grzie ci contavo

sagge parole Marco!

ciao Maon, ho visto archi di frassino sulle 50-60 libbre molto veloci e come dici seguono poco o niente la corda, con le fibre che ha il tuo tronco ci puo saltar fuori veramente qualcosa di speciale.
è vero, per i Vichinghi il frassino era una pianta sacra, l'albero di Odino ecc. però per gli archi usavano il tasso, il frassino per le lance. un motivo ci deve pur essere. quel che fanno i Mericani non mi interessa (son filoeuropeo ). secondo me per valutare le proprietà del legno bisognerebbe una volta finito utilizzarlo intensamente per un certo periodo. io credo comunque che la sicurezza che fornisce il tasso ben difficilmente può essere eguagliata dal frassino. con i miei archi "da guerra" vecchi anche più di 10 anni ed usati intensamente non ho paura di aprirli ma col frassino avrei ogni volta un po di "tremarella". quando apro un arco specie se potente voglio essere sicuro sulla sua tenuta.
sta a te ora smentire queste sensazioni. buon lavoro!!!

arigrazzie

e vai Maon!
sai che Mastro Enrico ha voluto che ne prendessi anche io un paio di doghe che hanno anelli di crescita davvero mai visti dalle mie parti, mi hanno proprio impressionato...aspetto di attingere alla tua sperimentazione per cominciare a pensare cosa farci,
nel frattempo scorteccio e pappo i babbanei se ce ne sono, poi magari lo spenello di petroliazzo
o qualcos'altro

quello piatto sempre in frassino che mi hai fatto vedere era davvero un capolavoro

Marco e Maon, vi ringrazio... finalmente cominciate a darmi soddisfazione

bella storia!!!!
anch'io ho due dighettine di frassino, non al livello di quelle in foto, molti meno anelli di crescita per centimetro, ma son dritte e pulite....

il dorso è direttamente la parte sotto la corteccia? ho capito bene?

zi, astropedro, zi ,zi, è proprio quello!

Maghin
io pur avendo fatto qualche arco, continuo ad avere paura quando apro qualsisia arco, non per prenderlo in faccia, che modestamente sono un mostro di resistenza, ma proprio per l'arco in sè.
Quando mi succede, che sia mio o di altri , ci stò di un male ma di un male e mi coglie una tristezza infinita.
Figurati se non sono FiloEuropeo, quando c'è stato il Trattato di Roma nel 1957,
io avevo dieci anni e curiosamente, pur sapendo molto poco di quella cosa lì, mi impressionò molto.
A casa mia di Politica (quella con la P maiuscola derivante da Polis, ovvero popolo) si parlava assai!
-mANx-
togli la corteccia e non spennellare petrolio, una passata di strutto e stop!

Piano con i capolavori nè, perchè il tuo di Olmo come lo chiami, schifezzuola?

Grazie comunque per i cumpliment!

a me dispiace soprattuto se son di altri. per i miei ne ho rotti così tanti che ormai ci ho fatto il callo. "tutta esperienza in più per il prossimo" penso. prima di considerarlo utilizzabile lo testo sempre per bene perchè quando me li porto dietro voglio aver la certezza di poterci contare. infatti si son sempre rotti da nuovi, tranne casi in cui erano stati accorciati (troppo) in seguito. per me la sicurezza è la cosa principale, sicuramente più importante dell'efficenza. meglio un arco un po più gnucco ma sicuro che uno estremamente efficace ma a rischio.
mi piacerebbe vedere quello di cui parla il Manx. se lo porti ad Arona sarebbe bello.

nell' Edda c'è scritto:
" di un arco che potrebbe rompersi, della fiamma che brucia, di un lupo che ringhia, di un corvo che gracchia, di un porco che grugnisce, di un albero senza radici, dell'onda che ingrossa, della pentola che borbotta, del dardo che vola, del flutto che si infrange, del ghiaccio di una notte, del serpe accovacciato, dei discorsi dell'amata, o di una spada rotta, dell'orso che balla o del figlio di un re, di un vitello malato, di uno schiavo ribelle, delle arti di una strega, di un nemico appena caduto ... nessuno mai si fidi!"
la sicurezza in un arco era logicamente molto più importante allora che oggi.

mi si è agrovigliata la lingua .Ne ai unaltra?