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 come funziona uno yumi 
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
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Visto che a qualcuno mi è parso interessasse l'argomento, ecco come funziona uno yumi:
A differenza di quasi tutti gli archi a triplice curvatura e di quasi tutti gli archi occidentali...eccetto il longbow, l'arco giapponese, durante il tiro lavora per tutta la sua lunghezza. Non ha parti rigide, leve o imugnatura che sia.
Questo perché, le caratteristiche del bambù gli consentono di sfruttare ogni cm di fibra in elasticità. Siccome poi, le fibre del bambù hanno delle differenze nelle sezioni tra un nodo e l'altro, è sconsigliabile irrigidire una parte dell'arco perché si rischia di spezzarlo.
La forma attuale degli yumi è nata durante il lungo medioevo giapponese ed è stata standardizzata dopo il 1600 ricavandola sostanzialmente da due tipologie di archi.
Quelli usati per il gioco del sanjusangendò a Kyoto e quelli usati nel kyushu.
La parte inferiore più corta si è sviluppata soprattutto perché nel sanjusangendò si tira da seduti sotto la passerella di un tempio che è lunga 120 mt e alta 5,5 mt. Lo scopo del gioco è quello di far volare le frecce lungo tutta la paserella arrivando in fondo senza che la feccia abbia toccato le travi della pensilina o sia rimbalzata sul pavimento. Per fare questo, sono stati creati degli archi con il flettente inferiore più corto che poi hanno rivelato avere particolari pregi anche per l'uso militare, soprattutto per il tiro a cavallo e in ginocchio.

Un altro motivo del perché i guerrieri nipponici hanno scelto questa geometria dell’arco è la possibilità di aprire molto, fino alla spalla in modo da far immagazzinare al bambù parecchia energia. Questo ha consentito ai samurai di poter usare frecce più pesanti, capagi di un maggior impatto efficace sul bersaglio. Questo modo di aprire però ha fatto si che invece di avere la freccia posizionata a sinistra dell’arco, questa viene posizionata a destra.

Le caratteristiche principali di questo arco sono le asimmetrie. Il flettente inferiore è più corto e la corda passa sullo spigolo destro dell'arco. Questo perché così facilita l'uscita diritta della freccia. Queste asimmetrie rendono però poco maneggevole questo arco se usato in modo "occidentale". Per ottenere il massimo di efficacia, bisogna usarlo asecondando una sua caratteristica e contrastandone un'altra. La caratteristica da asecondare è la sua capacità di ruotare su se stesso data dal fatto che quando la corda torna in posizione dopo lo sgangio, la diversa velocità di chiusura dei flettenti e il fatto che la corda colpisce il puntale superiore a destra, obbligano l'arco a compiere una rotazione antioraria. La caratteristica da contrastare invece, è che il flettente inferiore essendo più corto, e quindi più forte, torna più velocemente in posizione rispetto al flettente superiore spingendo la freccia verso l'alto.

La posizione asimmetrica del'impugnatura però, garantisce una minor trasmissione delle vibrazioni al bracio dell'arcere nel momento del ritorno della corda proprio perché l'impugnatura è posta vicino al punto neutro del flettente inferiore. Questa caratteristica consente un miglior controllo del tiro.

Una volta scoperto quanto vantaggioso fosse avere l'arco asimmetrico, i giapponesi ci hanno studiato sopra e hanno sviluppato diverse tecniche di tiro che poi sono culminate nel tiro militare che sfrutta totalmente le caratteristiche dell'arco.

Per ottenere il massimo da questo arco durante lo sgancio in pratica si deve applicare una forza di lavoro con la mano sinistra che incorpora 3 movimenti. Il primo è una leggera spinta con la parte superiore della mano e una trazione delle tre dita che avvolgono l'impugnatura per contrastare il ritorno del flettente inferiore, la seconda è un potente torsione dell’arco in direzione del bersaglio, la terza una leggera inclinazione dell’arco verso destra che aiuta la freccia a non impennarsi.

Come è inuibile, questo lavoro non consente di sganciare all’occidentale, rilassando la destra. Anche perché se così fose, la freccia volerebbe disturbata da tutt'altra parte tranne che diritta nel bersaglio. Quindi, nel tiro giapponese è la sinistra che comanda lo sgancio, spingendo e torcendo a tal punto che quando l’arcere sente di aver raggiunto il massimo della potenza, fa scattare il meccanismo in modo che il lavoro della sinistra strappa la corda dalla mano destra.
Il risultato....quando questo lavoro riesce bene.....è una uscita della freccia molto più veloce e potente, in grado di forare le protezioni metalliche delle armature.
Il tiro con questa tecnina è molto meno preciso del tiro occidentale, ma se fatto bene, a partità di libraggio di arco, sviluppa più potenza.

Per chi ne sa qualche cosa di arti marziali......è lo stesso concetto del colpo di spada o del pugno.
Uno scatto veloce carico di potenza.
La corda di uno yumi, mediamente impiega 3 centesimi di secondo a tornare nella posizione di riposo dopo lo sgancio. La tecnica di tiro addestra l’arciere a fare in modo che la mano riesca ad anticipare la corda in chiusura scattando più velocemente e spingendo ulterirormente la freccia.
E’ un movimento brevissimo e rapidissimo. Gli esperimenti hanno dimostrato che il lavoro efficace si viluppa e si esaurisce in un movomento che va dai 6 agli 8 gradi di torsione. Se questo movimento è fatto bene, è sufficiente ad ottenere il risultato. Il maestro Inagaki (la foto della mano allegata è la sua) al momento dello sgancio, riusciva a torcere l'arco di 11 gradi prima che la frecia lasciasse la corda.
E’ chiaro che questa abilità non si ottinene con qualche settimana di allenamento, ma servono anni di pratica. Infatti, in passato, i samurai si allenavano quotidianamente prima per imparare la tecnica e poi per affinarla di continuo.


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17/12/2012, 16:30
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Ciao Carlo,
ottima spiegazione.... mi permetto di chiederti se questo filmato: http://www.youtube.com/watch?v=GcGj0GhqQQE fa vedere il movimento giusto secondo i sacri crismi dello yumi?
Primo tiro mostrato è a 1:10 minuti.
Un saluto da Raff


18/12/2012, 15:12
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Iscritto il: 16/11/2012, 20:23
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Località: Vienna, Austria
Moooolto interessante.
Non avevo davvero pensato al fatto che spostando in modo giusto la mano dell'arco dai un boost alla freccia... Eppure era semplice e intuitivo.
Qui a Vienna c'è una scuola di arco giapponese, magari vado a farci un salto a vederli dal vivo :)


18/12/2012, 23:49
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Iscritto il: 05/12/2010, 22:11
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Interessantissimo e affascinante. Grazie!


19/12/2012, 9:13
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
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Raff, si il gruppo del filmato lo conosco bene e praticano il tiro heki, anche se ufficialmente non fanno parte dei gruppi heki italiani della scuola.....il loro istruttore ha preferito tirarsene fuori per motivi suoi e ora si muove in maniera indipendente senza accedere ai maestri.

Blubasso, a Vienna ci sono dei gruppi heki e ci sono anche dei gruppi della federazione. Quelli heki tirano nel modo che ho descritto, quelli della federazione invece no. I I kyudoka della federazione usano lo yumi solo spingendo ma senza applicare una torsione decisa.....anche se adesso alcuni di loro hanno cominciato a torcere perché si sono accorti che il tiro funziona meglio.


19/12/2012, 12:41
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Iscritto il: 16/11/2012, 20:23
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Località: Vienna, Austria
Carlo B,
Ho dato un'occhiata veloce su Internet e ho visto che ci sono 4 Kyudo Heki Clubs (almeno quelli con un sito sul Web) uno è anche relativamente vicino a casa mia (20 minuti tra autobus e la bicicletta di Noè, cioè i piedi). Tirano solo di sabato quindi potrei mandare una mail al Sensei (si chiama così anche per i kyudoka?) per chiedere di assistere a una lezione. Non so se ho voglia di cambiare scuola di tiro ma sono davvero curioso di vedere in azione e dal vivo una sessione di tiro.

Una domanda: i mancini nel Kyudo mettono la freccia sulla finestra a sx?


19/12/2012, 18:21
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Iscritto il: 01/09/2011, 15:59
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Blubasso, nel kyudo non esistono i mancini. Tutti devono tirare di destra.
é una regola che dariva dallo schieramento e dai movimenti degli arceri sul campo di battaglia.

Se hai occasione di provare, fallo perché ti piacerà.


20/12/2012, 8:54
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