Dal tronchetto all'oggetto...

Ecco il papa'...



Come al solito corto, mi arriva al mento, ma il taglialegna non era stato avvisato (mannaggia...)
Ecco lo spacco... con attrezzi non eccelsi e cunei di nocciolo (ho comprato una mazzetta migliore e un cuneo di ferro... dopo questa esperienza...)



E questo e' il pezzo da cui sono andato avanti...

Scortecciamento e raccapriccio, dopo qualche tempo.... tologo l'alburno a piccoszate, ma la doga e' tutta avvitata

Guardandola noto che da una parte ci sono dei nodi terribili...
Quindi decido di spaccarla ulteriormente in due e di raddirzzare la parte che resta...
Continuo ad usare l'accetta per squadrare il pezzo



E quindi raddrizzo a vapore morse e flambèè ...
Tra l'altro un lorsetto mi ha fregato (quello con cui la torcevo per eliminare il tortiglione) e si è surriscaldato sbruciacchiando la superficie...

Ed eccolo qua, praticamente a sezione quadrata.
Un problema sull'immanicatura (troppo sottile) gli da la brutta piega.



Il flettente più tonico e' stato abbassato .



Sarà perchè e' ancora poco stagionato (tagliato agli inizi di settembre...)
Ma e' veramente loffio come legno... segue tanto la corda e si sente che le fibre "scorrono"...
D'altro canto lo apro al mio allungo e non si rompe, pur essendo cortino....

Lo lascerò stagionare un 3-4 mesi e poi vedremo che succede...

Ciao
Luca

concordo, nel manico di sicuro qualcosa non torna , difficile che possa migliorare di molto con la stagionatura.

e' anche una zona che e' stata "tostata" allo stremo per eliminare la torsione della doga... secondo me e' rimasta molto rigida...
Ciao
Luca

Ciao Luca,ben riletto dopo un po' di tempo,direi che dalle prime foto un bel po' e' migliorato,forse se lo stagionavi prima di lavorarlo era molto meglio.
Io ho dei tronchetti di rubinia che hanno ormai 2 anni di stagionatura,per ovviare in parte alle pieghe dopo lo spacco li lego insieme inserendo tra i due pezzi degli spessori di legno,i miei " archi " sono tutti in rubinia e carpino,visto che il bosco mi da' questi due legni,approffittando della luna ne ho fatto una discreta scorta. se ti capitera' di passare da queste parti te ne do' un paio di stagionati.
Salutami Chiara,ci siamo visti a scarlino.

ciao

perchè nn provi con un ramone di BIANCOSPINO? I francesi dicono che è ottimo come l'osage o il tasso,

Direi che stagionando sta migliorando parecchio...
lascio ancora li, con il suo strutto....

Ciao
Luca

Ho fatto anche una sorellina (o fratellino? a che punto della lavorazione la doga -Femmina- diventa arco -Maschio-?) ...


Questa era all'inizio della lavorazione ma e' venuto un oggetto funzionante, sezione dei flettenti sul trapezoidale. Una cinquantina (penso più) di libbrozze-- Tiro nervoso ma gestibile.
Segue un pò la corda ma lasciato scarico torna dritto dopo un 10 minuti.
Pur essendo lungo 174 cm, lo allungo all'angolo della bocca (sui 28-29, considerando lo stack che non aiuta) . Notevole.
(mi vergogno... non trovo più la macchina dopo quella foto ... dove l'avrò cacciata... spero non nel sacco di truccioli ...fortuna che era una macchina "da grasso e officina"... vecchia un paio di lustri... QUella buona in cantina non ce la porto) .

Se pensate che dallo stesso tronchetto sono uscite altre due doghe (ora ancora da drizzare) e un coso con attaccato un nodo enorme (che non penso sia utilizzabile)... che dire... VIVA la robinia...

Luca

P.S.
Per lavorarla, accetta fino a sgrossare il ventre e il dorso (non arrivo al durame) poi coltello sul dorso (scopro il primo anello di durame) e raspone Stanley (surf qualcosa, quelli con la lama tipo grattugia) sul ventre. Poi raschietto da palquet.
Ciao
Luca