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 Tronchetti di maggiociondolo 
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Iscritto il: 12/08/2013, 11:28
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Ciao a tutti e soprattutto Buon Anno! E che sia un anno ricco di trucioli e sagittae ;)

Dopo aver passato l'estate in giro per campi e boschi a cercare la materia prima, finalmente siamo giunti al periodo delle "raccolta".
Ho recuperato e portati a casa 2 pali di maggiociondolo. Per il mese prossimo vado a prendere anche dell'olmo e dell'orniello e forse anche un ramone di gelso, già individuati e schedati.

Premetto che la mia esperienza di principiante è limitata alla costruzione di un archetto in nocciolo per mio figlio, fatta l'anno scorso, prima di scoprire questo forum ... :lol:
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Ma torniamo ai 2 magi che ho recuperato (si lo sò che erano tre, ma il terzo l'ho lasciato là in mezzo alla neve :mrgreen:, già portarne giù 2 da 1500mt è stata una bella impresa )

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misurano circa 190cm il primo e 260cm il secondo.

Il primo ha un paio di nodi piuttosto marcati a 170cm
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il secondo ha un rigonfiamento con relativo nodo a circa 200cm
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Misurano di diametro a metà lunghezza, rispettivamente 7,5cm il primo e 6,5cm il secondo e se non ho contato male mi sembrano circa 18-20 anelli per pollice.

Teste sotto
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Teste sopra
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Non mi sembrano male come legni, anche se, soprattutto il secondo è piuttosto asimmetrico. Spero non sia un problema. A voi esperti il giudizio.

Ora per quanto riguarda la stagionatura, ho letto pareri contrastanti, ma mi sembra che in linea di principio si debba:
- proteggere le teste con grasso o vinilica diluita
- lasciare sotto scorza un paio di mesi in luogo fresco e non troppo secco (ho un garage interrato che dovrebbe andare bene, altrimenti posso metterli sotto la pergola in giardino)
- scortecciare e spaccare ingrassare e lasciare ancora a stagionare per altri 3-4 mesi prima di cominciare a sbozzare l'arco....
è corretto?
Ringrazio chiunque abbia la bontà di guidarmi in questa avventura

Pilamaya
Adriano


02/01/2014, 13:45
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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lunga stagionatura , un paio d'anni almeno e a contatto con il terreno , anche se l'alburno marcirà il durame rimarrà intatto, io raccolgo solo maggiociondoli marci caduti da soli e il durame è sempre in perfetto stato.


02/01/2014, 17:48
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Iscritto il: 13/12/2010, 18:13
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Località: Genova - Prata Veituriorum
belli ! poco alburno !
Un pò più larchi e io avrei spaccato... 10 cm sono al limite... Ti toccherà lavorar tanto di accetta.
Scegli il lato giusto ;)
Ciao
Luca


02/01/2014, 21:00
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Iscritto il: 17/12/2010, 17:48
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Località: Mvtina
Se lasci la corteccia sotto nasceranno presto gli "ospiti" che potrebbero scavare a fondo. Visto il poco alburno che c'è io non rischierei questa quasi sicura eventualità :(
Io scorteccerei subito, vinavil sulle teste e riporsti a stagionare in luogo fresco. :D


03/01/2014, 14:40
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Iscritto il: 11/12/2010, 14:31
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Prego seguire il consiglio di Tvllia.... in autunno mi hanno donato una doga di maggiociondolo lasciata per un anno con corteccia...
quando ho cominciato a prepararla ho fatto la conoscenza con "Ganascino D'oro" ....un tarlo grasso e robusto che aveva intaccato anche il primo anello di durame, anello che poi ho dovuto asportare interamente.... operazione questa comunque delicata, dato lo spessore esiguo del primo anello e che lascia sempre un certo margine di incertezza sulla possibilità di intaccare anche il secondo.


04/01/2014, 11:03
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
Messaggi: 2674
non mi è mai capitato di trovare buchi di tarlo sul maggiociondolo però vi credo , mai dare niente per scontato, probabilmente sono tarli assuefatti alla citisina oppure col tempo la molecola tossica del maggiociondolo perde di efficacia.


04/01/2014, 15:47
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Iscritto il: 17/12/2010, 17:48
Messaggi: 267
Località: Mvtina
Guarda Bac, sia l'anno scorso che quest'anno ho lavorato due doghe di Maggiociondolo con tarli (tanti)
Meglio togliere la corteccia, si evita questo impiccio


04/01/2014, 17:25
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
mah ... mi sa che ci vorrebbe un entomologo. io non ho mai lavorato il maggiociondolo e per archi ho raccolto solo piccoli tronchetti di tasso o olmo lasciandoli così come sono anche per anni appoggiati ad una parete in una specie di rudere senza porte ma non hp mai avuto problemi ne di tarli, ne di crepe.
era capitato invece all'inizio quando toglievo la corteccia subito che mi si formassero a volte crepe longitudinali sull'alburno probabilmente perchè non li ho mai ingrassati.
ciao


04/01/2014, 19:09
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Iscritto il: 12/08/2013, 11:28
Messaggi: 20
Confermando la mia totale inesperienza al riguardo :D , riporto un estratto di un articolo sul maggiociondolo a firma Silvano Borrelli, tratto dalla rivista Arco n. 4 del 2002 e trovato in rete.
Naturalmente con l'esclusivo scopo di confrontare le varie opinioni e cercare di farsi un'idea più completa di come trattare il legno........ ed in effetti la cosa interessante è che, se non ho interpretato male i vostri spunti, questo articolo li avvalora tutti :P .

Questo l'articolo: (PS spero di non violare qualche norma o regola del forum, altrimenti vi prego farmelo sapere che lo tolgo subito)
"- Citiso (Laburnum anagiroide o Anagyride). Più che buono nel modulo elastico è endemico del nostro territorio, di facile reperibilità nei boschi premontani, può crescere comunque fino a 1200 metri di quota. Alberello dal portamento semicespuglioso, raramente lo si può trovare con tronchetti diritti, però si può facilmente drizzare a vapore durante la lavorazione. Per il suo reperimento ci si può affidare a contadini o montanari che lo conoscono bene e dopo aver chiesto al proprietario il permesso si può acquisire il pezzo che interessa, naturalmente se l’albero cresce in terreno demaniale, l’autorizzazione va chiesta al Corpo Forestale. Gli archi costruiti con questo legno risultano veloci e potenti, a volte è preferibile al tasso. La sua migliore resa si ottiene con la costruzione di archi a sezione piatta e larga, contrariamente al tasso che rende meglio con sezioni tonde o semi ellissoidali. Un mio caro amico costruisce archi di citiso da molto tempo e naturalmente ha acquisito una grande esperienza nell’impiego di questa essenza. Vi vorrei dare alcuni consigli che lui nella sua enorme bontà mi ha permesso di divulgare. Allora, il taglio va fatto nel mese di febbraio (prima quindicina), va tenuto sotto scorza per un mese, dopo va scortecciato e completamente ingrassato. La stagionatura varia da 6 mesi a 18 mesi, prima dell’impiego va spaccato con i cunei di legno e ricomposto legandolo dopo averlo nuovamente ingrassato, quindi si tiene ancora per un mese o due e di seguito si può procedere alla costruzione. Dopo la sbozzatura si possono fare le operazioni di raddrizzaggio con il vapore. Un ottimo consiglio che possiamo darvi è quello dell’asportazione quasi completa dell’alburno, perché avendo una densità inferiore al durame, tende a cristallizzarsi nel tempo, quindi non può essere più efficiente in trazione, con conseguente rottura dell’attrezzo, a meno che durante tutta la vita dell’arco non lo si ingrassi frequentemente come un salamino."

Effettivamente si parla di lunga stagionatura, (come conferma Bac), si dice di scortecciare (come suggeriscono Tvllia e Taccons) ma non subito, bensì dopo un mese (forse per evitare i rischi di fessurazione incontrati da Magin).

Che ne dite?


04/01/2014, 22:21
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Iscritto il: 17/12/2010, 17:48
Messaggi: 267
Località: Mvtina
Se uno scorteccia subito e ingrassa le teste le fessurazioni non verranno mai. Così facendo la stagionatura accelera senza che il legno patisca alcun danno e nn bisogna attendere lunghi tempi :shock:
Ripeto: Io per mia esperienza ho trovato tarli sotto la corteccia di vari tronchetti lasciati a stagionare, quindi per evitare questo fastidioso rischio tolgo tutto subito ed ingrasso.


05/01/2014, 0:48
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