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 "fresco" di forgia 
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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Fo1.jpg


l'acciaio usato come potete intuire proviene da una molla , dopo forgiato ho fatto raffreddare a temperatura ambiente il metallo e ho dato una approssimata alla lama e messo la guardia,
a questo punto però sorgono i dubbi :

questo tipo di acciaio va temprato? se si , come?

intanto io rifletto su come fare il manico , la scelta è tra maggiociondolo , acero e ginepro o tutti e tre.


22/11/2012, 21:16
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Iscritto il: 29/05/2012, 23:09
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Bac scusa, hai fuso la molla e ricavato una lama? EFESTO sei!!!
Per il manico una striscetta di olivo? forse non è filologico però mi piace.
Bello, complimenti
Francesco


22/11/2012, 22:18
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Iscritto il: 06/03/2011, 19:31
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Se posso, direi la mia. Tutte le lame, forgiate e non, vanno temprate e dopo la tempra, deve essere fatto il rinvenimento. Se volete, potrei dare dei consigli su come temprare quella lama, ricavata da una molla (acciaio armonico). Non vorrei intromettermi e sorpassare chi ne sa più di me. Comunque, complimenti, bell'esecuzione. Ciao, Mirco. P.S. Personalmente teprerei senza la guardia. Ciao


23/11/2012, 11:21
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Se volete, potrei dare dei consigli su come temprare quella lama, ricavata da una molla (acciaio armonico).


non aspetto altro, le mie domande sono sempre rivolte a tutti e tutti possono intervenire.

Cita:
Personalmente temprerei senza la guardia


la guardia ormai è tutt'uno con la lama.

Cita:
hai fuso la molla e ricavato una lama? (...) Per il manico una striscetta di olivo


no non ho fuso non riesco ancora a raggiungere i 1600 gradi , non ho pezzi di olivo .
il manico non so se ricavarlo da un pezzo unico di maggiociondolo o di ginepro oppure fare uno spiedino dei vari legni intramezzandoci anche qualcos'altro , tutto dipende da quanto riuscirò a tirar fuori con l'affilatura e la tempra , perchè secondo me più una lama è tagliente e più merita un manico lavorato.


23/11/2012, 12:46
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Eccomi qua. Cercherò di essere stringato ma esauriente. Potrei avere le dimensioni del manufatto? (lunghezza, larghezza e spessore). Prima di iniziare, vorrei dire a Francesco che NON si raggiunge, almeno con una forgia, la temperatura di fusione, casomai di bollitura. Così si fa il damasco europeo, detto anche damasco saldato. Per la guardia inamovibile, vediamo come reagisce. Allora: procurati dell'olio di macchina usato. Tanto quanto la lama possa essere immersa nella sua completa lunghezza e spessore, abbondando di molto nella quantità. Arroventi un pezzo di ferro e lo immergi nell'olio: deve essere sui 60/70° centigradi di calore (l'olio). Porti la lama al colore rosso acceso (cigliegia? ma di che qualità? :lol: ). Una dritta che uso io: procurati un pezzo di calamita, lo prendi con una tenaglia lunga per non scottarti, tiri fuori la lama dalla forgia quando vedi che ha assunto il colore che vuoi, ci appoggi la calamita. Se NON attacca, lo riposizioni nella forgia e pochissimo dopo, spegni nell'olio (la calamito NON deve attaccare). Devi cominciare immergendo prima la punta col tagliente in giù, poi il resto, tenendo la costa al di fuori ed agitando da sinistra a destra. Quando è tutto grigio, immergi il tutto. NON aver paura del fuoco che esce dal recipiente. Dovresti avere un coperchio per soffocare la fiamma. Usando una buona lima, vedi se la stessa scivola sul tagliente come fosse vetro. In caso contrario, ripeti cautamente, portando a temperatura leggermente maggiore. Pulisci la lama per bene in modo che tua moglie, quando la metterai nel forno di casa non chieda il divorzio causa puzza :lol: . Si, perchè di solito il rinvenimento lo faccio nel forno di casa: a forno spento, metto la lama, lo porto alla massima temperatura (200°-250°), lo lascio a quella temperatura per circa un'ora, poi spengo tutto. Al mattino la trovo fredda e la distensione detta anche rinvenimento è stata fatta. Non arrabbiarti se le prime volte non riuscirai alla perfezione. Ci ho messo parecchio tempo e fatti parecchi sbagli (continuo ancora), prima di raggiungere un sufficiente risultato. Sappimi dire. Se qualcuno fa in un'altra maniera, sono qui per imparare. Ciao e buon lavoro. Mirco


23/11/2012, 13:29
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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grazie della risposta ,
vi terrò aggiornati.


23/11/2012, 15:11
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Iscritto il: 16/03/2012, 10:52
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Complimenti ragazzi, noto con piacere che anche dalle vostre parti non ci si “ammala” solo di “archite”.. bell’arnese, Bac!

..non ricordo che tipo di acciaio fosse ma sicuramente era già temprato; e non so nemmeno se potrebbe interessare, nel caso, anche il “mollone” da te utilizzato :roll: .. mi sembra, comunque, che prima di poterlo ri-lavorare, quel "famoso" acciaio, bisognava "ri-addolcirne" la tempra pregressa con un particolare procedimento.. Chi ne sa già qualcosa per esperienza diretta?
Inanto, anch'io metto nel sacco, per le prossime lavorazioni, la sapienza di Mirco che ringrazio per la.. “stringata ma esauriente” esposizione! :D
E.. se posso approfittare.. forse un po’ O.T... Mirco, visto che ne hai accennato anche tu.. hai mai fatto esperienze col damasco? Forse la cosa potrebbe interessare anche Bac, visto che me ne parlava in occasione della prova di fuoco fatta con la mia.. amata Ubalda.. Quali metalli e temperature servono per il damasco? Sarà forse il caso - eventualmente - di aprire un Tread a parte?

Ma.. tornando alla “lama”, Bac, per il manico a “spiedino” - eventualmente successivo al buon esito dell’affilatura del tagliente - intendi tipo gli “anelli” di cuoio che spesso vengono utilizzati per le impugnature delle roncole e/o del “camillus”, ma, nel caso, fatti in legno?

Ciao, Peppe. :)


24/11/2012, 4:56
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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prima tempra in olio fatta, niente fiamme ma tanto fumo come stare dietro la marmitta di una vecchio diesel, però mi sono scordato di agitare la lama .
il rinvenimento l'ho fatto chiudendo la forgia a mo di forno lasciando il bruciatore a fiamma bassa per mezz'ora , poi l'ho spento e ho lasciato raffreddare tutto per 12 ore.

la prova della lima mi dice che la tempra non è uniforme , ha preso bene però sul tagliente e in punta.

dopo una breve affilatura a mano questo è il risultato:
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Fot8.jpg


le misure del coltello sono 23 cm compreso il codolo, e lo spessore della lama è 2.7cm.


Cita:
interessare, nel caso, anche il “mollone” da te utilizzato .. mi sembra, comunque, che prima di poterlo ri-lavorare, quel "famoso" acciaio, bisognava "ri-addolcirne" la tempra pregressa con un particolare procedimento.. Chi ne sa già qualcosa per esperienza diretta?


io per tagliarne un paio di spire ho dovuto usare la moletta visto che il seghetto da ferro non attaccava .

per lavorarlo l'ho semplicemente portato al rosso -arancio (altro frutto) e raddrizzato con l'aiuto di una morsa e tante martellate.

per quanto riguarda il damasco sarebbe interessante saperne di più...
hai visto mai che nell'aldilà trovi odino che ti chiede il segreto dell'acciaio ...
se non lo sai quello è capace che ti caccia dal walhalla.

[quote]non ci si “ammala” solo di “archite”.. [quote]
ci andrebbe scritto sopra : attenzione provoca dipendenza, non iniziare!


24/11/2012, 11:04
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Iscritto il: 06/03/2011, 19:31
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Mi riintrometto. L'acciaio da molle, balestre e quello eccezionale da cuscinetti a sfera, va sempre, prima di qualsiasi lavorazione atta a modificare la primitiva struttura, stemprato. Come? Si mette in forgia, lo si porta ad alta temperatura , lo si leva e si lascia riposare sulla nuda terra finchè si raffredda. In secondo tempo si procede alla modificazione. Tramite mole, se si vuol fare, per esempio, una lama per asportazione di materiale, oppure fare una lama forgiandola. Il damasco saldato è un alternarsi di vari strati di vari tipi di acciai con vari tenori di carbonio,oppure (quello classico) un alternarsi di barre di acciaio e ferro. Quest'assieme di metalli, chiamato billetta, va portato ad altia temperatura, cosparso di borace, riimmesso in forgia, portato lentamente sui 1200°-1300°. A questo punto si procede alla saldatura che può essere fatta dando dei colpi non molto forti (altrimenti il metallo schizzerebbe via) col martello, con il maglio o pressandolo in una pressa. Altra passata di borace, forgia per portarlo a temperatura, allungare la billetta, tagliarla a metà e mantenendo la sequenza ferro-acciaio, risaldare, previo spolveratura di borace, allungare, tagliare, saldare, allungare, tagliare, saldare ecc. ecc. Per capirsi, se parto con 5 barre di ferro-acciaio, alternate, alla prima saldatura saranno 5 barre saldate parallelamente. Alla seconda saldatura, saranno 10 barre ferro-acciaio alternate, parallele, alla terza, saranno 20, alla quarta, 40, alla quinta, 80 e così via. Si otterrà un attrezzo, dopo tempra, durissimo ed allo stesso tempo flessibile, visto che il ferro, nullo di carbonio, non si tempra, mentre l'acciaio, ricco di carbonio (è quello che da la durezza) , si. Ho fatto esempi molto elementari, sperando che anche chi è proprio digiuno di metallurgia spicciola, possa capire. In verità qualcosina ho fatto, sempre aiutato dal mio amico Alberto o dal mio compare Claudio Bottero. Ciao, Mirco


24/11/2012, 14:28
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Iscritto il: 06/03/2011, 19:31
Messaggi: 842
La tempra NON omogenea è un risultato facilissimo alle prime volte. In questo caso, si rimette in forgia, si porta ad una temperatura leggermente superiore e, tenendo vicino il recipiente con il liquido di tempra (che può anche non essere olio), si ripete l'operazione. Si prova di nuovo con la lima e si va avanti così finchè non si raggiunge il risultato voluto. Che ci volete fare, come tutte le sfide, specialmente quelle con se stessi, più danno da fare, più sarà grande poi, la soddisfazione e vedrete che la vostra conoscenza sarà intimamente incisa in voi. Personalmente, quando forgio, una felicità grande mi pervade e, se sto facendo una cosa per un Amico, tutto prosegue bene, il martello ha gli occhi e va da solo, mentre se lavoro per un estraneo col quale non sono in sintonia, tutto diventa fatica ed il pezzo va per i fatti suoi. Tengo a precisare che per il momento ho provato solo felicità facendo lavori per voi. Altra cosa: i miei pezzi costano, di solito, eurocent, 10 ed ho tempi biblici. In questo periodo sono come vuoto. Non sono al massimo del fisico e della psiche. Mi sento STANCO. Sarà il tempo. Non so. Un Grosso abbraccio, Mirco. P.S. dovessero esserci dei dubbi od altro, sono qui. Ciao P.P.S. Una massima del grande Toni Benetton: il ferro è come una bella donna: più è caldo, più riesci a fare ciò che vuoi. In poche parole: quando levi il pezzo dal fuoco, devi avere le idee chiare su dove dare i colpi. Dopo è solo fatica e rischi la cricca. Riciao, Mirco


24/11/2012, 14:59
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