Salve a tutti,
Mi permetterei.... scusate ma stiamo parlando di archi Balinesi, presenti su bassorilievi antichi di circa 1000 anni, eseguiti allo scopo di celebrare le gesta di un mito della religione indiana che già allora unificava le etnie presenti nella regione tutta e non solo di Bali; non possiamo fare paragoni attendibili su archi ed abitudini di adesso, al massimo possiamo vedere delle similitudini che senz'altro si sono evolute dalla stessa origine, ma non sono uguali, allo stesso modo dei longbow attuali che sono solo delle elaborazioni del longbow di 1000 anni fa.
Quali dati abbiamo come base del ragionamento?
1° Alcuni bassorilievi scolpiti su granito,
2° Alcune raffigurazioni pittoriche su libri in sanscrito,
3° Descrizioni di come ci si avvicina all'arco, come è composto e come si usa, in sanscrito ma tradotto anche in inglese.
Dei reperti presenti nei musei, che senz'altro ci saranno, non ne siamo a conoscenza.
Cominciamo: sui bassorilievi possiamo notare un arco lungo quanto una persona, circa, fortemente rastremato alle due estremità forse di sezione rotonda, forse di sezione ovale, che veniva aperto oltre l'orecchio; solo in una raffigurazione l'arco è più lungo della persona . La cosa che lo scultore ha enfatizzato è lo spessore al centro quasi a voler far notare che l'arco era potente. Una sola considerazione: noi vediamo solo quello che lo scultore ci ha potuto mostrare per i limiti dei materiali di partenza e gli utensili adoperati.
Nella raffigurazione pittorica mostrata da Manx, alla pagina precedente, vediamo Rama che rompe l'arco: possiamo vedere che si tratta di un arco in legno scuro, ma potrebbe essere stato “pitturato”, con i puntali riflessi e dal profilo che si assottiglia molto: dovrebbe essere un'arco potente e scattante, più corto della persona che lo impugna: la fig. misura 110, l'arco 75 mm, misurati alla buona sullo schermo. Ma forse c'è un errore di parallasse.
Adesso vediamo se dallo scritto:
DHANURVEDA
(A Veda relativa alla Arte / Scienza di tiro con l'arco)
© B. Chakravarti, ATARN, 2001
all'indirizzo già postato qui:
http://translate.googleusercontent.com/ ... opLdrLSxyATener presente che riporto solo il numero della strofa per comodità mia; vediamo se si può approfondire di più.
Il cubito, antica unità di misura varia di pochi cm per i diversi regni che lo usavano:
cubito egiziano: 44,7 cm
cubito ebraico: 44,5 cm
cubito sumero: 51,8 cm
cubito romano 44,43 cm
I regni indiani sono entrati in contatto con tutte queste unità di misura, salvo il cubito romano, già a partire dal primo a. C. Per quello romano entro in contatto, se la memoria tiene, verso il primo secolo d.
C.Mi permetto di usare il cubito semplificato a 44,5 cm
1745
Un arco di misura di cinque cubiti e mezzo è considerato il migliore e che tipo è chiamato un 'divino', e che era detenuto da Sankara nei tempi antichi. Significa un arco lungo lungo 244 cm circa, la massima lunghezza dell'arco per gli uomini; i Giapponesi usano ancora archi lunghi oltre i due mt.
1748
La lunghezza di una mano è uguale alla lunghezza di venti-quattro dita della mano e un arco misure quattro lunghezze a mano tali (caturhasta) e questo tipo è conosciuto per essere l'arco di un essere umano con tutti i buoni segnali. Questa sembra più dura da capire ma in realtà è facile: 24 dita corrispondono a circa 60 cm per cui 60 x 4 = 240 cm. Di lunghezza totale dell'arco, quasi come sopra.
1749
Un arco può avere giunti tre, cinque o sette. Un arco con nove articolazioni è rinomata tra i 'kodanda,' il nome che è davvero un uno di buon auspicio. Queste sono da intendere come riflessioni/riflessioni ricavate sull'arco. Sicuramente la sapevano più lunga di noi. Faccio notare che sono in numero dispari e nel paragrafo successivo:
1750
Un arco con quattro, sei o anche otto articolazioni deve essere eliminata. Ma ci sono alcuni archi che sono più esteso in dimensioni e sono realizzati con una tecnica nuova. Provate a disegnare le flessioni/riflessioni su di un pezzo di carta e vi renderete conto da soli.
1760
Gradualmente, nel corso degli anni, ha creato ed esteso l'arco, che è adatto per essere utilizzato dagli esseri umani, misura sei e mezzo vitasti (vale a dire la durata del pollice e il dito medio quando si estendeva pienamente, misura circa mezzo cubito) ie totale tre cubiti e mezzo di lunghezza. L'arco serve a tutti gli effetti. Ecco un'altra tipologia di misure: tre cubiti e mezzo per 44,5 fa 155,75 cm: un arco per tutti gli usi.
1580
A Sarnga-bow è usato con successo dai soldati sul dorso di elefante e la cavalleria. Per i carri e fanti, tuttavia, un arco fatto di bambù è più utile. Per il Sarnga-bow sono portato a pensare che sia l'arco citato sopra: essendo corto era più facile da usare a cavallo. L'arco di bambù, io sono portato ad intendere quello di misura superiore ai due mt. è più utile ai fanti.
A questo punto appare chiaro che un arco di 2,4 mt era dura che fosse composito di legno e corno, ma solo di bambu; sicuramente gli archi da cavalleria erano compositi, forse non alla mongola, coreana o cinese, ma piuttosto modificati alla loro bisogna. L'india e Indocina, hanno sempre avuto scambi commerciali con l'ovest, in special modo coi paesi mediterranei per cui non si può escludere che abbia subito gli influssi di nquelle etnie che hanno poi elaborato l'arco turco. Si sussurra che romani avevano porti privilegiati in india e indocina, visti anche i ritrovamneti monetali in loco.
Per le corde:
1762
Le corde devono essere di tre fili rotonde che sono esenti da qualsiasi joinst, puro, fine, molto morbido e levigato in modo che queste discussioni possono attacco con stand in una guerra.1763
In mancanza di filo di seta, la stringa può essere fatto con intestino di un cervo o con gli intestini di una femmina di bufalo o una mucca. 1764
Belle le stringhe devono essere effettuati con la pelle di una capra o di Gokarna (un altro tipo di animale) che è stato appena macellato. Il pelo sulla pelle deve essere rimosso completamente. 1765
A volte le stringhe sono preparati con la corteccia (pelle esterna) di bambù maturi (piante) e quelle stringhe sono legati con fili di seta per fare corde che resistono stanno situazioni avverse in guerra. 1766
Con l'avvento del mese di Bhadra (settembre) la corteccia dell'albero Arka diventa lodevole per fare corde e archi di conseguenza duri e sacra deve essere fatto con esso. 1767
I fili che si ottengono dalle cortecce degli alberi Arka sono diciotto cubiti di lunghezza e questi dovrebbero essere effettuati in triplo strato per fare una stringa corretta (per l'arco). Bè, questi ultimi, sulle corde non hanno bisogno di spiegazioni o interpretazioni di sorta, ma chi vuol approfondire vada a leggere, a fondo, il link; lo giudico materiale tutt'ora validissimo.
E questa è la base. Qualcuno ha trovato foto di reperti nei musei?
Un saluto da Raff