questa foto di una stampa d'epoca medievale illustra come veniva concepita la traiettoria dagli artiglieri.

Se la guardiamo bene è la rappresentazione schematica di una traiettoria nel vuoto, dall'apogeo K le rette sono pressapoco identiche!

Traiettoria nel vuoto

Un proietto(freccia) quando abbandona la corda è animato da una velocità trasmessagli dall’arco che chiameremo V.
Se non interviene nessuna forza esterna questa velocità si conserva fino all’infinito.
Essa sarebbe un moto rettilineo uniforme.
Nel vuoto questo moto viene influenzato solo se sul proietto esista una forza contrapposta che definiremo “peso”.
Detto “peso”agirà solo sul baricentro geometrico del proietto.
Ad ogni istante esso influenzerà l’abbassamento.
L’abbassamento sarà progressivo verso il centro di gravità terrestre sull’orizzonte di tiro.
Quindi nel vuoto la traiettoria del nostro vettore(freccia) sarà una Parabola con angoli di proiezione uguale a quello di caduta e, a metà della stessa, si troverà il vertice maggiore.

Quindi nel vuoto se la velocità V. della freccia è 54m/s essa sarà conservata tal quale anche all’arrivo,
posto che il punto di impatto si trovi allo stesso livello del punto di partenza.
Altrimenti se si trova più in alto decelelerà, più in basso accellelerà.

Aricontinua.......

fin qui tutto liscio come l'olio,
una cosa però l'avevano chiara i medievali di cui sopra, che la gittata era funzione dell'angolo di tiro
in seguito scopriremo ,credo che essa, almeno nel vuoto dipende da angolo di tiro e velocità iniziale.


da un trattato settecentesco

Non è esattamente così.
Nel vuoto la velocità non cambia ma cambia la velocità d'impatto solo se cambiano le condizioni di linearità del terreno.
Scopriremo più tardi che il fenomeno che dici si paleserà in maniera accentuata con gli influssi del tiro in ambiente non rarefatto, ovvero come traettoria nell'aria.

il discorso è interessante. lo seguo con attenzione finchè non interverranno formule matematiche che non riesco a comprendere. la mia mente non è scientifica, piuttosto "intuitiva".
intervengo solo per dire una cosa. mi è capitato spesso di sentire gente parlare di "portanza" delle alette. addirittura c'era chi sosteneva che alette grosse tengono la freccia più tempo sospesa in aria facendola volare più lontano. io non me ne intendo di aerodinamica ma gli aerei mi piacciono molto. credo che questo ragionamento non abbia fondamento. alette poste in coda alla freccia hanno funzione stabilizzatrice e non sono "ali". nei fatti una freccia con impennaggio abbondante stabilizza prima il volo ma ne rallenta la velocità facendola cadere prima.per contro alette troppo piccole in rapporto alle dimensioni e peso della freccia non riescono a stabilizzarla bene nella parte iniziale del volo. la freccià "scoderà" e anche questo causa perdita di velocità e riduce la durata del volo. c'è poi tutto il discorso su rigidità, forma, baricentro ecc ecc
ciao

Magin ha introdotto la parte dolente del discorso l'aerodinamica .

qua le formule diventano davvero complicate tant'è che ci sono problemi che solo la galleria del vento può risolvere.

però mi piacerebbe che prima venga trattata la parabola ideale in condizioni di vuoto ,
la relazione tra velocità iniziale e gittata , energia cinetica .

anche con qualche disegno esplicativo.

seguo con interesse mi complimento e ringrazio

secondo me uno di quelli fondamentali nel caso di una freccia. per un proietto sferico come la palla di un cannone la faccenda è più semplice.
la parte che mi interessa di più di questo argomento all'atto pratico è il capire il tipo di impennaggio più adatto allo scopo.


penso che l'inclinazione di 45 gradi sia scontato che dia il risultato migliore ma potrebbe anche non essere così?

per quanto riguarda il tiro di gittata credo basterebbe analizzare le frecce turche studiate per lo scopo (c'è un articolo molto chiaro nel sito della Society of Archer-Antiquaries ad esempio).

più interessante il discorso impennaggi in generale.

ma forse ho sconfinato in OT.

sta di fatto che per modificare la forma della parabola basta modificare l'impennaggio. questa freccia che ho ricostruito da un manuale francese del 'quattrocento è un caso estremo. la disposizione delle penne fa si che si ottiene una parabola più rettilinea sia in salita che in discesa. quando la freccia sale l'aria sostiene la parte anteriore della freccia mentre quando scende la spinge verso il basso.

OK ... arrivo in ritardino...
Tra un pelo riesco a dare contributo... sono di fretta....

Ciao
Luca