Scortecciamento.. naturale!
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gbr1967
Iscritto il: 16/03/2012, 10:52 Messaggi: 87
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Salve a tutti, qualche giorno fa, queste carinissime.. ..hanno combinato questo: Allegato: olmo scortecciato 1.JPG ..si vedono anche i segni dei denti, anche se non hanno intaccato in profondità l'alburno(!) [..ogni riferimento è puramente casuale, vero Raff? ].. Allegato: olmo scortecciato 2.JPG .. il legno sembra buono, sano, dritto e privo di importanti nodi. A questo punto, visto che siamo in primavera inoltrata, l'albero, nonostante sia completamente scortecciato, mostra evidenti segni di vitalità (sarà un "residuo"?).. insomma, che ne dite se lo lascio così fino al prossimo inverno? In effetti, da una parte, i parassiti potrebbero insediarsi sotto la corteccia rimasta e rovinare il legno, non credo che attacchino direttamente l'alburno scoperto.. dall'altra.. mah ..Voi che cosa consigliate? Un grazie infinito a chiunque volesse dir la Sua. A presto, Peppe.
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05/04/2012, 12:48 |
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gbr1967
Iscritto il: 16/03/2012, 10:52 Messaggi: 87
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..ecco le foto che ne ritraggono la sua "vitalità".. Allegato: olmo scortecciato fig int.JPG ..residua?!?
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05/04/2012, 12:53 |
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raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
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Ciao Peppe, Bella rogna le capre... se non fosse per i capretti... Allora: se il libro non è stato asportato la corteccia si rigenera e l'albero tenderà a guarire ma il legno sarà buono solo per la stufa. Se il libro è stato asportato tutto, nella circonferenza del tronco, l'albero morirà inevitabilmente. Per aiutare la sopravvivenza e l'incerta guarigione, puoi troncarli sopra la prima diramazione e sperare; atrimenti o lasci seccare così e usi la legna per la stufa o tagli subito, scortecci e spacchi. Li ammucchi in un angolo con erba alta per un mese almeno, oppure li vernici con vinavil diluita e metti al coperto in cantina. Ricordati che se l'alburno è stato leso dovrai asportare uno o due anelli; comunque è consigliabile farlo in qualsiasi caso per raggiungere, almeno, il legno dell'anno scorso. Un saluto da Raff
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05/04/2012, 13:15 |
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raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
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salve a tutti, peccato però, è proprio olmo campestre! Raff
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05/04/2012, 13:32 |
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-mANx-
Amministratore
Iscritto il: 08/07/2010, 20:21 Messaggi: 4559 Località: Insubria
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La butto lí come idea: verderame sul tronco scoperto per aspettare che secchi inpiedi tenendo lontani i parassiti, se non secca albero sano. Bho....non ne son convinto ma alternativa da discutere. saluti
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06/04/2012, 6:57 |
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raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
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Ciao Manx, -mANx- ha scritto: La butto lí come idea: verderame sul tronco scoperto per aspettare che secchi inpiedi tenendo lontani i parassiti, se non secca albero sano.Bho....non ne son convinto ma alternativa da discutere. saluti Secca; dato direttamente sul libro scoperto fa seccare la pianta. Normalmente, dato sulle piante verdi come antifungino, va dato in soluzioni al 3% altrimenti le danneggia. Un saluto da Raff
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07/04/2012, 0:32 |
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gbr1967
Iscritto il: 16/03/2012, 10:52 Messaggi: 87
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Salve a tutti, in questo articolo, che tratta la cura delle ferite superficiali da scortecciamento degli alberi: http://www.verticalworks.net/2010/01/15/la-cura-delle-ferite-superficiali-da-scortecciamento-degli-alberi/, pare che, per tentare di salvare la pianta con una buona percentuale di successo, si debba intervenire subito o, al massimo, entro i primi giorni dallo scortecciamento con particolari (ma non complesse) tecniche; quindi, nella fattispecie trattata, sarei, ormai, in ritardo per qualsivoglia tentativo nel senso. Mentre in quest’altro brano: http://books.google.it/books?id=CZALAQAAIAAJ&pg=RA1-PA8&lpg=RA1-PA8&dq=albero+scortecciato&source=bl&ots=fhk0XLKI4e&sig=nWtDAFRBw90dlwgk4LEbSO3zvy0&hl=it&sa=X&ei=lC2FT9aEO8zRsgapyazYBg&sqi=2&ved=0CEoQ6AEwCA#v=onepage&q=albero%20scortecciato&f=false, si tratta di un esperimento condotto nel 1700 ca. ove si è dimostrato in modo empirico che “l’albero” – volendo specificare, però, che l’esperimento fu condotto su querce – “scortecciato e disseccato sul suo ceppo, è sempre più pesante e considerevolmente più forte del legno conservato nella sua scorza.” e che “..l’alburno del legno scortecciato" (lasciato sul suo ceppo) "è più forte dell’alburno ordinario non solo, ma anche più forte del cuore della quercia con la scorza, benché di quest’ultimo meno pesante”. In definitiva, le piante che furono appositamente scortecciate per questo esperimento, morirono tutte nell’arco di tre anni; il legno più resistente, in base alle prove fatte, risultava essere quello della pianta essicatasi per ultima.. Pertanto, tornando all’olmo in questione, assodato che la pianta perirà sicuramente nelle condizioni in cui si trova (non credo si possa comportare in modo diverso da una quercia..); considerando che la mia dispensa è ancora ben fornita - grazie comunque Raff, per il validissimo suggerimento, che alla bisogna terrò sicuramente in considerazione - sulla base degli studi sopra esposti, sarei tentato di lasciarlo in piedi, cercando di prolungarne/rallentarne il più possibile nel tempo il suo disseccamento e, per proteggerne almeno un po’ l’alburno esposto - per i futuri dilettevoli impieghi - pensavo di usare il solito, vecchio e caro Vinavil (lo impiego già da tempo anche per stuccare i tagli delle potature più importanti e credo/spero non sia appetibile nemmeno per le capre), spennellato ben benino su tutto il legno vivo.. e poi, perché no - grazie anche a te Manx - anche una bella spruzzata di calce e/o verde rame, non appena passerà quest’ondata di maltempo, male non gli farà.. Che ne dite, se pur con le varianti anzidette od anche con altri eventuali graditi suggerimenti, replichiamo dopo tre secoli, tale esperimento anche con l'olmo? Nell'attesa, un caro saluto e a presto, Peppe P.S. Raff, i capretti si tengono a distanza.. a pasquetta tra varie frecce scoccate con le mie bimbe e qualche amico, abbiamo “ripiegato” su un bel maialino al forno (a legna) con patate.. gnam gnam
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11/04/2012, 13:03 |
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raff
Iscritto il: 17/03/2011, 0:24 Messaggi: 2037 Località: tra l'oglio ed il chiese
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Salve a tutti, ciao Peppe, grazie dei link; inutile dirti che, quello relativo al libro, l'ho salvato e voglio rileggermelo con più calma; comunque non sapevo niente di quest'esperimento che, pur nell'empiricità dell'epoca, dimostra come rendere più resistente in legno. Sapevo, ma questo non centra con l'arceria, dell'immersione del legno, ridotto in assi o travetti, in vasche con il latte di calce ai fini di renderlo resistente ai marciumi, ai tarli e più duro. Ritornando alle piante scortecciate, visto che ormai che le caprette ti hanno iniziato l'esperimento e visto che hai la dispensa (del legno) piena, ti suggerirei di continuarlo; unica raccomandazione è quella di capitozzare le piante oltre alla prima diramazione: limita le richieste di linfa vitale della pianta, favorendone la guarigione o, nel peggiore dei casi, ritardandone la morte. Però, perchè c'è il però, per riprodurre l'esperimento dovresti scortecciare la parte di legno, che ti interessa, per tutta la lunghezza. Non puoi permetterti di aver mezzo tronchetto scortecciato e mezzo no; la parte di legno che è ancora coperta non subirebbe l'effetto descritto nel libro, io ho compreso così. Il tuo proposito di dare il vinavil sul legno esposto mi sembra buono, inutile la calce o il verderame dopo per il fatto che il vinavil dovrebbe aver già di suo un'azione antimuffa, ma se ti avanza male non gli fa. Ci farai sapere come andrà a finire, spero. Un saluto da Raff Aarghh.... il maialino al forno con le patate ehhh.... e proprio a quest'ora me lo ricordi.
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11/04/2012, 23:19 |
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gbr1967
Iscritto il: 16/03/2012, 10:52 Messaggi: 87
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Ciao a tutti in effetti, Raff, anche l’esperimento in questione non fu fatto pensando ad un futuro utilizzo, del legname così ottenuto, in campo arcieristico; ma perchè non esperimentare vista la contingenza? Quindi, tornando a noi, nell’e-book, qualche pagina più avanti rispetto a quella che si apre dal link, l’autore scrive che “…bisogna attribuire all’accumulamento del sugo” – che bella espressione – “l’indurimento dell’alburno, il quale in tal modo si consolida, soltanto perché essendo più poroso del legno fatto, attrae il sugo con maggior forza e in quantità maggiore…” – e continua – “…l’alburno esteriore lo succhia..” (il sugo) “…più potentemente dell’alburno interiore...; con l’andare del tempo, però tutto si riempe quasi egualmente: ecco perché l’albero morto nel terzo anno era il più forte…” - ed ancora – “L’alburno di questi alberi non deve essere più riguardato come un legno imperfetto, quantunque preso abbia in tal guisa in uno o due anni la stessa forza e solidità, che diversamente acquistato avrebbe appena in 12 o 15 anni…”(!) Alla luce di quanto sopra, volendo provare se tale procedimento può andar bene anche per i nostri fini, passo ad illustrare quanto ho fatto ieri pomeriggio; ecco il materiale che mi sono portato al seguito e le immagini del tronco come si trovava prima dell’intervento: Allegato: DSCN3303 attrezzi.JPG Allegato: DSCN3306 ceppo.JPG Allegato: DSCN3307 corteccia residua.JPG ...segue...
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13/04/2012, 11:49 |
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gbr1967
Iscritto il: 16/03/2012, 10:52 Messaggi: 87
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...ho provveduto quindi a scortecciare – concordo, Raff - fin oltre quanto già abbondantemente fatto dalle capre... Allegato: DSCN3311 scortecciato.JPG Certo che scortecciare così, sulla pianta in piedi, in primavera, è uno spettacolo.. l’alburno rimane intonso e perlaceo.. mi è dispiaciuto da una parte, ma la pianta, o meglio, tutto ciò che è stato “separato” con il luculliano pasto delle capre, alias, ciò che rimane dell’albero, così nelle condizioni in cui si trova(va) era ed è destinato, nell’arco di poco tempo (rispetto alla normale longevità che caratterizza normalmente un albero), a morte certa. Anzi, con molta probabilità, la Pianta ricaccerà nuovi e più vigorosi arbusti dal suo ceppo, forte di un (ormai) sovradimensionato apparato radicale. Dopo la scortecciatura - digressione a parte - ho provveduto a tagliare qualche rametto (lasciando comunque un moncone sporgente), a levare i residui (non consumati dalle capre) del cambio, ad asciugare la linfa che trasudava e a pulire sommariamente la patina di polvere grigiastra (credo una sorta di muffa) che si era cominciata a formare sull’alburno ormai scoperto da molto tempo ed infine a sigillare con vinavil... Allegato: DSCN3318 pulito e sigillato.JPG Siamo giunti al termine, per ora; il lavoro è stato completato e il sole, insieme all’olmo, continueranno, così, nel loro tramonto… Un giorno, chissà, ma lo spero vivamente, questo Olmo risorgerà in un Arco. Nella speranza di aver fatto cosa gradita a tutti, un caro saluto e a presto, Peppe
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13/04/2012, 12:10 |
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