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 olmo 
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Iscritto il: 30/06/2010, 13:12
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Località: pozzo della ignoranza
Nitopi ha scritto:
.....A mio avviso è più difficile lavorare sullo stagionato ... ..........

Non sono d'accordo Luca ,
Fresco e stagionato presentano semplicemente problematiche diverse
( poi molto dipende dalla "scuola" e dalle "impostazioni culturali" )
le tensioni nascono, come dice giustamente Lino, dalle caratteristiche della posizione in cui nasce la pianta ( pendenze , luce solare , vento, piante vicine ) non dalla stagionatura .
E prima o poi devono scaricarsi , che tu lavori da fresco , da mediamente stagionato o da ampiamente stagionato :|

E , a mio avviso ovvio , devi dare alle tensioni il giusto tempo per scaricarsi

p.s.
lavoro solo su stagionato perché trovo che sia più facile che farlo rispetto al fresco .


14/11/2012, 13:53
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Iscritto il: 13/12/2010, 18:13
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Località: Genova - Prata Veituriorum
jeval ha scritto:
[...]
E prima o poi devono scaricarsi , che tu lavori da fresco , da mediamente stagionato o da ampiamente stagionato
[...]
E , a mio avviso ovvio , devi dare alle tensioni il giusto tempo per scaricarsi
[...]


Il busillis sta in queste due frasi.
Se lasci essiccare il legno le tensioni aumentano (affermazione istintiva) .
Se lo lavori ancora umido sono minori ed è più facile correggerle...
Magtari devi correggere due o tre volte... ma mi riesce meglio...

jeval ha scritto:
p.s.
lavoro solo su stagionato perché trovo che sia più facile che farlo rispetto al fresco .


Non so. Spesso lo stagionato mi fa strani scherzi... Sul fresco ho statisticamente un maggior numero di successi... Se capisci che oltre un certo limite non devi portarlo sltrimenti si snerva... e' fatta...
Ma non ho ancora abbastanza esperienza per parlare con la dovuta cognizion di causa...

Ciao
Luca


14/11/2012, 14:03
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Iscritto il: 17/12/2010, 17:48
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Località: Mvtina
Francesco, ho chiesto spiegazioni perchè mi pareva fosse insita nella tua frase una sottile vena sarcastica e volevo capirne la natura (della serie - i mastri arcai che scrivono di lavorar da fresco lo fanno solo perchè usano doghe perfette ergo tutto va sempre bene. Noi invece, poveri mortali, lavoriamo anche altre doghe e saltano fuori i problemi) Se ho pensato sbagliato peggio per me, bastava farmelo notare (spiegandolo) e basta. Scrivere non è come parlare, purtroppo certe frasi si possono travisare.
Mi sa che lo scorbutico lo stai facendo tu, quando in altri post scrivi "voglio avere sempre l'ultima parola". E tientela :roll:


14/11/2012, 19:08
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Iscritto il: 29/05/2012, 23:09
Messaggi: 313
Località: Vrilissia - Grecia
Per Tullia,
Ripeto e per l'ultima volta, non accetto di essere trascinato in puerili e sterili polemiche che danneggiano l'immagine di sagittando. Ci sono regole precise da rispettare e se hai qualcosa da dirmi mi mandi un messaggio privato. In altri post ho scritto che TU vuoi sempre l'ultima parola e non mi sbagliavo infatti. Ci mancava solo che dopo l' "e tientela" mi cacciavi la lingua e così il quadro era completo per un asilo.
E poi chi sarebbero
Cita:
i mastri arcai che scrivono di lavorar da fresco
?
I mastri arcai fanno questo di mestiere, non confondiamo un hobby con un lavoro. E inoltre se anche un mastro arcaio vero lavora di fresco, sicuramente riprende il lavoro in seguito per correggerlo e se non lo fa ha trovato la formula per il giusto equilibrio del legno. Non solo, ma un mastro arcaio vero sicuramente è in grado più di chi lo fa per hobby di scegliere una doga ottimale, anzi, sarebbe male se non lo facesse o almeno cercasse di farlo. E allora?
Per quanto riguarda l'essere scorbutico lo sono con chi mi attacca e cerca la lite invece di un pacifico confronto. Leggiti i messaggi scambiati con Lino poche righe prima e vedrai come rispondo agli amici.
Ora per favore, se proprio vuoi continuare questa tarantella ti invito a farlo in privato per non disturbare ulteriormente le persone iscritte e ospiti che leggono il forum.
Francesco


15/11/2012, 0:48
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Iscritto il: 14/03/2012, 11:37
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Ciao Nitopi,la scorsa stagione ero riuscito a procurarmi due tronchetti di robinia che, al momento del taglio mi parevano perfette; dalla corteccia non era apparente alcun avvitamento.
Le ho spaccate da fresche e, meraviglia, ne sono uscite due doghe a gavatappo.
Meno male che almeno due hanno una lunghezza che ritengo sufficiente per ricavarne qualche cosa, infatti svirgolano dai 2/3 in poi, provero' ad eliminare la parte piu' avvitata.
Vedremo, ciao.
Lino :roll:


15/11/2012, 10:27
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
Cita:
Per i miei fucili (che ho menzionato sopra come esempio) il legno era teak e aveva più di 15 anni di stagionatura in forma di tavola e in più l'ho incollato controvenatura per impedirgli qualsiasi "capriccio", perciò è rimasto senza muoversi nemmeno di un micron.


in birmania ci fanno le palafitte sui laghi col teak e neanche li si muove .

il punto è un altro non fossilizziamoci su fresco o stagionato , quello che rovina il legno sono le variazioni nel contenuto d'acqua , che se avvengono in modo repentino determinano fessurazioni imbardamenti e quant'altro.

Cita:
Lavorare da fresco è prerogativa di qualcuno che forse ha trovato la formula magica per non far muovere il legno


noi non dobbiamo costruire salotti di yacth o comodini rococò ma archi ;
se un arco perde qualche mm di diametro o li aumenta non succede nulla
se non variazioni impercettibili per chi ne fa uso .( va da se che un legno verde ha fino al 50% di umidità e uno stagionato attorno al 12%, ragion per cui l'inerzia dovuta al peso dell'arco è maggiore nel fresco)

l'importante è che queste variazioni avvengano in un lasso di tempo in cui il legno sia in grado di adattarsi.

dalle nostre parti tutto abbiamo meno che un clima costante, questa è la sfida a cui deve reggere un arco.

ma di tutto questo se ne stava parlando dalle parti di Raff che s'è preso la briga di comparare la tenuta di diverse finiture nei confronti dell'umidità.

https://www.sagittando.it/forum/viewtopic.php?f=21&t=1405


15/11/2012, 14:42
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Iscritto il: 14/03/2012, 11:37
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Perbacco Bac,
anch'io nella mia ignoranza e ricavando dati dal Forum ho sempre pensato che fosse la soluzione migliore , lasciare la corteccia - mettere i bavagli al legno con Vinavil - e far si' che la stagionatura avvenga gradualmente ; la corteccia dovrebbe fare da filtro osmotico interno esterno, tale da lasciare che il materiale raggiunga un equilibrio lentamente , ovverosia maturando , sono convinto ripeto, che il legno raggiungera' un suo equilibrio.
Ottima l'osservazione circa la mutevolezza del tempo atmosferico . Non piu' tardi di oggi ho messo in dima una sbozzatura d'arco ricavata dal tasso stagionata da un anno, sembrava gomma piuma; premetto in tutto il nord d'Italia c'e' stato l'inferno di pioggia e quant'altro, chissa quanta acqua si e' bevuta quel tronchetto, pur essendo al coperto e che deve aver assimilato umidita' ambientale-.
Un altro piccolo tronchetto, di molto piu' sottile, cercando di metterlo in dima tempo addietro e con il bel tempo faceva l'inferno , non voleva assolutamente obbedire dando dei bei colpi di coda .
Questo rilascio che esegue il legno nel tempo, quasi un tira e molla, necessariamente deve avere un suo risultato , tempera il legno , alla stregua dell'acciaio temperato al calor rosso e poi messo a rinvenire a temperatura piu' bassa. Sigh, forse esempio tirato per i denti.
Questo e' il mio pensiero , che ne dite.?
Ciao a tutti Lino, :(


15/11/2012, 20:43
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Iscritto il: 13/12/2010, 18:13
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Località: Genova - Prata Veituriorum
1942LINO ha scritto:
Le ho spaccate da fresche e, meraviglia, ne sono uscite due doghe a gavatappo.
Meno male che almeno due hanno una lunghezza che ritengo sufficiente per ricavarne qualche cosa, infatti svirgolano dai 2/3 in poi, provero' ad eliminare la parte piu' avvitata.
Vedremo, ciao.
Lino :roll:


Si raddrizzano... se riesci a pre-lavorarle abbastanza piatte (diciamo... fermati al doppio dello spessore che vorresti ad arco finito...) . poi serve svaporare per bene la parte svergola e quindi devi agire contemporaneamente in flessione (con corde e morsa) e in torsione (io uso un "sergente" o "cagna" molto robusto...).
Quindi vai di strutto e fiamma. Insisti molto, facendo sfrigolare ma allontana se vedi che annerisce... Ci vogliono almento 10 minuti di fiamma.. se non di più...

Si deve contropiegare e controtorcere... ma quanto non lo ho capito ancora bene... diciamo che il 90% del difetto sono riuscito a rimediarlo...

Prima e dopo


Allegato:
drizzata.jpg


Il metodo "ad hoc" (su una doga simile..)

Allegato:
Raddrizzamento.jpg




Ciao
LUca


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15/11/2012, 21:00
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
Cita:
anch'io nella mia ignoranza e ricavando dati dal Forum ho sempre pensato che fosse la soluzione migliore , lasciare la corteccia


la corteccia va bene , ma ha i suoi rovesci : i tarli.

una stagionatura invernale potrebbe evi-tarli.

un altra aspetto da tenere a mente è la diversa igroscopicità di durame e alburno,
il durame è decisamente meno igroscopico se non impermeabile, dote questa che in alcune varietà consente ai tronchi caduti di resistere nel terreno per anni.

l'olmo presenta a volte (nei tronchi più vecchi) un durame dal colore rosso cupo , anch'esso al pari della robinia (verde scuro) , ha grandi doti di resistenza all'acqua e ai tarli , tant'è vero che da questi alberi si ottengono ottimi pali da recinzione .

per questa ragione a volte le migliori doghe si ricavano da alberi secchi o marciscenti.

io considero il fare archi una attività ludica-ricreativa e francamente mi sembra eccessivo premeditare una lunga stagionatura considerato tra l'altro il fatto che non mi è dato sapere se a stagionatura finita ci sarò ancora.


15/11/2012, 21:27
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Iscritto il: 13/01/2011, 21:44
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Località: Flavia Plumbia
Cita:
il fatto che non mi è dato sapere se a stagionatura finita ci sarò ancora


Per quel poco che posso fare, ti faccio un regalo (é solo virtuale, ma è il pensiero quello che conta)

Tu metti via qualcosa a stagionare, al resto ci pensa il cornetto

Ciao Giorgio


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15/11/2012, 22:44
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