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 Tronchetti di maggiociondolo 
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Iscritto il: 26/02/2011, 11:43
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F.jpg


questo è un alberello abbattuto dalla neve e rimasto dentro un fosso per chissà quanti anni,
come si vede la scorza è marcia, l'alburno è marcio ma col durame c'è venuto fuori un arco più che discreto vista anche l'esiguità della sezione .

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Fto28.jpg


05/01/2014, 9:42
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Iscritto il: 13/01/2011, 21:44
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Località: Flavia Plumbia
Riguardo al maggiociondolo non ho esperienza, ma qualche mese fa ho visto della segatura sotto i tronchetti, ho controllato e i tarli avevano banchettato alla grande :evil:
Ho dovuto buttare gli olmi, i sambuchi, le betulle e il prunus, tutti con corteccia. Anche un olmo che era stato scortecciato era bucato.
Sembra si siano salvati i tassi e gli ornielli (che non presentavano buchi sulla corteccia ma che non ho ancora controllato provando a togliere la corteccia).
Ho dato a tutti i superstiti una bella passata di insetticida sperando possa servire a qualcosa.

Ciao Giorgio


05/01/2014, 21:13
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Iscritto il: 13/12/2010, 18:13
Messaggi: 2428
Località: Genova - Prata Veituriorum
ehhhh l'olmo patisce... trovati anche io ospiti invadenti....
Il metodo dell'insetticida mi pare che faccia qualcosa.
Non ricordo che legna fosse ma una volta che vevo un "raccolto" (diciamo... donazione...) abbondente lo avevo irrorato in abbondanza sulla corteccia e non mi è successo nulla...
Il maggiociondolo l'ho trovato anche io intaccato sul primo anello.... Devo dire che la bestiola preferisce l'alburno, molto più morbido ma... finendo quello....

Ciao
Luca


05/01/2014, 23:37
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Iscritto il: 12/08/2013, 11:28
Messaggi: 20
Per quanto riguarda il problema tarli vi posso riportare la mia esperienza con delle assi di un vecchio comò in noce, letteralmente crivellate di fori e densamente abitate da tarli di tutte le dimensioni e che, viste le condizioni, credevo proprio irrecuperabile.
Spennellata di prodotto antitarlo sul legno e rinchiuso il tutto in un nylon per una settimana; secondo trattamento con antitarlo e nuovamente rinchiuso con del nylon per altri 15 giorni (trattamento suggeritomi da un restauratore di mobili antichi).
Il comò, riassemblato, arreda la mia camera da ormai vent' anni e di tarli, mai più vista nemmeno l'ombra.
Penso che il trattamento possa essere efficace anche per legno fresco o in stagionatura e potrebbe essere un ottimo preventivo. Sicuramente la presenza della corteccia sul legno può facilitare l'annidamento di scomodi inquilini, ma credo che se il tarlo ha tanta fame :D , potrebbe attaccare anche il legno scortecciato. Questo potrebbe metterci al riparo da sgradevoli sorprese e risolvere definitivamente il problema :roll:


06/01/2014, 2:15
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
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Anche un olmo che era stato scortecciato era bucato.


è per questo che sopra dicevo "mi sa che ci vorrebbe un entomologo". Io per adesso non ho ancora avuto problemi neanche con olmi lasciati li interi anche più di un anno o due ... non so se c'entra il fatto che sono piccoli o che nel mio rudere in giardino non ci sono quegli insetti o perchè li ho tagliati quando fa freddo ... boh?
ciao


06/01/2014, 11:12
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
ecco qua ... trovata una foto. io è più di vent'anni che li faccio stagionare o per meglio dire che li accumulo così senza grasso sulle estremità o altro e posso garantire che non ho mai avuto problemi. il posto è forse un po umido ma arieggiato al tempo stesso. ci sono anche olmi.
penso che ognuno abbia il suo metodo ed ognuno segue quello che meglio ritiene opportuno secondo le sue esperienze. quando leggo "lasciarli tot mesi un un modo poi tot in un altro cospargerli di questo o quel materiale" penso che se chi lo dice ha ottenuto il risultato che voleva magari va bene anche così ma non credo ci siano dogmi in proposito. io sono sempre del parere che quando la cosa più semplice funziona perchè complicarsi la vita?
ciao


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06/01/2014, 11:52
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
forse questo può spiegare qualcosa

"In generale A. punctatum predilige deporre le uova nel legno situato in ambienti domestici perché questo è di più facile digeribilità e lontano da condizioni atmosferiche sfavorevoli. Il variare della temperatura rende impossibile tracciare una cronologia assoluta della metamorfosi di A. punctatum, cosicché possono verificarsi episodi di sfarfallamento anticipati o ritardati rispetto alla norma."

e ancora

"Un sistema di lotta ecologica, ovviamente per pezzi di piccole dimensioni, consiste nel riporre l'oggetto infestato in un congelatore per alcuni giorni. La bassa temperatura infatti uccide le larve ma occorre preventivamente valutare i danni che il freddo potrebbe provocare ai manufatti."

forse il fatto che da me non attaccano è proprio dovuto che tutti gli inverni dove li tengo va sotto zero per diversi giorni e così muoiono tutti.

in effetti a ben pensarci le travi portanti del mio tetto sono ancora quelle di forse 200 anni fa e sono sane mentre quelle su cui poggiavano le botti in cantina son tutte bucherellate e marce anche se entrambe di quercia ...
forse la faccenda è molto più semplice di quello che si pensi.

ciao


06/01/2014, 17:23
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Iscritto il: 17/03/2011, 0:24
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Località: tra l'oglio ed il chiese
Ciao Maghin,
se le doghe sono poste al gelo invernale, ma scortecciate, vi è sempre un'azione antiparassitaria nei confronti dei tarli.
Nel mio piccolo, come già riportato sul forum, tratto le doghe in stagionatura, rigorosamente scortecciate ad un mese dal taglio, con spennelature di solvente alla nitro nei mesi di maggio e luglio.
Mai avuto un tarlo con questo sistema.
Vi è da dire che il pericolo tarli è insito con tutti i tronchetti che hanno la superficie rugosa, sugherosa che rappresenta l'ideale alla deposizione delle uova, al contrario dei tronchetti con corteccia liscia dove il tarlo adulto non riesce a deporre l'uovo.
Un saluto da Raff


06/01/2014, 23:55
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Iscritto il: 27/07/2010, 9:00
Messaggi: 2594
Cita:
se le doghe sono poste al gelo invernale, ma scortecciate, vi è sempre un'azione antiparassitaria nei confronti dei tarli.
Nel mio piccolo, come già riportato sul forum, tratto le doghe in stagionatura, rigorosamente scortecciate ad un mese dal taglio, con spennelature di solvente alla nitro nei mesi di maggio e luglio.


si però come accennvo sopra, all'inizio le scortecciavo ma c'era il rischio di crepe sull'alburno. preferisco lasciare la corteccia perchè protegge, perchè sono pigro e tanto viene via da sola o comunque facilmente alla fine e perchè protegge il dorso durante la lavorazione.

comunque ricapitolando il Giorgio (che so dove le tiene), la Tvllia, il Nitopi, il Taccons hanno avuto problemi di tarli e forse li tengono in casa (garage o altro). io e il Bac che li teniamo anche se magari non esattamente all'aperto ma comunque esposti a tutti gli sbalzi di temperatura, anche a quelle rigide invernali no. correggetemi se non è così. potrebbe magari capitare che se ci regalano un tronchetto che era stato tenuto in casa il tarlo abbia già fatto il suo lavoro. (a proposito colgo ancora l'occasione per ringraziare chi me ne ha regalati ... erano tutti sani).

questo discorso dovrebbe valere quindi per tutti i legni sia maggiociondolo che altri come l'olmo che ha la corteccia più rugosa.

per quanto riguarda la stagionatura io mi comporto così:
li tengo dove ho mostrato che è un po umido ed ombroso ma esposto all'aria. se sono piccoli li lascio così. se il diametro al centro è superiore a 9-10 cm preferisco spaccarli subito (o quasi) per agevolare la stagionatura ed evitare eventuali crepe in testa (in quelli piccoli non succede). se non son grossi abbastanza da spaccarli e voglio accellerare la stagionatura tiro via materiale dal lato del ventre. se ho fretta li sbozzo già e poi li lascio li un po. se ho proprio fretta li faccio subito e li ingrasso evitando di usarli per un po. ecco con questi sistemi mi son sempre trovato bene.

ciao


07/01/2014, 8:46
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Iscritto il: 13/12/2010, 18:13
Messaggi: 2428
Località: Genova - Prata Veituriorum
Il Nitopi non fa sottozero d'inverno HI HI HI .....
Diciamo che preferisco i tarli Hi HI HI

Ciao
Luca


07/01/2014, 9:59
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