O là adesso ho un po più tempo. Allora prima chiarisco che mi rendo conto che la mia esposizione delle immagini poteva sembrare sarcastica. Come dicevo era un tentativo di far recepire un messaggio in maniera diretta. In pratica l’approccio di chi usava l’arco in periodi in cui è accertato era norma comune rivestire le impugnature era diverso da quello di genti che lo usavano in guerra o in “natura” (scusate ma nel post di prima ho scritto in fretta, per arcieri naturali intendevo qualcosa del genere ). Ora vediamo punto per punto i primi 4 (quelli contro)
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1. Facilità e rapidità di individuazione della posizione della mano sull’arco; questo comporta utilizzo, gioco-forza, un utilizzo più proficuo dell’arco stesso, perché l’arco viene sfruttato al meglio sia in termini di precisione (posizione costante della mano e, di conseguenza della freccia) che in termini di prestazione (posizione della mano sempre dove l’arco “lavora meglio”)
1 – in questo caso posso parlare per esperienza personale. Gli archi che uso li posso impugnare nel punto giusto anche ad occhi chiusi. È una questione sia istintiva che di “equilibrio” dell’attrezzo in mano. Ad occhi aperti è ancora più immediato. Penso che chiunque in passato non avesse alcun problema a fare ciò come non l’hanno ancora oggi le popolazioni che archi così li usano ancora e anche noi che li usiamo per gioco. Un segno di riferimento dove passa la freccia rende l’operazione di incocco corretto immediata. io mi baso in alcuni archi su nodi o segni già presenti. Si puo fare anche una piccola tacca incisa sul fianco ma generalmente conoscendo abbastanza bene l’arco che uso , non lo trovo necessario. Un costruttore poteva incidere questi riferimenti per indicare ai futuri utilizzatori esattamente il punto.
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2. Maggior comfort di tiro: l’impugnatura riduce (in parte) gli effetti dello “scalcio” dell’arco sulla mano quando la corda viene rilasciata e la freccia è scoccata
2 – a questo posso dare solo il mio parere parziale non essendo abituato ad archi con impugnature. Non mi sembra un problema. Posso solo aggiungere che quando ho provato archi ricoperti li ho trovati scomodi in quanto li sentivo “estranei” … è una sensazione un po come passeggiare a piedi nudi sulla spiaggia o con le scarpe. Ma il mio giudizio è di parte dettato probabilmente dall’abitudine.
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3. Preservazione dell’arco dal sudore della mano; se, come avveniva, l’arciere passava ore e ore con l’arco in mano, il sudore del suo palmo poteva influire negativamente sulla manutenzione in efficienza del legno in corrispondenza dell’impugnatura, malgrado l’ingrassaggio cui veniva sottoposto il legno.
3 – a sensazione penso sia vero il contrario. Il sudore ristagna tra legno e cuoio non evaporando immediatamente. Sempre a sensazione anche eventuali colle danneggiano la superficie del legno. Per certo posso dire che i miei archi più vecchi non presentano alcun danno di questo tipo. A me le mani sudano poco o niente ma alcuni li uso per far provare alla gente e comunque pur se vecchi di 10 anni non noto “corrosioni”.
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4. Economicità dell’applicazione: un pezzo di cuoio o di tessuto incollato sull’impugnatura dell’arco e poi fissato, non mi pare una spesa eccessiva, sia in termini economici che di tempo.
4 – a maggior ragione, se come pare dai “campioni” (reperti ed iconografie) arrivati fino a noi, certo un inezia in confronto alla totalità degli archi esistiti ma comunque statisticamente significativi in quanto distribuiti nello spazio e nel tempo, mostrano che non erano ricoperti significa che molto probabilmente, semplicemente non ne sentivano la necessità.
Poi magari mi verrà in mente qualcos’altro.
A parte ciò sfogliando le pubblicità delle riviste vedo che anche negli archi tradizionali moderni ormai il cuoio sulle impugnature non si usa più. Spesso consuetudini e forme mentali consolidate portano a far pensare come utile qualcosa che in realtà utile lo era ma per altri motivi e altre menti.
Ciao!
p.s. Alessandro grazie per la divertente ed interessante discussione … è sempre un piacere e soprattutto utile a ragionarci su. Ciao!