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 Balistica terminale archi e frecce storici 
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
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grazie Raf così si può ragionare più seriamente. facendo un breve riassunto

Cita:
Un arco lungo da 150 libbre può lanciare una freccia da 3,3 once (96 grammi) a 250 metri con una energia iniziale di 134 J e una energia all’impatto di 90 J. O frecce più leggere, da poco meno di 2 once, capaci però di volare fino a 330 metri con un’energia iniziale di 111 J e una finale di 64 J.


Cita:
A occhio la mia stima è che se per iniziare la frattura servono 80 J a una e 75 J all’altra (W 0,6: immagino allora servano 130 J e 120 J contro dell’acciaio AISI 1010-1020) e per completare il buco da 40 mm servono 175 J, allora la bodkin aguzza da 18 gradi dovrebbe richiedere circa la metà dell’energia dell’altra per completare la penetrazione più l’energia per iniziarla: 140-145 J.


se ciò è vero allora le mie idee non erano sbagliate. inoltre le punte da guerra esaminate nei laboratori non erano di acciaio duro ma, al contrario, di ferro dolce (almeno fino al XIV sec)

se ho ben capito quindi sarebbe possibile penetrare un armatura di cavaliere francese in maniera efficace secondo quanto risulta da queste ricerche, colpendo da vicino con arco supreiore alle 150 libbre nella schiena e con angolo perpendicolare.


22/05/2011, 22:55
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Certamente Maghin, i tuoi dubbi erano giusti.
per poter bucare un'armatura,oltre alla potenza del tiro occorre anche una punta che non sia soffice, altrimenti nel deformarsi spreca una parte dell'energia e non sortisce l'effetto desiderato.
Ecco perchè si preferiva mirare al volto quasi sempre scoperto, o alla schiena dove lo spessore della corazza era inferiore.
raff


22/05/2011, 23:07
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raff ha scritto:
o alla schiena dove lo spessore della corazza era inferiore.
raff

Come raffigurato in un dipinto postato qualche giorno fa.

Dunque l'efficacia della "salva" di freccie era la destabilizzazione del cavaliere dalla sella?
In effetti su una carica se qualcuno cominica a cadere l'effetto "domino" sui cavaliere dietro può diventare notevole...
Ciao
Luca


23/05/2011, 7:37
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Secondo me Luca é piuttosto reale la tua affermazione.
In lrievocazioni ho visto combattimenti di spada con cavaglieri corazzati di tutto punto,
ritengo che una volta caduti a terra magari col cavallo addosso e con dietro gli altri a domino, con tutti quei kg di acciaio addosso avrebbero fatto la fine della tartaruga girata a pancia in su.


23/05/2011, 8:08
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Maghin, senz'altro tu ne sai decisamente più, ma molto più di me. Mi sembra però, che i fabbri medioevali riuscissero dare una cementatura alle punte di frecce prima forgiate in ferro, poi mettendole in un recipiente refrattario a a tenuta d'aria, alternando strati di polvere di carbon dolce a strati di punte di frecce e mettendolo nel fuoco, dimodochè potessero assorbire carbonio all'esterno, lasciando l'interno della punta, relativamente morbido. Tempravano poi il tutto. In questa maniera la punta risultava molto dura all'esterno e abbastanza "morbida" all'interno, in questo modo era anche "ammortizzata". Il fatto di aver poi trovato punte in ferro dolce, può essere che l'ossidazione abbia consumato la cementazione esterna? In questo recipiente mettevano anche zoccoli di animali e corna polverizzati. Così ho letto, quindi chi ne sapesse ancora di più, avrei piacere che me lo dicesse, oppure mettesse dove poter trovare nel computer ulteriori notizie, anche sulla produzione del ferro/acciaio e relativa forgiatura e tempra durante l'evo antico e medioevo. Insomma, tutto ciò che è inerente alla siderurgia storica. Ci terrei proprio e vi ringrazio in anticipo. Ciao, Mirco :D


23/05/2011, 10:54
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Ciao Mirco, riguardo alla metallurgia io sono un ignorante completo. penso che tu qui sia quello che ne sa di più.
ti posto molto volentieri un testo che ho trovato sull'analisi delle punte medievali e che io ho capito solo parzialmente.
Allegato:
P4040017.JPG
Allegato:
P4040018.JPG


praticamente mi son fidato di questa frase e di immagini e reperti che hanno attirato spesso la mia attenzione:
"... Il confronto tra i dati chimici già accertati con quelli di esami di altre analisi estratti dalla letteratura, hanno evidenziato chiaramente che le punte di freccia e gli altri reperti in ferro furono fabbricati con un ferro molle, di scarsa qualità, chiamato dai fabbri "Gartenhag-Eisen" (ferro per recinti)."

queste sono alcune punte del XII-XIII secolo. si nota dalle deformazioni che non dovevano essere di acciaio duro. nel quadrello a sinistra ad esempio la punta è stata schiacciata come fosse di "pongo".
Allegato:
P4040019.JPG


da chi hai tratto le tue informazioni? questi scambi di informazioni sono molto importanti per noi per cercare di capirci di più. è sempre buona cosa ascoltare diverse campane per cercar di arrivare a qualcosa di simile al vero.

Ciao!


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23/05/2011, 13:19
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penso che l'arciere era sempre il poveraccio, un arco con frecce costava poco,
un coltellaccio o un'accetta per lo scontro diretto, come mi raccontava maghin, la recuperava sul campo di battaglia
un cavaliere era quello che disponeva di ricchezze per mantenere un cavallo, acquistre l'armatura e la spada etc...
il suo scudiero era di sicuro più benestante dell'arcere
ho visto punte di arcieri che praticamente erano chiodi e oltre al primo motivo secondo me è che per una guerra estesa la necessità di frecce impegnava interi villaggi
poi ovviamente dipende sempre dall'epoca
gli arcieri mongoli, avari, unni etc. tutta un'altra storia ovviamente :roll:


23/05/2011, 16:06
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
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quello che dici è molto plausibile. aggiungerei che nel medioevo, fino al XIV secolo le armature erano di maglia di ferro o cuoio e non era necessario che le punte fossero di acciaio duro per penetrarle.
per quanto riguarda quelle a lamelle, la loro struttura era tale che neanche con frecce dure si sarebbero potute penetrare per via dell'elasticità che ogni lamella forniva.
Allegato:
P4040026.JPG


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23/05/2011, 16:24
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Località: castrum externum
ogni tanto dico la mia se posso ;) innanzi tutto bisogna definire e periodi e materiali mi spiego:
non cofondiamo unni,avari,magiari,parti,inglesi,romani e pimpiripettenusapimpiripettepà!!!!
l'arceria a cavallo variava da popolo a popolo x libraggi e tipologie d'arco ma usavano la tecnica più logica del mordi e fuggi(i parti iniziavano un attacco frontale a 50 mt scoccando frecce,un altro a 30 e a 15 facendo dietro front tiravano con il famoso tiro parto) e i popoli delle steppe usavano più o meno questa tecnica ma sempre a brevi distanze
i grossi sbarramenti occidentali servivano a fare quanti più danni possibili cambiando di volta in volta le punte in base alle nuove armature
qua si parla di armature e cavalleria(ma sempre sti ca..o di cavalieri nel medioevo?) senza tener conto che la cavalleria ben armata era solo aristocratica ma la stragrande maggioranza era povera gente senza armatura o poco protetta!!(x i cavalieri ben corazzati si colpiva sotto le ascelle ma con pugnali oppure ai cavalli) e quindi cercare di fare quanti più feriti un assoluto(non morti) visto che i feriti diventano un peso economico maggiore
Muhammad Ibn Mangli ufficiale mammelucco(XIV SEC) scrive: "alquando un nemico ti attacca con lancia o altro,tiragli la freccia,ma solo al viso,anche se ha casco e corazza,poichè avrà paura di te".
ma le armature erano molto varie sia nei materiali che nella foggia quindi pensare di fare dei test su lamiere x me valgono nulla spiego:
se ricreo un armatura o solo parte di un determinato periodo(nei suoi vari strati) e ricostruisco l'armamento di quell'epoca allora è valido(ma sempre con tanti FORSE) tirare ad una macchina,cartello stradale,lamiera non hanno senso
manx(giuro che sto scherzando) la prox volta il test fallo su una vecchia 500 o 600(non le nuove fiat)
maghin ricordi i test con la legio a novegro su scudi e loriche???


23/05/2011, 17:45
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Messaggi: 842
Marco (Maghin), se non sbaglio, le punte che metti, essendo dell'epoca in cui, credo, ci fossero solo maglie di ferro come protezione, sono molto appuntite, appunto per farsi strada tra gli interstizi e forse forgiate in fretta e non è stato fatto in tempo per dare la cementazione e poi la tempra. Potrebbe essere un'ipotesi. A Roma, era conosciuto il faber aciarius, diverso dal faber ferarius e da altri faber, ossia artefici, sembra anzi, che già gli Etruschi nel 700 a.C. conoscessero la lavorazione del damasco saldato. Per le notizie sulla cementazione, le ho lette di qua e di là. Ad ogni modo, visto che mi sono imbarcato nell'esecuzione delle basilarde per il mio gruppo storico, per non perderci la vita nel forgiarle dall'acciaio, grazie anche al suggerimento del padrino di mia figlia, le ho fatte da lamierone di ferro, tagliate col plasma, battuti i taglienti, rifinite con flex, prima da tiro e poi lamellare .Adesso stò aspettando che un mio amico mi mandi tramite e mail l'esatto procedimento per carburare i manufatti e temprarli. Dopo aver detto questo, spero che i puristi non si indignino troppo :lol: . Ad ogni modo, vorrei frantumare la carbonella, fare una caramella con l'alluminio che avvolge ogni lama in mezzo al carbone frantumato, e mettere il tutto sopra la forgia. Quel che vorrei sapere è il tempo e la calda, dato lo spessore. Ciao, Mirco


23/05/2011, 18:27
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