Yabusame, il tiro con l'arco a cavalo.
Ufficialmente è nato nel periodo Kamakura (1192-1334), inizialmente era una pratica di allenamento per i samurai di alto rango che dovevano saper tirare da cavallo.
Poi e diventato una pratica rituale per compiacere gli dei che proteggevano il Giappone.
Ci sono due scuole che insegnano questo tiro. La Ogasawara Ryu, fondata su ordine dello shogun da Ogasawara Nagakiyo poco prima del 1200 da cui deriva anche il tiro cerimoniale di corte e la scuola cominciata da Minamoto Yoshiari nel 9 ° secolo al comando dell'imperatore Uda che in seguito divenne nota come Takeda Ryu.
Oggi il tiro si svolge lungo un percorso di 255 merti e l'arciere deve colpire 3 bersagli mentre il cavallo viene lanciato al galoppo (ci sono varianti, ma in generale fnziona così).
La vera difficoltà è la coordinazione tra cavallo e arciere. Il cavaliere deve saper guidare il cavallo con le ginocchia mentre apre l'arco.
La corta distanza a cui si trova il bersaglio è dovuta a due fattori, la prima e al scarsa potenza degli archi usati. Per tirare e coordinarsi bene con il cavallo, un arco forte sarebbe di impedimento in quanto richiederebbe uno sforzo notevole di coordinazione oltre che di forza fisica. Il secondo motivo è che questa era più o meno la distanza in cui duellavano i nobili sui campi di battaglia. I duelli avvenivano cavalcando diriti e incrociando l'avversario in modo da passargli lateralmente e colpirlo nell'unico punto veramene vulnerabile dell'armatura. Tra la spalla e il collo.
Quindi un tiro da breve distanza era obbligato e tale è rimasto anche nella ritualità della pratica dello yabusamè.
Anticamente solo i guerrieri migliori erano selezionati per praticare lo yabusamè davanti agli dei e colpire tutti e tre i bersagli era considerato una prestazione notevole. A chi raggiungeva questo risultato veniva dato un panno bianco che significava favorito dagli dei.
Dopo l'introduzione delle armi da fuoco nella prima metà del 1500, questa pratica cadde un po in declino per essere poi rilanciata nel periodo Edo (1600-1867) da Ogasawara Heibei Tsuneharu (1666-1747) sotto il comando del shogun Tokugawa Yoshimune (1684-1751).
Tutt'oggi è praticato in occasioni di particolari cerimonie shintoiste o per accogliere grandi personalità straniere.
L'addestramento è chiaramente molto particolare e come tutte questo genere di attività, deve avere una pratica costante.
Le frecce che si usano hanno una testa in legno, fatta per rompere il bersaglio che può essere una semplice tavoletta di legno di circa 40 cm per lato o un contenitore di terracotta pieno di coriandoli.
Ci sono storie interessanti riguardanti le imprese degli arcieri a cavallo, tutte legate l passato belligerante e che oggi presentano i protagonisti di questi episodi come degli eroi nazionali....