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 Unni 
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Iscritto il: 13/12/2010, 18:13
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La prima volta che ci ho provato ho usato il long di mia figliia (che e' sinistra) ed ho provato a sganciare con il pollice (senza anello)... Per poco non mi radiano dalla palestra , dopo la scintillona della punta di ferro contro la colonna in calcestruzzo ... ed il buco che ci ho lasciato :lol: :lol: :lol:
Ma hai ragione... devo perseverare...
Luca


17/10/2011, 21:22
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Iscritto il: 08/07/2010, 20:21
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Lorenzo in luogo dell'anello usa montare una striscia di pelle morbida cucita sul serving,
la stessa oltre a far da spesspre per il pollice diventa sul bordo alto anche punto di incocco,
però non conosco le origini storiche di questo utile e semplice artefatto.


17/10/2011, 21:27
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Località: pozzo della ignoranza
jeval ha scritto:
.............
Tornando a noi , direi che ci sono tre ordini di problemi legati alla sicurezza
Uno riguarda l'approvvigionamento della materia prima e quello che facciamo in laboratorio , Il secondo riguarda gli organizzatori di eventi, manifestazioni o gare ( e su questo possiamo fare ben poto tranne segnalarlo e rifiutarci di continuare a tirarci frecce ) , il terzo riguarda il tiro vero e proprio e possiamo suddividerlo in pericoli che corriamo ( freccia, arco che si spezzano ; buche non segnalate e/o scivoloni che invece ci spezzano le ossa :-( ) e pericoli che possono correre persone o cose in seguito al nostro comportamento .
to be continue

Ripensandoci mi sono accorto che gli ordini di problemi non sono solo 3 ma almeno 4
Il quarto ordine , a mio avviso ovvio , riguarda l'aspetto promozionale della nostra attività .
Mi riferisco a tutte quegli eventi/manifestazioni in cui facciamo provare l'emozione del tiro a un numero di persone difficilmente quantificabile ma "importante"
Qui gli "allievi" più' che le istruzioni e le parole guardano e imitano chi vedono tirare .
Magari e' la prima volta che si imbattono in archi e frecce , provano e magari nei giorni sucessivi si comprano il materiale , se va bene al decatlon se va meno bene in un caccia e pesca e potrebbero trovarsi con attrezzi dai libraggi ben più consistenti di quelli provati alla manifestazione .
della serie ,se trova un venditore bravo , si porta a casa un' archetto da una sessantina di libre e un po di frecce in carbonio.
E anche se :
maon ha scritto:
.............
Dopo Gattico, ove era nata già questa discussione tra me Taccons e Nitopi, ho provato ad aprire l'arco anche dal basso, ma basso basso, ebbene si ottiene quasi lo stesso risultato..........

Ma , aggiungo io sole se sei in possesso di una tecnica passabile , diversamente caricare dall'alto e' piu' facile ( anche se e' altrettanto piu' facile creare problemi alle cuffie dei rotatori ) sopratutto se lo hai visto fare a quelli che ti insegnavano
Ora passando dalle 20~30~40 # dell'arco provato alla manifestazione sotto la supervisione di un esperto a provarci da solo nel giardino di casa ( magari con libraggi seri ) c'e' una leggera differenza , o no ?

Credo sarebbe bene ricordarci sempre che i nostri attrezzi sono da una parte attrezzi sportivi e dall'altra strumenti che per millenni sono stati alla base di integrazione alimentare attraverso la caccia e della difesa e offesa verso i nostri simili .
Così come sarebbe bene ricordarci che per un paio di stupidi incidenti ( e piu' numerosi atti di bracconaggio ) la balestra e passata per qualche anno da attrezzo sportivo ad arma comune ( il che fra l'altro ha fatto scomparire una Federazione Nazionale Balestra Sportiva e un centinaio di Compagnie Balestrieri

Ora io non ho la pretesa di insegnare niente a nessuno ( siamo tutti maggiorenni , qualcuno come me' lo e' abbondantemente ), pero' teniamo presente anche questo aspetto non secondario del nostro giuoco


18/10/2011, 17:08
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Località: Genova - Prata Veituriorum
Pensandoci, le situazioni più pericolose le ho vissute alle manifestazioni...
Tipicamente il bambinetto pestifero che quando giri l'occhio..... :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Anche perchè di solito la gente si affolla, c'e' sempre qualcuno che pensa bene di prendere la scorciatoia e passare attraverso la zona di tiro, c'e' sempre quello che "arriva imparato" e non ascolta quello che gli dici...

Ricordo una volta che da dietro la rete battifreccia si e' intravvisto un movimento e, poco dopo, e' sbucata una suora... ci avevano fatto mettere il campo confinante con la porta del convento ( tranquilli, da quella porta non esce mai nessuno....)

Ciao
Luca


18/10/2011, 21:00
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Iscritto il: 27/11/2012, 17:21
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Località: Balconi, ai piedi della Valpolicella
mastrofoco ha scritto:
http://www.flickr.com/photos/12223481@N03/3283611595/in/photostream


Ciao, leggendo e rileggendo son capitato su due foto nella serie di Flickr che hai citato e mi son incuriosito...
http://www.flickr.com/photos/12223481@N ... otostream/
http://www.flickr.com/photos/12223481@N ... otostream/

Visto che la punta nella seconda foto ci si appoggia, può servire solo a quello scopo?
Grazie.
Egidio


04/12/2012, 16:14
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
Messaggi: 357
che io sappia serve a scagliare frecce più corte senza perdere allungo e per il tiro a lunga gittata.


04/12/2012, 17:08
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
https://www.sagittando.it/forum/viewtopic.php?f=8&t=1188&p=19472&hilit=siper#p19472


04/12/2012, 17:41
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Iscritto il: 14/03/2012, 11:37
Messaggi: 222
magin ha scritto:
Cita:
sabato p.v. superquark puntata dedicata agli arceri unni.

mi ricollego a questo post di Bac.
È una trasmissione molto interessante. Gli Unni sono uno di quei popoli che anni fa avevano destato in me un grande interesse e curiosità al punto che ho trascorso due ferragosti consecutivi nel Campo di Attila nella Champagne con buona pace della mia allora “povera” morosa. Quel campo, circondato da un terrapieno probabilmente eretto dai Celti secoli prima, era la base delle truppe sotto il comando di Attila durante la famosa battaglia dei Campi Catalaunici, forse la più grande battaglia dell’antichità, in cui anche archi e frecce hanno avuto una parte importante. Non sto qui a narrarne la cronaca ma vorrei aggiungere qualche curiosità. Quando Attila sconfitto se ne andò dalla regione circa duemila Unni superstiti ma feriti in maniera troppo grave per seguire il loro capo si trascinarono a circa tre chilometri dal luogo della battaglia e non potendo più combattere diventarono contadini fondando un paese con il loro seguito. Il paese esiste tuttora e si chiama Courtisols ma si pronuncia “curtisù”. Pare che fino alla fine dell’800 vi si parlasse uno strano dialetto ora purtroppo estinto, studiato dal filologo M.Guenard, che comprendeva molti vocaboli mongoli e turchi (e si i dialetti sono spesso una ricca fonte di informazioni per chi ricerca il passato dei popoli). Pare che comunque qualcosa dei loro antenati Unni sia restato sul sedere di alcuni abitanti della zona. Si tratta della famosa “tache mongole”, una voglia di cui si vanta chi la porta. La mia amica di cui sopra per motivi di lavoro aveva conosciuto una ragazza che diceva di averla e mi raccontava che era una persona “tremenda”.

questo qui ero io più di vent'anni fa "orgogliosamente" in posa vicino al cartello
Allegato:
P8150039.JPG


e questo è l'interno del campo fortificato. proprio al centro Attila aveva fatto erigere una pira di selle e altro materiale a cui sarebbe stato dato fuoco e in cui si sarebbe gettato nel caso le cose si fossero messe così male da venir catturato dai Romani. vi confesso che dopo un po che ero li la suggestione era così forte che mi era venuta la pelle d'oca.
Allegato:
P8150040.JPG

Ciao Magin,
scusa il ritardo, ad oltre un anno di distanza ho letto quanto da te postato circa il campo fortificato nei pressi dei campi catalaunici ove sei rimasto suggestionato dall'ambiente.
A me e' successa l'identica cosa , questa sensazione di trasporto al passato, visitando il sito di Carnuntum , insediamento romano , posto sulla strada che collega Vienna a Bratislava.
Ho visitato il campo fortificato costituito da un bastione in terra , alto qualche metro
, con fossato prospicente ; entrando e percorrendo il suo interno ebbi la netta sensazione di aggirarmi tra le tende dell'esercito romano , incredibile.
Per chiunque voglia visitare il sito non e' necessario si imbarchi in un vaggio di centinaia di chilometri ma e' sufficiente che anadando su GOOGLE MAPS digiti: CARNUNTUM WEG, -CARNUNTUM AUSTRIA .
Analizzando la mappa dall'alto , osservando a sinistra del sito in cui e' collocato il museo di Carnuntum, avra' modo di vedere il campo fortificato , di forma quasi ellittica, collocato al centro di tre importanti vie di comunicazione che, ritengo , il campo era destinato a presidiare.
Ciao a tutti.
Lino :D


06/12/2012, 19:57
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Iscritto il: 16/11/2012, 20:23
Messaggi: 70
Località: Vienna, Austria
Carnutum era una città celtica sul Danubio, tutta circondata da foreste. In seguito venne conquistata dai romani che ne fecero un importante scalo fluviale della Pannonia, la regione della quale Carnutum era la capitale. Comprendeva la fortezza militare, il porto e la cittadina civile, se non mi ricordo male aveva pure un anfiteatro. Era comunque una città di confine e vi stanziarono 2 legioni, in seguito fuse in una sola. In seguito venne conquistata dalle popolazioni slave (i barbari) e la popolazione romana si ritirò a Nord-Ovest. Nel Medioevo infine venne conquistata dagli Ungari che la distrussero completamente. Ora è importante solo per il sito archeolgico che si trova a circa 30-40 minuti da Vienna.


07/12/2012, 9:31
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
Carnutum residenza di Marco Aurelio ai tempi delle battaglie contro Marcomanni e Quadi ... questa foto di punte l'ho fatta proprio li ...
ciao!


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08/12/2012, 14:11
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