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 FESSURAZIONE DEL LEGNO, facciamo un pò di chiarezza 
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Ciao Maghin,
magin ha scritto:
ciao Raff
Cita:
Maghin, ti ricordi di quell'arco che seguiva la corda e che tu seppelisti sotto al mucchio di fieno?
Ricordi ancora come apparve quando lo estraesti? Ma pero` i danni erano gia` permanenti...

si, uno dei tanti archi votati al sacrificio dei miei esperimenti :lol:
come quelli mostrati nella discussione "archi rotti"
ciao

Era solo per ricordare che una reidratazione del legno, rigonfiando gli intersizi e tubuli ove si annida l'umididà di saturazione, riporta il legno alle condizioni di "pre stagionatura" (che in realtà non c'è stata); se queste cellule sono state danneggiate nel frattempo dalle compressioni e stiramenti dovute all'uso, pur ritornando, non permettono più di sfruttare le caratteristiche del legno scelto.
Ricordiamoci: non sempre costruire un arco da verde deve essere una regola.
In questa foto si vedono due archi.
Allegato:
archi dallo stesso tronco.jpg

Uno che ha seguito la corda ed un'altro no, eppure le doghe erano ricavata dalla stessa pianta di olmo, ma quello che ha seguito la corda è stato modellato dopo un anno di stagionatura, quello dritto dopo due anni di stagionatura compiuti.

Ciao Tripudio,
tripudio1 ha scritto:
........
cosa fare quindi con dei tronchi unti (vinavil,colla,grasso..) messi a stagionare?
il tuo consiglio sarebbe quello di rimuovere la parte con la colla tipo tagliare una "fetta" di legno e continuare la stagionatura in questo modo?
.......
grazie

Semplice: esegui lo spacco dei tronchetti e rimetti a stagionare.
Se i tronchetti sono di piccolo diametro, 5-6 cm, l'ho detto in qualche post precedente, essendo composti da legno giovanile e tenero si compattano stagionando con poche probabilità di fessurazioni; ma il mio consiglio è quello di tagliare tronchetti di 12-14 cm di diam. privi di nodi, che sono l'ideale per uno spacco in quattro senza pericolo di fessurazioni.
Al limite, quei piccoli, li puoi sbozzare e riporre in posto non ventilato.
Un saluto da Raff


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13/01/2014, 23:39
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Ciao Tvllia,
Tvllia ha scritto:
....
l'anno scorso presi un piccolo spezzone di castagno, lungo circa 30 cm, e lo misi a terra nel mio garage (volevo farci un mazzuolo in legno)
Dopo circa 1 mese l'ho scortecciato e lavorato. Finito il lavoro l'ho appeso alla rastrelliera degli attrezzi. Dopo 10 gg circa, mi scappa l'occhio sul mazzuolo e noto delle fessurazioni. Spalmo di grasso la testa tondeggiante nella speranza di fermare il processo. Ebbene, non so come ma ho fermato il processo, tanto che le fessurazioni sono quasi sparite.
Presi un nuovo spezzone di castagno e, vista la precedente esperienza, lo spalmai di grasso sulle teste. Dopo 1 anno è ancora nel mio garage senza nessuna benchè minima fessurazione (nemmen scortecciato)

In primis io sconsiglio vivamente di riporre a stagionare legni in un garage: vi sono troppi sbalzi termici e di umidità che rovinano il processo di stagionatura.
Per il resto ti sei, incosciamente, risposta da sola: il primo, scortecciato e lavorato ad un mese dal taglio era troppo presto e la testa del mazzuolo, se come penso vicino vi è un nodo importante, si è fessurata, ma aveva anche trascorso un mese in terra e la terra "asciuga" troppo velocemente.
Il secondo non l'hai scortecciato ma spalmato di grasso... in questo modo non saprai mai se è perchè hai mantenuto la corteccia o per il grasso spalmato.



Tvllia ha scritto:
.......Sulla zona midollare hai perfettamente ragione, essa è fonte delle fessurazioni. Ed ecco forse perchè si mette il "blocco" sulle teste dei tronchetti.

Io ritengo che un legno per archi, fatto salvo che non si tratti del prezioso tasso o osage non dovrebbe contemplare la zona midollare che è sempre fonte di dolori e delusioni. Per evitarle è sempre valido il consiglio di tagliare il tronchetto 30-40 cm più lungo del futuro arco per il semplice fatto che le fessure di testa non si allungano a più di 10-15 cm.

magin ha scritto:
ciao Tvllia, ........
anni fa avevo fatto un esperimento, avevo fatto un arco da fresco da un tronchetto molto piccolo di tasso e poi una volta finito lo lasciavo spalmato di grasso in cucina vicino alla stufa. nonostante il grasso, sul ventre in corrispondenza di un paio di nodi, visto anche che il midollo era ancora tutto contenuto per quasi tutta la lunghezza dell'arco a causa delle sue dimensioni, le tensioni interne createsi con la rapida essiccazione hanno generato due crepe sul ventre che partivano dai nodi, che comunque non sono pericolose per il funzionamento ... nonostante il grasso.
ciao

Mi intrometto.... ma basta la descrizione del Maghin: il troppo caldo della stufa ha causato le fessurazioni grasso o non grasso. Sarebbe stato la stessa cosa in un garage di lamiera sotto al sole, non solo d'estate.
Un saluto da Raff


14/01/2014, 0:10
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Purtroppo io ho solo il garage per poter stagionare. Non posso pensare di portare doghe o tronchetti in mansarda o in casa. A mio avviso c'è troppo caldo.
Il mio garage ha nel basculante parecchi fori per l'areazione e la temperatura è abbastanza costante d'inverno. D'estate, essendo posto ad Ovest, si riscalda parecchio, ma i tronchetti li tengo dalla parte opposta del basculante, attaccati al muro che da sulle scale interne che essendo senza finestre riescono a mantenere anche d'estate almeno un paio di gradi in meno rispetto all'esterno. Io abito in zona molto umida sia d'inverno che d'estate. Comunque la riprova ce l'avrò quando mi deciderò a spaccare e lavorare i tronchi.


20/01/2014, 0:47
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Ciao Tvllia,
il miglior ambiente naturale, entro il quale le variazioni di umidità si prestano meglio alla stagionatura del legno è rapresentato dall'ambiente esterno che, avendo una media di percentuale di umidità intorno al 60-65% permette al legno di arrivare in modo graduale alla percentuale del 12 -13 % senza grossi danni di sorta semprechè sia ridotto in assi o doghe.
Contrariamente a quello che si è portati a pensare, l'ambiente esterno più è freddo più è asciutto; più è caldo più è umido e la riprova è rappresentata dai periodi estivi afosi, in cui si suda senza far neanche un movimento, per il solo fatto che l'umidità ambientale si alza ben oltre il 90 %. Questo effetto è classico della pianura padana ma interessa anche le valli e le regioni costiere, in special modo se si è in calma di vento.
Quando la temperatura esterna scende sotto lo zero, anche se siamo in assenza di vento, l'umidità atmosferica scende a valori che possono arrivare, in montagna, a valori del 40%. Mai provato a passeggiare in un bosco d'inverno? Le foglie crepitano sotto alle scarpe da quanto sono asciutte, o meglio, secche.
Un garage in lamiera, anche se con fori di ventilazione, amplifica cogli sbalzi di temperatura a cui è sottoposto in special modo sotto al sole estivo, gli effetti sopracitati arrivando a copovolgerli, trasformandosi in un forno estremamente secco internamente quando all'esterno abbiamo il 90% di umidità.
Il posto migliore è all'esterno, in un posto dove non arriva il sole, protetto dalla pioggia: in pratica a nord dell'abitazione non importa se sotto un portico, sotto alla gronda del tetto o sotto un tettuccio di lamiera (ma solo tetto!) Mai in mansarde o soffitte. Mai stesi per terra a contatto con una pavimentazione o terreno, ma sempre sollevati su di piccole assicelle o in piedi, addossati gli uni agli altri.
Il secondo ambiente più consono è la classica cantina ove si tengono il vino in botti e/o i salumi perchè anche ad essi l'eccessivo caldo, o meglio, l'eccessiva secchezza dell'aria li danneggiano. La cantina ideale dovrebbe avere il 65 % di umidità con una temperatura non superiore ai 16-17°.
Ma a noi, in una cantina, interessa solo che l'umidità non scenda sotto al 60 %....anche se nelle cantine si trovano più tarli che all'esterno.
Ciao da Raff


21/01/2014, 14:11
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Iscritto il: 30/11/2012, 16:40
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Interessante discussione, in effetti un po' ovunque in rete lessi che risulta necessario l'isolamento delle estremità per rallentare al minimo la fuoriuscita dell'umidità dal tronco, evidentemente in realtà non è la procedura ottimale.

Non ho capito bene, il miglioramento del processo dipende dalla maggiore possibilità di flessione o può essere anche dovuto alla maggiore dimensione dell'area del legno a contatto con l'aria dovuta alla divisione in doghe per la sezione longitudinale? O è proprio il "midollo" che deve essere esposto ad aria per evitare le fenditure?
Scusami, ma sto cercando di capire qual'è di preciso la teoria portante e mi son perso nei dettagli di "chimica organica".

Chiedo inoltre (da buon ignorante che sono), se possibile, se puoi spiegarmi il perché il legno non possa stare a contatto con assi asciutte o terra. Per caso il rischio è che assorbano l'umidità per osmosi e quindi in realtà velocizzino il processo? O è che nella parte di contatto si potrebbe creare un leggero strato di condensa che altererebbe il tutto?

E' ben chiaro comunque che sono la locazione di riposo e il periodo del taglio le 2 scelte fondamentali prima di tutto il resto, corretto?

Intanto grazie della bella spiegazione!


22/01/2014, 17:38
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Salve a tutti,
ciao Sviporn:
swipon ha scritto:
Interessante discussione, in effetti un po' ovunque in rete lessi che risulta necessario l'isolamento delle estremità per rallentare al minimo la fuoriuscita dell'umidità dal tronco, evidentemente in realtà non è la procedura ottimale......

Ma questo non assicurerà che il tuo tronco non si possa fessurare e la spiegazione del fenomeno è dovuta nella diversità della composizione del legno in un tronco: all'interno durame molto più duro e compatto rispetto all'alburno esterno. Le inevitabili tensioni interne, i diversi tempi di stagionatura e di conseguenza contrazione, unite alla parte midollare presente, faranno sì che esso si fessuri. Guarda le travi delle vecchie abitazioni oppure quelle dei porticati moderni costituite da tronchi semplicemente squadrati
L'isolamento delle teste nei tronchi con vernici, porta solo all'allungamento enorme dei tempi di stagionatura: 1 cm per anno dall'esterno verso l'interno, in relazione alla percentuale di umidità presente, da tutte le direzioni o lati se squadrato.

La flessione del legno non centra nulla; essa varia da legno a legno ma non ha il potere di interferire sulla durata della stagionatura in modo significativo.
La superficie del tronchetto scortecciato a contatto con l'aria ha influenza sulla durata di stagionatura ma più influenza l'ha lo spessore. Semplicisticamente, mi ripeto: la stagionatura naturale prosegue, penetra nel legno con una velocità per spessore di circa un cm/anno in relazione alla percentuale di umidità presente; chiaramente su ogni lato. E' un dato medio accettato da tutte le aziende che producono legno pre-lavorato e stagionato naturalmente.
La parte midollare è sempre origine/causa di lunghe fessurazioni che nei pre-lavorati, quali le travi o travetti, non causano danni di resistenza ai carichi ma solo danni estetici; in un arco queste fessurazioni, se di una certa ampiezza possono causare danni.
Nell'eseguire la divisione per spacco di un tronchetto di circa 12-14 cm di diametro, nel caso di spacco perfetto, otteniamo dei “triangoli” o meglio spicchi di tronco in cui il midollo ne rappresenta il vertice più acuto, ma la sua potenzialità ad originare fessurazioni è neutralizzata e la “doga”, che ancora non possiamo chiamar tale, la possiamo riporre anche così per la stagionatura senza pericoli. Ma il ridimensionarla a settori di circonferenza del tronco, aventi uno spessore di almeno 5 cm, asportando il vertice del triangolo è meglio.
Durante la stagionatura, in special modo nei primi mesi, è dannoso sdraiare o più semplicemente appoggiare i tronchetti in piedi su pezzi di legno o tavolame asciutto già stagionato poiché il legno asciutto “cattura” l'umidità del legno fresco accelerandone la sua disidratazione; ma quest'ultima, non procedendo uniformemente nel pezzo in stagionatura, provoca deformazioni ed anche fessurazioni. Lo stesso è valido per i pavimenti senza piastrelle e/o pareti particolarmente asciutte o peggio riscaldate; molto meglio e sicuro se le doghe sono circondate da aria, ad esempio a terra su dei listelli affiancati a distanze di 40-50 cm, oppure in piedi in un angolo distante da porte e finestre se all'interno; altresì è meglio all'esterno in luogo riparato dal sole e dalle intemperie ma con libera circolazione d'aria. Io ho provato a stagionare ponendo doghe e rami all'interno di una siepe di alloro e non ho avuto nessuna fessurazione.
Comunque sia, se all'esterno, mai a contatto col terreno umido
Un saluto da Raff


23/01/2014, 1:18
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raff ha scritto:
Salve a tutti,
ciao Sviporn:

:lol: :lol: :lol:


23/01/2014, 18:49
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Ciao Gorthan,
grazie per avermelo fatto notare.
Svipon, ti chiedo scusa per l'involontario errore :oops: Assolutamente non è intenzionale.
Un saluto da Raff


23/01/2014, 23:30
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Località: Reggio Emilia
O mama mi sembra d'essere un sito per sporcaccioni! :lol:

Vabbuò, chiamami semplicemente Luca (o Piccio)! ;)


24/01/2014, 9:36
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Località: Mvtina
Il mio garage è interno ed in muratura, solo il basculante è in lamiera.
Ho controllato ieri i miei tronchetti, sono in perfetto ordine. Nessuna fessurazione, nessun tarlo.
Grazie delle spiegazioni Raff


26/01/2014, 19:56
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