo dati è che
"non era"

Attenzione: non sono stati trovati solo nel substrati etruschi, ma anche in quelli precedenti che risalgono alle Terramare. Quindi Bronzo medio.
Che cosa fosse Bac, non si sa ancora: parti di carro? Chiusure? Finimenti per cavalli? Ma tendiarco direi proprio di no (a mio parere)


28/05/2012, 6:21
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
per quanto apprezzi il lavoro di Bruno Bonora che si è molto prodigato su questa ricerca sono sempre stato molto scettico sulla teoria del tendiarco. non vedo una sola ragione per cui avessero bisogno di un tale oggetto usato in quel modo. oltretutto rende il tiro più lento (per incoccare la freccia). ne ho visti alcuni con 4 "spuntoni" corti che assolutamente niente hanno a che fare con un utilizzo del genere.
secondo me potrebbero avere qualcosa a che fare con i cavalli (finimenti, carri ecc) ma non saprei cosa.

ciao!


28/05/2012, 8:44
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Iscritto il: 17/12/2010, 17:48
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Tra l'altro, vedendo il disegno sopra, sono convinta che sia oltremodo scomodo tenere le dita entro quell'attrezzo ed usarlo per tendere la corda. E poi perchè visto che tra tutti i popoli che hanno fatto uso dell'arco nessuno ha mai utilizzato nulla tra le dita per tendere la corda (nella presa a tre o due dita)


28/05/2012, 17:52
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Iscritto il: 09/12/2010, 22:17
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scusate la pedanteria: quando si ha una intuizione, un'idea o una tesi da dimostrare e si desidera sperimentare su tale intuizione, non bisogna procedere con la speranza di ricevere una conferma positiva. Bisogna fare proprio l'opposto: provare di tutto per demolire...l'intuizione.

Se il processo sperimentale viene fatto coscientemente e con tutte le risorse necessarie, e non riesce a demolire l'intuizione iniziale, allora forse (forse) può essere corretta. A quel punto va cercato un altro "bug", ...e stressare la propria tesi fino all'esaurimento delle risorse.

Il lavoro monumentale di Bruno Bonora è ricco ed interessante, ma pecca prima di tutto su questo.
La cosa più elementare che poteva rappresentare la prima fase "ad excludendum" era lo studio dell'usura sui filati per corde. Semplicemente, sottoporre un filato naturale a ripetuti tiri per vederne l'effetto.

Nel 2004 mi capitò di utilizzare una riproduzione in bronzo di uno di questi anelli, ritrovato a Villadose nel territorio della Centuriazione. Fin dalla prima fase, una corda di 18 trefoli in lino dopo 40 tiri mostrò gravi lesioni, nonostante l'inceratura abbondante e reiterata nella zona dell'aggancio. Al di là di qualsiasi altra considerazione (l'abbondanza di ritrovamenti di questo tipo, l'assenza di raffigurazioni e soprattutto di contestualizzazioni di sapore arcieristico) questo mi fece perdere la voglia di continuare. Il "tendiarco" rimane ancora un mistero, per me.


28/05/2012, 20:54
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Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
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Località: tra l'oglio ed il chiese
Salve a tutti,
Azzz.... da riscrivere tutto... per fortuna che avevo salvato; 8-) dopo le mie disavventure con queste macchinette che vanno ad elettroni e si fanno traviare (mio caso personale) dai “toponi”, intesi come Worm, Spyware, Troian, bisogna cautelarsi.

I cosi detti anelli gemini, identificati da alcuni come “tentiarchi”, non trova in me quel convincimento che altri vogliono dimostrare, vuoi per la loro variabilità di tipologia, vuoi per i contesti di ritrovamento che non evidenziano, per essi, una particolare funzione di impiego.
Innanzi tutto dove si trovano? La maggior parte è stata rivenuta nel territorio compreso, grossomodo, tra Parma e Bologna, ma qualcuno, pochissimi in percentuale, in Lombardia, in Piemonte, nel Veneto, nel Friuli, in Toscana. Di altri non so, ma se qualcuno sa è oltremodo gradito l'esserne messo al corrente. Voci, non controllabili, asseriscono che anche in Medio Oriente ed in Egitto si sia ritrovato qualcosa di simile.
Dalla scheda di identificazione di un anello gemino trovato in Friuli:
Allegato:
anello gemino friuli.jpg
non è un pezzo appena terminato, ha segni di usura per il suo uso: notare come un rebbo appare deformato in punta ma l'interno degli anelli è grezzo, non finito: di certo per il suo uso non era importante il loro grado di finitura.
Qui il link per la sua scheda http://217.12.180.10/catalogazione/sear ... =RA&ID=259 …...si legge:
“simili oggetti risultano diffusi dal V sec. a.C. All'età romana tardo repubblicana in una larga area geografica, dalla Gallia all'Etruria, alla Magna Grecia, alla Grecia.”
Non vorrei che ci fosse un errore di compilazione, come nel caso di schede analoghe ma inerenti a medagliette votive in alluminio ritrovate nei pressi di Bologna, catalogate come quattrocentesche, ora tolte perché feci notare, a suo tempo, che la datazione assegnata era incongruente con la data della scoperta e prima lavorazione dell'alluminio.
Nel riferimento, contenuto nel primo post ad opera di Bac, http://www.arcosophia.net/database/ARCO ... a02_06.htm sugli studi di Bonora non si fa menzione alcuna sulla variabilità di forme dell'anello, anzi, la si descrive seppur sommariamente, in modo univoco, al pari di quello in foto sopra: “l’oggetto consiste in una solida base metallica di almeno sei centimetri di spessore (voleva dire di lunghezza?) che ingloba due fori passanti formanti due anelli, da cui l’antica descrizione di anelli gemini, separati da un corpo centrale da cui dipartono, parallelamente agli assi dei fori, tre cuspidi o rebbi. Due rebbi sono affiancati fra di loro e hanno generalmente forma troncoconica; l’altro, contrapposto, è più largo, con base troncopiramidale”2 (Figura 1). Visto dal basso l’oggetto richiama decisamente la forma di un otto e le dimensioni misurate sui campioni conservati nel Museo Archeologico di Bologna gentilmente messimi a disposizione hanno mediamente le seguenti dimensioni: diametro dei fori 18-20 mm, lunghezza 62-65 mm, una larghezza di 24-26mm ed un’altezza di 40-45 mm, il peso medio è di 100 grammi. La forma è comune a decine di reperti. Le varianti sono date dalla forma rettilinea, anziché concava, della base e dalle dimensioni, giacché in alcuni casi si possono trovare le cuspidi molto allungate. Altre varianti possono consistere nell’arricchimento con una o due apofisi, o anche con motivi geometrici, zoomorfi o fallici sulla parte anellare.
Apprezzo quanto scritto nell'articolo ma così com'è posto non esamina gli anelli in modo neutrale, ma parte subito dal presupposto che serva come tendiarco e sia di tipologia unica.
Non una parola sugli anelli gemini recanti quattro cuspidi.
Come spiegherebbe quelli a tre o quattro punte di sezione quadrangolare ma aventi solo pochi mm di altezza e mancanti di spazio per un'eventuale freccia?
Che dire di quegli anelli gemini, le cui cuspidi sono così ravvicinate da non permettere l'inserimento di una cocca di freccia? E che dire di quelli che presentano solo due creste “dentate” parallelamente al verso degli anelli?
Oltre che concavi, nel verso della lunghezza, ne esistono anche convessi; strano che non li abbia presi in esame.
Non sono tutti in bronzo. Qualcuno, benché raro, è in ferro.

Che appartenessero ed usati da personaggi maschili appare confermato dai pochissimi ritrovamenti in inumazioni maschili, deposti in qualità di corredo funebre al pari di armi, fibbie e coltelli, ma non trovati in associazione con punte di frecce che rivelerebbero la “professione di arciere” in vita dell'inumato. E su questo ci sarebbe già da riflettere.
A questo link: http://books.google.it/books?hl=it&id=P ... ini&f=true si possono vedere e consultare le misure delle varie tipologie di anelli cuspidati ritrovati; alcune pagine mancano ma non inficiano la comprensione tipologica degli anelli.
Interessanti anche le deduzioni.
Ho avuto modo di vedere da vicino un anello gemino trovato poco tempo fa nel bolognese.
Esso è integro, ma l'unico punto di erosione/consunzione ha interessato solo gli anelli: la parte d'anello vicino alle punte è consunto da sotto, guardandolo con le cuspidi verso l'alto: la parte degli anelli che è verso le estremità è consunto da sopra, sempre osservandolo con le cuspidi verso l'alto. E' giocoforza osservare che queste consunzioni non possono essere imputate al calzarlo sulle dita, ma sicuramente sono dovute ad una cinghietta o catenella , che vi passava all'interno.
La stessa tipologia di consunzione si osserva o è descritta sul libro.
Possibile che questa anomala consunzione sia presenta sulla quasi totalità degli anelli gemini? Perché alcuni hanno le cuspidi levigate dalla parte esterna ma con sbave verso l'interno? Se fosse per impiego arceristico non avrebbero alcuna sbavatura.
Perchè moltissimi sono convessi o in un senso o nell'altro? Per l'arceria è utile solo se il lato senza cuspidi fosse convesso verso il basso, in modo da poter ipotizzare un fissaggio sull'interno del polso, il cui uso permetterebbe così un allungo maggiore e nell'incocco viene utile la mano libera a tener ferma la freccia nell'anello. Se fosse dritto verrebbe logico ipotizzarne l'uso con le dita.
Un'altra considerazione: la percentuale di esemplari rotti, che in rapporto alla costruzione adottata è in grado di resistere alla trazione di un arco, è molto elevata. Riguarda pressocchè tutte le tipologie; come si spiega?
Come potete vedere i perchè sono molti, io ritengo più veritiera l'ipotesi che servisse come complemento di morso per cavallo, come da descrizione sul libro. Del resto in questo modo si spiegherebbero anche le difformi rotture: per effetto di un morso allentati, il cavallo ha “masticato” l'anello gemino.
Per Tvllia: non mi risultano anelli gemini del bronzo medio, ma solo un ritrovamento del 1864 associato ad una una torbiera derivata da un laghetto collinare, ma è stato “raccolto” da persona che non si sa se ha scavato e non ha relazionato: http://www.sistemonet.it/sistemonet/vie ... 4&popup=no ma dalla descrizione è chiaramente romano, tu che informazioni hai?
Un saluto da Raff.


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01/06/2012, 10:28
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